GEORGIA: La NATO e la politica dei piccoli passi

Dall’8 al 9 luglio si è tenuto a Varsavia, capitale della Polonia, il 27° vertice NATO. Tra i temi maggiormente discussi dai paesi dell’Alleanza vi è stata la necessità di aumentare la presenza militare sul proprio fronte orientale, così come si è parlato anche di un possibile allargamento a est, affrontando una serie di casi delicati come quello della Georgia, paese che da anni aspira ad entrare a far parte della NATO.

Nel paese caucasico il Summit di Varsavia è stato anticipato dalla firma di un memorandum sul rafforzamento della collaborazione tra Georgia e USA nei settori della difesa e della sicurezza. Nel corso dell’evento si sono incontrati il primo ministro georgiano Giorgi Kvirikashvili e il segretario di Stato americano John Kerry, il quale, nel corso di una conferenza stampa congiunta, ha affermato che “al vertice di Bucarest del 2008 gli alleati hanno dichiarato che la Georgia sarà un membro dell’Alleanza”, sottolineando come Washington sia pronta a sostenere l’ingresso del paese caucasico all’interno della NATO, poiché “lo stesso popolo georgiano ha scelto un futuro euroatlantico, e gli USA aiuteranno la Georgia a raggiungere questo obiettivo”.

Forte del rinnovato supporto americano e della consapevolezza di giocare quasi in casa (la Polonia è sempre stata, insieme ai paesi baltici e agli stessi USA, la più convinta sostenitrice dell’ingresso di Tbilisi nell’Alleanza), la Georgia ha salutato con ottimismo il Summit di Varsavia, sperando di vedere sbloccarsi la situazione di sostanziale stallo che va avanti ormai da anni.

Addirittura, per “dare un assaggio” del proprio paese agli ospiti presenti, nel corso del summit è stato servito vino georgiano, su iniziativa del Ministero degli Affari Esteri di Tbilisi, che per l’occasione ha anche deciso di regalare una serie di speciali bottiglie dedicate al vertice ad ogni ministro degli Esteri dei paesi NATO.

Al termine del summit Tbilisi ha potuto registrare diversi passi in avanti, in quanto, come previsto dal primo ministro Giorgi Kvirikashvili, l’Alleanza ha concesso al paese caucasico un’espansione del Substantial Package, una serie di misure mirate a rafforzare la cooperazione tra la Georgia e la NATO, approvate per la prima volta al termine del summit NATO del 2014, in Galles, al fine di assicurare a Tbilisi una maggiore protezione e garantire la sicurezza nella regione del Mar Nero.

Alcuni dei risultati dell’attuazione di questo Substantial Package sono stati, negli ultimi due anni, l’apertura di un Centro di addestramento NATO a Krstanisi, nel settembre 2015, e lo svolgimento di esercitazioni militari congiunte presso la base di Vaziani, lo scorso maggio. Nuove esercitazioni militari sono inoltre previste per i prossimi mesi, come conseguenza dell’ampliamento del Substantial Package.

Nonostante nel corso del vertice, come già successo a Bruxelles lo scorso dicembre, i ministri degli Esteri dei paesi NATO abbiano ribadito che la Georgia ha tutte le carte in regola per preparare un’eventuale adesione, come da previsione il paese caucasico si è visto però negare ancora una volta l’assegnazione del MAP (Membership Action Plan), fondamentale per poter sperare in un futuro ingresso nell’Alleanza.

La Georgia è stata molto vicina ad ottenere il MAP nel 2008, in occasione del Summit di Bucarest; in seguito però all’opposizione di Francia e Germania, timorose di scatenare una reazione russa, la NATO ha ritenuto opportuno rimandare la decisione a data da definirsi. Pochi mesi dopo, la guerra in Ossezia del Sud ha contribuito a cambiare le carte in tavola, aggravando la posizione di Tbilisi.

In seguito alla guerra russo-georgiana, letta da diversi analisti come una provocazione attuata dal Cremlino nei confronti della NATO, desiderosa di espandersi all’interno dello spazio post-sovietico, l’Alleanza ha compreso il rischio che comporterebbe un eventuale ingresso della Georgia all’interno del Patto Atlantico. In seguito ai fatti del 2008 i vertici della NATO hanno così deciso di congelare l’adesione di Tbilisi, senza però rinunciare ad intensificare i rapporti con il paese caucasico, come dimostrano i passi in avanti fatti durante il Summit di Varsavia; segno che l’Alleanza sarebbe in attesa del momento più opportuno per fare il grande passo.

Questo passo però non sarà fatto né nel breve e forse neanche nel medio periodo, in quanto l’attuale scenario geopolitico non gioca in favore della Georgia.

Foto: U.S. Army Europe

Chi è Emanuele Cassano

Ha studiato Scienze Internazionali, con specializzazione in Studi Europei. Per East Journal si occupa di Caucaso, regione a cui si dedica da anni e dove ha trascorso numerosi soggiorni di studio e ricerca. Dal 2016 collabora con la rivista Osservatorio Balcani e Caucaso.

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