Giacomo Ratto

CALCIO: Giacomo Ratto, portiere giramondo da Varese alla Mongolia

Se si pensa al calcio asiatico le prime cose che vengono in mente sono il mercato cinese, le avventure di Lippi, Gilardino e Diamanti al Guangzhou Evergrande o, tutt’al più, il boom calcistico giapponese degli anni ’90. C’è chi però chi in Asia ci è andato, ma da un’altra parte. Si aggiunge una nuova tappa nella carriera di Giacomo Ratto, portiere giramondo varesino che meno di un mese difende i pali dell’Ulanbaatar City in Mongolia.

La storia di Giacomo Ratto è quella di un vero e proprio globetrotter. Dopo anni passati nel tentativo di affermarsi in Italia la decisione di fare le valigie e partire: Malta, Panama e poi Nicaragua, per poi non fermarsi più. Quello della valigia sempre pronta è diventato uno stile di vita: Ratto ha poi giocato nelle Figi, in Zimbawe e in Svizzera prima di approdare, a metà aprile, in Mongolia. Una storia che ricorda quella di Lutz Pfannenstiel, portiere tedesco che giocò in venticinque paesi diversi e unico calciatore a giocare in tutte e sei le confederazioni FIFA: dalla Malesia a Singapore, dall’Albania alla Finlandia, dalla Nuova Zelanda al Sud Africa, dal Canada al Brasile, per poi continuare dopo il ritiro come preparatore dei portieri globetrotter, anche per le nazionali di Cuba e Namibia.

L’Ulaanbaatar City FC, fondato nel 2015, è al suo primo campionato e si presenta come una possibile mina vagante del torneo. Dieci squadre fanno parte della Mongolian National Premier League, otto delle quali provengono dalla capitale, due da Erdenet e una da Deren. La favorita per la vittoria finale è sicuramente l’Erchim, squadra della capitale e vincitrice di tre degli ultimi quattro campionati. L’Ulanbaatar City è invece la squadra esordiente, insieme al Bayangol FC (squadra fondata dall’inglese Paul Watson). Allenato dall’olandese Pieter de Jongh, l’Ulanbaatar potrà contare, oltre che su Giacomo Ratto, anche su altri tre stranieri di grande interesse, i russi Artëm Drobyšev, Iljan Kungurov e Michail Gandiljan; mentre un altro globetrotter, il marocchino Ghassane el-Barhami, dopo una fugace apparizione ai primi allenamenti è emigrato verso altri lidi.

La Mongolia era già passata nel destino di Giacomo Ratto. Era il 2014 e il portiere varesino aveva appena rescisso in Nicaragua: l’offerta mongola era allettante, tant’è che il portiere aveva rifiutato un’altra proposta, dalla Costa Rica, pur di giocare in Asia. La squadra con la quale aveva firmato, il Khoromkhon, fu però esclusa dal campionato a pochi giorni dall’inizio, costringendo Ratto a trovare un’altra sistemazione. In fondo la vita del nomade è così: bisogna stare attenti a procuratori e faccendieri, ma una volta preso il ritmo le gioie non mancano. E così in Mongolia ci è arrivato due anni dopo, quasi per caso: «Avevo contatti col mister, Pieter de Jongh, che ai tempi allenava il Cape Town. Volevo andare là, in Sud Africa. Lui è venuto in Mongolia e mi ha fatto chiamare: è nato tutto così», racconta a Gianlucadimarzio.com. Perché dopo un po’ a questa vita ci si abitua e i cambi da una parte all’altra del mondo diventano normali. E tornare in Italia? «In Serie B lo farei, se no mi sta bene continuare così». Aspettative troppo alte? Forse, ma fermarsi non è facile per un viaggiatore di razza: meglio un paio di guanti, scarpette da calcio e la valigia sempre in mano.

Chi è Alessandro Camagni

Nato a Cantù nel 1991. Laureato in Scienze Internazionali e Istituzioni Europee all'Università Statale di Milano con una tesi sull'ascesa e il declino del movimento "Solidarnosc" in Polonia. Scrive su "La Provincia di Como", "Il Fatto Quotidiano" e ha collaborato con "Gazzetta TV" .

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