di Pietro Acquistapace
Recensione a I nuovi Khan, di Gianpaolo Capisani, Bem Edizioni
Pubblico la recensione di un libro vecchiotto (la prefazione riporta la data del 30 marzo 1996) ma che vale assolutamente la pena di considerare. L’autore, specializzatosi in storia dell’Urss all’école des hautes études in sciences socales di Parigi, vuole offrire al lettore “una chiave di lettura per comprendere l’attuale realtà” dei paesi dell’Asia Centrale ex-sovietica. La struttura del libro permette di leggere lo stesso anche a distanza di anni con estremo piacere. Siamo infatti lontani dall’estrema specializzazione di tante opere dal taglio giornalistico spesso scritte sull’onda degli eventi, la cui lettura risulta decisamente meno interessante una volta gli eventi siano trascorsi.
Il libro di Capisani si propone infatti di affrontare il processo di dissoluzione di questa parte di impero sovietico attraverso un’analisi che ne rintracci le origini storiche. Ogni capitolo è dedicato ad uno dei cinque paesi in questione (nell’ordine Kazakhstan, Uzbekistan, Turkmenistan, Tagikistan e Kirghizistan) ed è al suo interno diviso in sottocapitoli riguardanti: l’evoluzione politica, il territorio e la popolazione, cenni storici, l’economia ed infine i caratteri culturali; il tutto accompagnato da singole schede su singoli argomenti di interesse collegati ai paesi oggetti di studio, come il lago d’Aral o la guerra in Afghanistan.
Leggendo il volume si percepisce chiaramente l’influenza della “scuola francese” nella trattazione degli argomenti oggetto del volume. Tale influenza la si può ritrovare nella struttura stessa, fortemente schematica, dell’opera e nella grande importanza attribuita alla geografia ed all’economia di ogni paese.
Ma proprio tale schematismo permette a chi non è un esperto di tale area geografica di avvicinarsi al tema senza essere respinto da tecnicismi o iperspecialismo. Anche la sezione più “contemporanea” di ogni capitolo (l’evoluzione politica) è più rivolta alla descrizione delle vicende che a tracciare possibili previsioni, il che rende merito all’autore che si tiene a distanza da quella “fantapolitica divinatoria” che troppo spesso serpeggia tra le opere di geopolitica anche di qualità e valore.
Un’opera quindi, che si rivela assolutamente un punto di riferimento per chi voglia conoscere meglio le vicende dell’Asia Centrale, e degno di tal nota in tal senso è il sottolineare la ricchissima bibliografia, sia ad accompagnamento dei singoli capitoli che generale, e la presenza di una lista di siti web che l’autore ha inserito a degno completamente di un libro che si legge, e rilegge, con slancio e curiosità