GERMANIA: Ai servizi segreti il diritto di spiare i giornalisti

Il parlamento tedesco sta discutendo una legge che permetterebbe ai servizi segreti (BND) di sorvegliare giornalisti stranieri operanti in Germania. In particolare il governo, guidato dalla cancelliera Angela Merkel, spinge perché la BND possa avere il diritto di spiare senza restrizioni giornalisti provenienti da paesi che non siano membri dell’Unione Europea.

Già a seguito dello scandalo intercettazioni rivelato da Edward Snowden emerse una complicità dei servizi segreti tedeschi con la NSA statunitense in operazioni di spionaggio di massa a danno di giornalisti, attivisti, operatori umanitari e politici. Il governo tedesco promise allora che avrebbe fatto chiarezza, riconducendo l’operato della BND all’interno della legalità democratica. Ma evidentemente Angela Merkel deve avere mutato opinione poiché la legge proposta dal suo governo è una aperta violazione alla libertà di stampa. Qualora la legge passasse, inoltre, altri paesi potrebbero seguire l’esempio senza temere di vedersi tacciati di autoritarismo.

Controllare i giornalisti, limitare la libertà di stampa, è tentazione sempre più diffusa in Europa ma certo non ci si attendeva che proprio la Germania, sempre in prima linea nel dare lezioni di integrità democratica, promuovesse una legge tanto illiberale con la scusa della tutela della sicurezza nazionale. Fosse accaduto nell’Ungheria di Viktor Orban, nella Slovacchia di Robert Fico, nella Polonia di Kaczinski o nella Russia di Putin, la stampa europea sarebbe insorta, avrebbe accusato di tirannia il governo, avrebbe parlato di populismo trionfante, persino di rigurgiti fascisti. Ma intorno alla Germania di Angela Merkel c’è solo un silenzio assordante. L’allarme, lanciato da Reporters sans Frontieres, non ha finora destato alcuna reazione nella stampa europea, tantomeno in quella italiana.

La proposta di legge è stata letta in parlamento lo scorso 8 luglio e diventerà effettiva dal 1° gennaio 2017, a meno che la petizione lanciata da Reporters sans Frontieres non convinca i politici tedeschi a rivedere una norma tanto controversa che, una volta in vigore, segnerà un netto arretramento della Germania in tema di libertà di stampa.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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