MACEDONIA: Gruevski vince le elezioni. Tanto rumore per nulla?

Domenica 11 dicembre 2016 si sono tenute le elezioni anticipate in Macedonia. Richieste a gran voce dai principali partiti dell’opposizione e dalle organizzazioni internazionali, queste sono servite per porre fine a due anni di instabilità nel paese. Infatti, dopo le precedenti consultazioni elettorali, il paese era entrato in un periodo di crisi politica da cui sembrava difficile uscire. I risultati hanno consegnato la vittoria alla VMRO-DPMNE dell’ex primo ministro Nikola Gruevski, confermato al governo per il decimo anno di fila. La VMRO ha ottenuto il 38.06% dei voti, contro il 36.67% del principale avversario, i socialdemocratici della SDSM. Affluenza al 66,88%.

Gli antefatti

Nel 2014 si erano tenute le elezioni parlamentari e presidenziali in Macedonia, che avevano visto vincere in entrambe le consultazioni il partito conservatore VMRO-DPMNE. Il governo, per l’ottavo anno di fila, era stato affidato a Nikola Greuvski mentre la presidenza era stata vinta da Gjorge Ivanov. Tuttavia, all’indomani delle elezioni, l’opposizione socialdemocratica SDSM aveva dichiarato di voler boicottare i lavori parlamentari, a causa di presunti brogli commessi dalla VMRO.

La crisi politica si era ulteriormente inasprita nei primi mesi del 2015, quando il leader della SDSM Zoran Zaev aveva pubblicato una serie di trascrizioni di intercettazioni che vedevano coinvolto il governo. Secondo queste, infatti, Gruevski e gli apparati di sicurezza, presieduti dal cugino Sašo Mijalkov, avrebbero tenuto sotto sorveglianza circa 20.000 persone. Questa scoperta, sulla quale sta ancora indagando una procura speciale, ha fatto sì che proteste di piazza si susseguissero per mesi.

L’attentato di Kumanovo, dove vi è stato uno scontro a fuoco tra un ancora ignoto commando armato e le forze di polizia, non aveva fermato le proteste che invece hanno spaccato ancora di più il paese. A seguito di questo, infatti, vari ministri e lo stesso capo dei servizi segreti Mijalkov si erano dimessi per poi essere iscritti nel registro degli indagati della procura speciale. La decisione, poi revocata, del presidente Ivanov di concedere loro la grazia aveva causato mobilitazioni andate avanti per giorni delle opposizioni nelle maggiori città macedoni.

I risultati delle elezioni

Ad aggiudicarsi questa tornata elettorale, un momento chiave per la risoluzione della crisi politica, è stata quindi la VMRO-DPMNE di Nikola Gruevski. Già data per vincente negli ultimi sondaggi, ha condotto un testa a testa con l’opposizione socialdemocratica di SDSM, guidata da Zoran Zaev. La VMRO ha potuto contare sui voti provenienti dalle zone più rurali del paese, rivelatosi decisivi, mentre la SDSM è stata votata maggiormente nella regione della capitale Skopje. Il distacco tra i due partiti, e rispettive coalizioni, è stato davvero irrisorio: solo un misero 1,37%, circa 15.000 voti di differenza. Entrambi i partiti hanno rivendicato la vittoria nelle elezioni.

Per quanto riguarda i partiti albanesi, un grande successo è stato raggiunto da Lëvizja Besa che ha ottenuto il 4,87%, confermandosi come quarto partito e seconda formazione rappresentante l’elettorato albanese. La DUI, il partito facente capo a Ali Ahmeti, si è riconfermata come prima forza politica della minoranza albanese, mentre la DPA, alto partito storico, ha ottenuto soltanto il 2,61%.

Quale Macedonia?

Tutto cambia perché nulla cambi. Nonostante i due anni di crisi politica e gli scandali che hanno visto la VMRO protagonista, il partito dell’ex primo ministro Gruevski ha vinto ancora. Con la DUI come primo partito rappresentante la minoranza albanese, il nuovo governo sarà una coalizione tra queste due formazioni politiche. Questo per il fatto che la costituzione, modificata dopo la breve guerra che interessò il paese nel 2001, prevede un sistema di doppia maggioranza. Oltre a essere necessaria la maggioranza del parlamento, in molti casi anche i parlamentari albanesi devono votare a loro volta a maggioranza per approvare una nuova legge. Una coalizione con un altro partito albanese bloccherebbe di fatto il sistema legislativo.

Chi è Edoardo Corradi

Nato a Genova, è dottorando di ricerca in Scienza Politica all'Università degli Studi di Genova. Si interessa di Balcani occidentali, di cui ha scritto per numerosi giornali e riviste accademiche.

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