GRECIA: Approvate nuove misure d’austerità. Eppure il rischio default rimane

Si dovrà attendere ancora il 24 maggio, data del prossimo Eurogruppo, ma tutto lascia sperare per il meglio. O quasi.
Domenica 8 maggio, il Parlamento greco ha infatti approvato ulteriori misure di austerità volte a sbloccare la seconda tranche del terzo piano di aiuti internazionali per 86 miliardi di euro prima dell’Eurogruppo straordinario del lunedì (risoltosi, sostanzialmente, con un nulla di fatto).
Con una maggioranza di appena tre voti (153 su 300), il Primo ministro Alexis Tsipras è riuscito nell’impresa di riformare il sistema pensionistico, non toccando i trattamenti minimi, ma sforbiciando i cosiddetti assegni supplementari, garantendo risparmi pari a 1,8 miliardi. “Stiamo facendo di tutto per rimettere in piedi il paese – ha detto il presidente del Consiglio durante un infuocato dibattito – il 90% degli assegni previdenziali non sarà toccato. Abbiamo spostato il peso della crisi dalle spalle dei disoccupati e degli anziani a quelle di chi può permettersi di pagare un po’ di più e investiremo i futuri surplus di bilancio per alleviare la crisi umanitaria”.
Nella stessa votazione, il governo è riuscito a far approvare anche la riforma fiscale, che prevede un aumento delle tasse dirette e indirette per un valore di circa 3,6 miliardi: l’Iva salirà dal 23 al 24%, la soglia di reddito esentasse scenderà a 9.091 euro. Saranno rivisti al rialzo anche gli scaglioni di aliquote Irpef mentre ai redditi più alti verrà inasprita la tassa di solidarietà e si interverrà pure con un balzello sui giochi.
Sommando le due riforme, si arriva a un pacchetto dal valore complessivo di 5,4 miliardi di euro.

Scontri ad Atene, brindisi a Bruxelles

Le reazioni sono state molto diverse in Grecia e a Bruxelles. Difatti, mentre circa 10mila greci scendevano nelle strade di Atene per manifestare contro le ulteriori misure di austerity, a Bruxelles i ministri dell’Eurogruppo applaudivano l’ex ribelle Tsipras e, come premio, promettevano il riscadenzamento del debito ellenico, sostenendo ci fossero ormai tutti gli elementi sul tavolo per progressi molto significativi su tutti i fronti, a cominciare da quello sul debito, pur continuando ad escluderne una riduzione e subordinando il tutto al completamento delle misure previste dal Memorandum.

Le misure necessarie per completare, infatti, la prima revisione del programma, ovvero la valutazione dell’attuazione del Memorandum che raccomanda di volta in volta lo sblocco degli aiuti, non ci sono ancora tutte.

Mancano, tra le altre, quelle su crediti deteriorati e privatizzazioni. E soprattutto, manca quel “pacchetto di contingenza” da 3 miliardi addizionali chiesto dal Fmi e sostenuto dall’Eurogruppo, che consiste in tagli e tasse pronte a scattare se Atene non rispetterà i target di bilancio fissati dal programma. Il Governo ne contesta la fattibilità legale, perché il Parlamento non può approvare misure ‘in anticipo” sugli eventi. Per questo l’Eurogruppo ne ha rivisto la forma, chiedendo solo un ‘meccanismo’ pronto a scattare e non misure dettagliate, sperando che Atene possa approvarlo nei prossimi giorni. Ma il FMI, al contrario, si è detto è pronto a sfilarsi dal terzo memorandum se Atene non approverà questo pacchetto di contingenza. Il nodo risiede, tanto per cambiare, nelle previsioni: il Fondo monetario, che ritiene irrealistico il raggiungimento del target di avanzo primario del 3,5% fissato dall’Ue per il 2018, vorrebbe si procedesse con la ristrutturazione del debito greco già da ora; la Commissione Ue, invece, fa sponda con Atene, ritenendo che l’obiettivo sia realistico e raggiungibile.

Tsipras si è però subito dichiarato molto fiducioso: “Per la Grecia – ha detto – è un giorno importante e il 24 maggio sarà il giorno della svolta”. La speranza è quella non solo di vincere il braccio di ferro con il FMI, non soltanto quella di ottenere i 5 miliardi di euro necessari a pagare i 3,5 miliardi di debiti in scadenza a luglio ed evitare il default, ma anche di vedere ridotto il debito greco.
La situazione, se analizziamo, è in realtà identica ad un anno fa; la differenza è che oggi Varoufakis è tornato ad essere un politico tra tanti e a capo del governo siede il fratello gemello di quel Tsipras.

Chi è Flavio Boffi

27 anni, dottorando in Studi Politici a La Sapienza, laureato in Relazioni Internazionali all'Università degli Studi Roma Tre. Collaboro con East Journal da giugno 2014, dopo aver già scritto per The Post Internazionale e Limes.

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