Pubblico e critica della Berlinale sono stati unanimi nell'apprezzare Ave Cesare, il nuovo film dei fratelli Coen Era dai tempi di Burn After Reading (2008) che i fratelli Coen non ci regalavano un film così divertente.

Ave Cesare! La fede per Hollywood dei fratelli Coen apre la Berlinale

Pubblico e critica della Berlinale sono stati unanimi nell’apprezzare il nuovo film dei fratelli Coen. Era dai tempi di Burn After Reading (2008) che i fratelli Coen non ci regalavano un film così divertente.

Ave, Cesare! è una parodia di Hollywood, dei suoi film e del suo mondo fatto di sogni. Ambientato nel 1951, in pieno maccartismo, il film racconta di una giornata nella vita di Eddie Mannix (un ottimo Josh Brolin), un “fixer”, ovvero un produttore/faccendiere della Capitol Pictures Studios, alle prese con numerosi problemi da risolvere per proteggere l’immagine pulita delle star che sono sotto contratto. Questo significa impedire che accadano storie scandalose provocate da sesso, droga, alcool. Il suo più grande problema è uno dei film in produzione: “Ave, Cesare! Un racconto di Cristo”, un dramma storico-religioso interpretato da una delle più grandi star del momento, Baird Whitlock. Durante le riprese Baird viene rapito e il compito di Eddie è mantenere la storia fuori dalle cronache e cercare di risolverla…

I fratelli Coen sono nati negli anni ’50 (Joel nel 1954, Ethan nel 1957), il film è perciò ambientato in un’epoca che non hanno vissuto se non nella mitologia del cinema, ed è proprio da questa mitologia che il film parte e sviluppa. Eddie Mannix, infatti, nel suo tour de force gira sui set delle varie produzioni di film, e questo espediente dà i Coen l’opportunità di mostrare le loro versioni di generi classici di Hollywood: una scena biblica con i soldati romani alla Ben Hur, una sequenza di balletto acquatico come ne La ninfa degli antipodi (film del 1952 di Melvin LeRoy), una scena di musical che sembra Viva le donne! di Robert Lord.

Il film è pieno di riferimenti a luoghi reali e persone realmente esistiti: ad esempio Nick Schenck che non appare mai nel film è il vero nome di un boss della Mgm del periodo, George Clooney è l’attore principale Baird Whitlock, una classica star tipo Kirk Douglas con un passato da tener nascosto. Il giovane biondino Alden Ehrenreich è Hobie Doyle, cantante/cowboy alla Kirby Grant. Ralph Fiennes interpreta invece Laurence Laurentz, regista inglese gay e iper-raffinato specializzato in drammi da camera, la provocante Scarlett Johansson è DeeAnna Moran, attrice e pin-up alla Esther Williams, la stilosa Tilda Swinton interpreta le gemelle giornaliste Thora e Thessaly Thacker prendendo esempio dal gossip style di Hedda Hopper. Lo stentoreo Channing Tatum è invece Burt Gurney, un attore/ballerino di tip-tap, anche lui gay, stile Gene Kelly, la Carlotta Valdez del film è ovviamente Carmen Miranda, cantante brasiliana poi passata al cinema a interpretare se stessa, infine la strepitosa Frances McDormand che in una sola e memorabile scena è la montatrice C.C. Calhoun. In verità ci sono anche degli sceneggiatori comunisti e pure il filosofo Herbert Marcuse….

Ave, Cesare! sta a metà strada tra una parodia e un giocoso omaggio alla Hollywood che fu, gli anni ’50 furono il periodo più glorioso della macchina dei sogni, il massimo del cinema americano è di quegli anni ma è anche il periodo più bieco: è noto che il maccartismo ha fatto sì che molti tra sceneggiatori e registi venissero messi in “lista nera”, allontanati o costretti a firmare sotto pseudonimo i loro script e film. Le coincidenze del caso vogliono che esce proprio in questi giorni in Italia L’ultima parola – La vera storia di Dalton Trumbo, il film che racconta la storia dello sceneggiatore comunista che andò in prigione rifiutandosi di rispondere alle domande del Comitato per le Attività Antiamericane. Questo tema è toccato dai Coen con fin troppa leggerezza e sarcasmo, anche se la scena da “terapia di gruppo comunista”, in cui si ritrova Clooney dopo il rapimento, è talmente folle che non si può che ridere. Questa sottovalutazione delle persecuzioni ai danni dei comunisti è forse il punto debole del film, che però è compensata dal modo in cui è raccontata la costante minaccia che gli omosessuali dovevano subire in quegli anni. Anche qui i Coen sanno far ridere, mostrando come l’iconografia gay esplodeva in luoghi sorprendenti.

Il bello del film è che rimane divertente anche senza conoscere e cogliere tutti gli esilaranti riferimenti, è una commedia piena di tocchi leggeri e di elegante follia. Una delle migliori scene del film è la riunione convocata da Eddie con un prete cattolico, un sacerdote greco ortodosso, un pastore protestante e un rabbino per discutere sullo script del film e per evitare che gli spettatori delle diverse fedi si possano offendere.

Proprio la componente religiosa è interessante da analizzare (lo fa molto bene Richard Brody sul New Yorker), infatti il film si apre e si chiude con Eddie che confessa i propri peccati in chiesa, ovviamente nei suoi peccati non rientra nulla della sua attività, più o meno legale, per conto dello studio cinematografico. Come dire che la fede puo’ essere solo nel classico di Hollywood, nelle sue contraddizioni e nella sua follia, il culto per le sue star e per la sua mitologia può essere messa a un livello superiore di qualunque religione. È la religione-Hollywood dei Fratelli Coen.

Ave Cesare!  di Joel e Ethan Coen uscirà nelle sale italiane il 10 marzo.

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