RUSSIA: Giulietto Chiesa è sempre di casa a Mosca

da MOSCA – È atterrato a Mosca sabato 23 aprile il giornalista Giulietto Chiesa per presentare il suo nuovo libro, Rusofobia 2.0, uscito in Italia come Putinfobia (edito da Piemme). Nella cornice della famosa libreria “Dom Knigi” sul viale Novyj Arbat ha intrattenuto i presenti raccontando la sua visione sulla situazione creatasi in “Occidente”, dove, a suo avviso, un’informazione menzognera e succube (anche politicamente) degli Stati Uniti ha creato una dilagante e preoccupante “russofobia”. La sua opinione, sostiene il giornalista, in Europa non può avere spazio, mentre in Russia – e lo confermano il successo e gli applausi ricevuti alla presentazione del libro – è “di casa”.

La censura in Italia ed Europa

La prende sul personale Giulietto Chiesa. Per parlare di “censura”, prima di tutto, espone il proprio caso: da 13 anni non lo chiamano alla Rai, da quando ha pubblicato il suo libro sull’11 settembre non viene più recensito sui maggiori giornali nazionali. Tutta la stampa italiana e “occidentale” – per parlare al pubblico russo non esita ad utilizzare questi vecchi e “vuoti” concetti legati ad una visione del mondo a blocchi contrapposti – espone in maniera univoca un punto di vista completamente contrario alla Russia e critico verso di essa. Chi si fa portavoce di opinioni differenti, continua Chiesa, viene zittito. Putin e Mosca sono il “Peccato”, aggiunge il giornalista, tutti i “mali” del mondo sono da imputare a loro, dall’aereo abbattuto ai Panama Papers. Ed è così che i fatti in Ucraina vengono presentati come un’aggressione russa ai danni di Kiev, mentre Chiesa a riguardo non la pensa altrettanto – aggiudicandosi con tale affermazione l’applauso del pubblico russo. Un altro applauso suscita la convinzione del giornalista che Kiev sia guidata da una stretta cerchia di persone affiliate agli Stati Uniti. L’opinione divergente di Giulietto Chiesa sulla situazione odierna in Occidente non viene compresa “ed è per questo che ho deciso di scrivere questo libro”.

La situazione odierna, secondo Giulietto Chiesa

A differenza dell’informazione mainstream europea e americana, il giornalista afferma di non vedere affatto nel Cremlino atteggiamenti particolari che possano minacciare la pace mondiale. Al contrario trova preoccupante e significativo l’accerchiamento armato che gli Stati Uniti stanno facendo attorno alla Russia: i paesi baltici si sono trasformati in una base americana e, se come Washington desidera (ma è forse davvero così?), l’Ucraina entrerà a far parte della NATO, anche Kiev diverrà un nodo fondamentale (non piuttosto una polveriera destabilizzante?). Se per la stampa occidentale Putin è il male, per Chiesa lo sono gli Stati Uniti: a loro affida la responsabilità per la situazione in Ucraina (dice che da anni organizzavano l’“EuroMaidan”) ed anche per la nascita e il sostentamento dell’ISIS (e definisce Arabia Saudita e Turchia “filiali” di Washington). La stessa crisi economica che sta attanagliando la Russia al momento viene dall’“Occidente”, ed è stata architettata da una cerchia di grossi personaggi della finanza.

La russofobia come arma dell’Occidente secondo Chiesa

Nel particolare quadro disegnato dalla prospettiva sbilanciata di Chiesa, la russofobia che attraversa l’Europa è l’unica arma che l’Occidente ha trovato per convalidare la propria posizione nel mondo. Eppure, secondo Chiesa, è preoccupante che il mondo assuma un vessillo monolitico, e il giornalista trova fondamentale la forte presa di campo di Putin: Chiesa è convinto che nel mondo ci sia bisogno di una Russia forte, che sappia far sentire agli altri il rischio che corrono con certi atteggiamenti. A suo avviso, la situazione della stampa è addirittura migliore in Russia che non in Europa e negli Stati Uniti, poiché quest’ultima, oltre a dare una unica visione dei fatti (ma forse non lo fa anche la stampa russa?), si concentra a periodi alterni su determinate situazioni, mentre altre vengono come congelate e pertanto dimenticate dalla gente (come il Donbass, ad esempio). Per quello che vale, forse Chiesa si è perso la recente classifica della libertà di stampa, da poco pubblicata dall’organizzazione Reporter Senza Frontiere, in cui, se l’Italia non ottiene un buon giudizio (77esimo posto), la Russia riesce a fare di peggio (148esimo posto).

A Giulietto Chiesa va sicuramente riconosciuta una cosa, la coerenza di mantenere fisso il proprio punto di vista negli anni, simile ai russi nostalgici che omaggiano ad oggi le statue di Lenin o la tomba di Stalin, riuscendo con un incredibile slancio di volontà a chiudere un occhio sui lati tragici del periodo comunista. E così Chiesa, che si dice deluso dalla politica di Eltsin – “è lui il principale distruttore dell’Unione Sovietica, non Gorbačev” ha affermato alla presentazione del libro – ritrova oggi le speranze in Putin e nella sua “missione” atavica per la “Grande Russia”. La può chiamare pure “censura”, ma a noi non stupisce che la sua opinione ottenga più successo a Mosca che in Italia.

Chi è Martina Napolitano

Dottoressa di ricerca in Slavistica presso l'Università di Udine, è direttrice editoriale di East Journal e scrive principalmente di Russia.

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