LETTONIA: Gli inediti di Vizma Belševica nell’anniversario della sua nascita

In Lettonia si celebrano gli 85 anni dalla nascita della grande poetessa con la pubblicazione di racconti fra cui alcuni inediti e una nuova edizione del primo volume della sua celebre trilogia “Bille”.


Il 30 maggio ricorre l’85° anniversario dalla nascita di Vizma Belševica, la più grande poetessa del secondo novecento lettone. Il 30 maggio del 1931 è una data che non può restare inosservata in Lettonia: Vizma Belševica è rimasta nella storia della poesia e della letteratura lettone come una delle scrittrici più amate e popolari.

Molto interessante per chiunque abbia amato la Belševica è la pubblicazione del primo volume della serie dei quaderni d’archivio della poetessa “Vizmas Belševicas arhīva burtnīcas”, che raccolgono tutti i lavori non pubblicati o pubblicati solo da riviste.
Il primo volume della serie „Nepazītā mīlestība un citi stāsti” comprende racconti scritti fra gli anni cinquanta e sessanta: „Meistars Īlis” (1956), „Lepnums” (1963), „Zirneklis” (1955), „Viņa balss” (1960), „Ziemeļu mēnesnīca” (1961–64) e il racconto lungo„”Nepazītā mīlestība” (1965/1970). In molti racconti prevale l’elemento autobiografico, in particolare gli anni di studio alla Rīgas 2. poligrāfijas skola, all’Istituto Gorkij di Mosca, dove la Belševica si è laureata, e le sue esperienze a Salacgrīva all’inizio degli anni sessanta. Il curatore e redattore del volume è il figlio dell’autrice,  Jānis Elsbergs.

Altra uscita importante è la nuova edizione del primo volume della trilogia “Bille”, uno dei libri più amati e popolari in Lettonia, che racconta la storia anch’essa autobiografica dell’infanzia e della giovinezza dell’autrice. Il libro è uscito per la prima volta nel 1992, ed è alla sua quarta edizione. “Bille” è stato tradotto in diverse lingue, come svedese e russo, e grazie a questo romanzo la Belševica è stata anche candidata ufficialmente per il Nobel.

La nostra casa non rimane vuota.
Ci svernano le farfalle.
E in fragili sogni di tempeste di neve
i fiori vengono a visitarle.
Nemmeno le mura e le travi
gli serrano le ali –
fra le onde blu di campanule
navigano vele bianche e nere.
Navigano attraverso l’inverno
in caldi raggi di margherite,
nuvole di polline maturo
fanno da nutrimento al loro sonno.
Quando in aprile apriremo le finestre
e lasceremo volar via le farfalle,
ancora a lungo per casa
vagheranno orfane le anime dei fiori.

da Biblioteca Baltica

Vizma Belševica (1931 – 2005), poetessa, narratrice e traduttrice, è stata una delle figure più rilevanti della letteratura lettone dello scorso secolo.
Ha iniziato a pubblicare poesie dal 1947. Ha concluso i suoi studi nel 1961 all’Istituto di Letteratura Gorkij a Mosca, per poi diventare nel corso degli anni sessanta una delle voci poetiche più importanti della Lettonia. La sua raccolta “Gadu gredzeni”, una delle più popolari e importanti nella sua produzione, fece scandalo nella Lettonia sovietica, in particolare per la poesia“Indriķa Latvieša piezīmes uz Livonijas hronikas malām”, in cui la critica di Roma imperiale sottintendeva un attacco diretto al potere di Mosca.

In seguito la poetessa fu anche accusata di appoggiare il nazionalismo ucraino, e dovette subire per diversi anni un tacito divieto di pubblicazione. Nei circoli letterari e nelle case editrici, nei giornali e nelle televisioni, non si poteva neanche pronunciare il nome della Belševica.

Un altro drammatico fatto segnò la vita della poetessa a metà degli anni ottanta. Nel 1987 il figlio della Belševica,  Klāvs Elsbergs, anch’egli poeta, morì in circostanze molto strane e mai del tutto chiarite. La Belševica dopo quella tragedia smise di scrivere poesie e si dedicò alla trilogia narrativa “Bille”. Vizma Belševica è stata anche una grande traduttrice dal russo e dall’inglese.

La Belševica è stata membro dell’Accademia delle scienze di Lettonia dal 1990, premiata con l’Ordine delle Tre Stelle nel 1994. Ha ricevuto molti altri riconoscimenti come il premio Andrejs Upītis (1982), il premio Ojārs Vācietis (1988), il premio Forset in Svezia (1992), il premio Gopper (1993), il premio Spīdola (1997), il premio Tomas Tranströmer (Svezia, 1999) e due volte il Literatūras gada balva, il premio per la letteratura lettone (2002, 2004).

Chi è Paolo Pantaleo

Giornalista e traduttore, Firenze-Riga. Jau rīt es aiziešu vārdos kā mežā iet mežabrāļi

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