ASIA CENTRALE: L’epoca delle grandi svalutazioni

Fino a non molto tempo fa il Kazakistan sembrava avviato sulla comoda strada dello sviluppo economico trainato dall’esportazione di materie prime, di cui il Paese è ricchissimo, e la Banca Nazionale del Kazakistan era poco nota fuori dal Paese, se non per essere riuscita nella notevole impresa di trascrivere erroneamente il proprio nome su una serie di banconote di nuova immissione.

Le cose sono iniziate a cambiare nel 2014, quando sull’economia nazionale iniziarono a pesare le conseguenze del rallentamento dell’economia russa, appesantita anche dalle sanzioni europee imposte a Mosca come punizione per l’annessione della Crimea. In seguito a tale rallentamento infatti la Banca centrale russa ha dovuto svalutare il rublo, con il risultato, tra le altre cose, di aumentare la competitività dei prodotti russi nei confronti di quelli dei Paesi vicini. Uno dei Paesi a subire maggiormente questo cambiamento è stato appunto il Kazakistan, uno dei principali mercati per i prodotti russi. Di conseguenza, le autorità del Paese si sono viste costrette nel Febbraio del 2014 a svalutare il tenge, la valuta nazionale, del 19%, facendo passare il tasso di cambio da 155 tenge per dollaro a 185 per dollaro.

Purtroppo per il Kazakistan, per tutto il 2014 ed il 2015 la situazione è andata peggiorando, e l’economia del Paese è stata colpita da una serie di eventi sfavorevoli. Da un lato c’è stato il crollo del prezzo delle risorse energetiche, principale bene esportato, che ha seriamente danneggiato la crescita di Astana. Dall’altro invece ci sono state una serie di svalutazioni multiple da parte dei principali soci commerciali, soprattutto Russia e Cina, le quali hanno posto le esportazioni e le importazioni del Paese asiatico in una situazione insostenibile.

A questo punto, Astana ha dovuto reagire rendendo più debole il proprio controllo sulla valuta e consentendole quindi di fluttuare. Il risultato è stato una serie di deprezzamenti ripetuti che hanno duramente colpito i cittadini del Paese, i quali hanno visto i propri risparmi fortemente erosi, oltre a far guadagnare al tenge il dubbio onore di “moneta più volatile del mondo”. Nonostante le affermazioni del presidente Nazarbaev, che in campagna elettorale ad Aprile aveva promesso di evitare altre svalutazioni, ad Agosto il governo kazako ha ulteriormente svalutato la moneta del 4,5%, dando vita ad un processo che ha visto il tenge crollare fino a toccar ad Ottobre la quota di 300 per ogni dollaro, per poi attestarsi circa a quota 280. Un crollo così repentino ha spinto la Banca Centrale, guidata da Kairat Kelimbetov, ad intervenire spendendo 1,7 miliardi di dollari, pari al 6% delle riserve del Paese. In Ottobre poi, sempre per cercare di ridurre la volatilità del tenge e per renderlo più attrattivo per gli investitori, la Banca ha innalzato il tasso di interesse dal 12% al 16%. Nonostante queste mosse però la volatilità della valuta rimane molto elevata, e le voci che prevedono una terza svalutazione del tenge diventano sempre più forti.

Il Kazakistan però non è il solo Paese dell’Asia centrale a sperimentare questi problemi valutari, in quanto tutte le economie dell’area sono scosse da forti turbolenze.

Il 1 Gennaio del 2015 il Turkmenistan è stato costretto a svalutare la propria valuta, il manat, del 18,6%, portando il tasso di cambio a 3,5 manat per ogni dollaro. Questa svalutazione tuttavia ha profondamente spaventato gli abitanti dello Stato, che, temendo una nuova svalutazione, nei mesi successivi si sono affollati davanti agli sportelli di cambio per convertire i propri risparmi in dollari od euro. Di fronte al conseguente deterioramento delle proprie riserve di valuta straniera, le autorità di Ashgabat hanno risposto lo scorso 12 Gennaio con il divieto di vendere dollari ed euro. Come bisognava aspettarsi, questa decisione ha dato una forte spinta al mercato nero, dove il dollaro viene adesso scambiato a 4-4,20 manat, contro il precedente valore di 3,60-3,70 manat.

Da parte sua invece, l’Uzbekistan fino ad ora ha evitato ampie svalutazioni della propria valuta, il som, mantenendo il regime di crawling-peg con il dollaro ( ovvero un regime di tasso di cambio in cui la valuta nazionale è agganciata al valore di un’altra valuta, solitamente il dollaro, ma allo stesso tempo è libera di apprezzarsi o deprezzarsi in una banda di oscillazione limitata ed in maniera graduale). Nonostante ciò, le autorità di Tashkent non sono riuscite ad impedire una lenta ma costante svalutazione della propria valuta, che nell’arco di dieci mesi ha perso il 10% del proprio valore, passando 2422,4 som per dollaro all’inizio del 2015 a 2692,13 per dollaro ad Ottobre dello stesso anno, per arrivare a 2821 som per dollaro agli inizi del 2016. Allo stesso tempo, inoltre, il valore del dollaro sul mercato nero è balzato da 5300 a 6100 som.

Dallo scenario qui tratteggiato appare probabile che il 2016 sarà probabilmente un anno molto difficile per le economie dell’area, e le continue svalutazioni unite al clima di persistente incertezza e sfiducia potrebbero andare a minare lo stato di relativo benessere e stabilità sul quale i leader dell’area hanno basato il proprio consenso.

Chi è Umberto Guzzardi

Nato a Novara nel 1991, appassionato di geopolitica, relazioni internazionali, storia antica e moderna, ha conseguito la laurea magistrale in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l'Alma Mater Studiorum Università di Bologna sede di Forlì. Ha trascorso vari periodi di studio all'estero, tra cui uno in Lituania ed un altro a Buenos Aires, per la scrittura della tesi magistrale. Atualmente è Ricercatore presso Wikistrat, e collabora anche con il Caffè geopolitico, dove si occupa di America latina e Sud-est asiatico.

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Un commento

  1. Per curiosità: che fine ha fatto l’Unione Economica Eurasiatica? Tanto trionfalisticamente annunciata da non essere nemmeno citata nell’articolo…
    http://www.eastonline.eu/it/opinioni/montagne-russe/a-che-punto-e-l-unione-eurasiatica
    http://www.kyivpost.com/article/opinion/op-ed/alexei-bayer-ukraine-may-be-running-out-of-time-407035.html

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