Da BUDAPEST – A Budapest le ore della domenica mattina sono spesso poco rumorose, ma domenica 25 Settembre il silenzio del centro di Budapest si è fatto sentire con tutto il suo eco di domande senza risposta. Un’esplosione intorno alle 23 di sabato sera ha provocato 2 feriti – entrambi poliziotti, 23 e 27 anni – e gettato l’area centrale in uno stato di incertezza e di allerta. Il fatto è avvenuto davanti a un negozio sfitto al piano terra di un palazzo del Nagykorut, la circonvallazione di Budapest, vicino alla piazza Oktogon e quasi all’incrocio con Király utca, tra le vie più frequentate dai giovani alla sera. La sera di domenica durante la conferenza stampa congiunta di Polizia e Procura si è comunicato che la causa non sarebbe stata una bombola di gas come ipotizzato all’inizio, ma un ordigno riempito di chiodi. Nel mirino la Polizia. Diffuso anche l’identikit del presunto colpevole: 20-25 anni, pelle chiara, cappello da pescatore, jeans e scarpe da ginnastica. La “taglia” sul ricercato è di 30mila Euro. L’uomo avrebbe depositato una borsa sul marciapiede ed estratto un oggetto.
Alcune testimonianze
“Ero andato ad incontrare un amico italiano ad Oktogon” mi racconta Matteo (nome di fantasia), italiano che abita in uno dei palazzi circostanti. “Stavamo facendo il tipico giro tra i locali del Settimo distretto – riferisce Matteo -Abbiamo visto giungere nell’area numerose pattuglie di Polizia e gli agenti isolare con i nastri il viale tra Oktogon e Wesselényi utca. Non abbiamo udito esplosioni. Non è stato possibile accedere ai palazzi dell’area fino a questa mattina. La polizia non ha fatto entrare nessuno, nemmeno dopo aver dimostrato la residenza.” “Gli agenti – aggiunge Matteo, che è potuto rincasare intorno a mezzogiorno di domenica – sono stati gentili, ma inamovibili.” Riguardo all’aspetto della zona dopo l’esplosione, testimonia: “Sul posto c’erano anche innumerevoli uomini in borghese, probabilmente dell’antiterrorismo. Molti abitanti della zona e turisti hanno passato la notte fuori. Alcuni edifici sono stati ispezionati, anche stamattina. Credo si tratti di misure inusuali per una semplice fuga di gas.”
Interrogato chi era in casa
“Questa mattina alle 8.30 hanno bussato al portone, – ci racconta Silvia, un’altra italiana impiegata a Budapest – era la Polizia accompagnata dall’amministratore condominiale. Hanno chiesto se avessi notato qualcosa di strano ieri sera. Alcuni inquilini, tra cui un americano, erano molto spaventati dall’interrogatorio”. Niente, a parte il successivo spavento per il forte boato, l’iniziale sconcerto e la notte in bianco per via delle continue sirene, Silvia non ha visto nulla di diverso dal solito.
Il giorno dopo
“Cosa è successo?” chiede una giovane ungherese in tenuta sportiva. Sono le 11 di domenica mattina e nella zona ci sono tante persone, ma pochi rumori. “Un’esplosione” le risponde un signore anziano, in piedi con una borsa della spesa a guardare la strada da almeno 30 minuti. La mattina di lunedì accediamo finalmente al viale, possiamo vedere il palazzo dell’esplosione, il negozio sfitto che si rivela essere quello di decorazioni di Natale. Le finestre fino al secondo piano hanno i vetri schiantati, dentro la recinzione della Polizia c’è un senzatetto che spazza l’asfalto.
Nonostante la parola “terrorismo” non sia stata fatta e niente faccia pensare a una simile eventualità, numerose sono le strumentalizzazioni dell’episodio che diffonde paura in una Budapest di solito tranquilla, a pochi giorni dal Referendum anti-quote Ue, che chiederà alla popolazione se è favorevole all’ingresso nel Paese, ordinato da Bruxelles, di stranieri non comunitari.
Foto MTI, Balogh Zoltán