RUSSIA: Chi tocca Kadyrov muore. Minacciato politico dell’opposizione

Negli ultimi giorni in Russia avevano prodotto notevole clamore le parole di Konstantin Senčenko, membro del piccolo partito d’opposizione Piattaforma Civica nonché deputato del Consiglio municipale della città di Krasnoyarsk, in Siberia, che aveva rivolto attraverso Facebook dure critiche nei confronti di Ramzan Kadyrov, leader della Cecenia, colpevole di “costruire palazzi” con i soldi dei contribuenti russi e di vantare diversi titoli accademici avendo però alle spalle “tre anni di elementari”, accusandolo infine di essere “la vergogna della Russia”.

Le pesanti accuse di Senčenko sono state in verità una risposta alle ultime altrettanto dure affermazioni fatte da Kadyrov, che nel corso di un comunicato ufficiale aveva definito gli attivisti e i membri dei partiti d’opposizione, tra i quali vi è appunto lo stesso Senčenko, dei “nemici del popolo e traditori” che stavano cercando di sfruttare a proprio vantaggio le recenti difficoltà economiche della Russia per destabilizzare il paese. Secondo quanto dichiarato da Kadyrov inoltre, i membri dell’opposizione “dovrebbero essere messi sotto processo, con la massima severità, per sabotaggio”. Parole così pesanti non sono ovviamente sfuggite agli esponenti dell’opposizione russa, tanto da far scatenare numerose reazioni critiche nei confronti di Kadyrov, tra cui la più dura di tutte è stata proprio quella del deputato di Krasnoyarsk.

Le accuse di Senčenko non sembrano però essere state gradite né Kadyrov né tanto meno dai suoi uomini. In seguito alle sue affermazioni sul leader ceceno, il politico siberiano è stato infatti vittima di diverse minacce e intimidazioni, a tal punto da essersi sentito dire da sconosciuti che avrebbe fatto la fine di Boris Nemtsov, politico liberale e membro dell’opposizione russa assassinato a Mosca lo scorso febbraio, dietro alla cui misteriosa morte in molti pensano ci sia stato proprio lo zampino di Kadyrov.

La lite tra Kadyrov e Senčenko, che sembrava essere destinata ad avere degli strascichi, si è però improvvisamente risolta con un inaspettato colpo di scena: recentemente il leader ceceno ha infatti diffuso attraverso il suo profilo Instagram un filmato dove si vede Senčenko rivolgere le sue pubbliche scuse a Kadyrov per le affermazioni fatte nei suoi confronti. “Ramzan Akhmadovič, ho sbagliato, ho agito a caldo, emotivamente, porgo le mie sentite scuse. Ho avuto contatti con rappresentanti del popolo ceceno…” dopodiché il filmato si interrompe improvvisamente.

Ma a quali “rappresentanti del popolo ceceno” ha fatto riverimento Senčenko nel filmato? E perché il video si è interrotto all’improvviso? Questo ancora nessuno lo sa, anche se in seguito alla pubblicazione del filmato lo stesso Senčenko ha spiegato attraverso il suo blog che gli avrebbe fatto visita una persone “famosa non solo a Krasnoyarsk ma in tutta la Russia” che lo avrebbe in qualche modo convinto sull’autorevolezza di Kadyrov e sulla necessità di fare un passo indietro e chiedere scusa per le sue parole. Anche se Senčenko non ha voluto fare nomi, si pensa che ad avergli fatto visita possa essere stato Buvaysar Sayriyev, tre volte campione olimpico di lotta libera e attualmente consigliere di Kadyrov, nonché cittadino onorario di Krasnoyarsk, che aveva criticato duramente il politico siberiano in seguito alla sua uscita sul leader ceceno. Intanto Kadyrov, sempre attraverso il suo profilo Instagram, ha tenuto a far sapere a tutti i suoi sostenitori di avere accettato le scuse di Senčenko, con tanto di numerosi smile a corredo.

A capo della Repubblica di Cecenia dal 2007, in cambio della totale fedeltà nei confronti del presidente Putin e del pieno sostegno nella lotta al terrorismo islamista, Ramzan Kadyrov è riuscito a ottenere dal Cremlino la possibilità di gestire la repubblica caucasica come se fosse un dominio personale. Negli ultimi anni gli attivisti locali hanno continuato a denunciare abusi commessi dai suoi uomini a danno della popolazione, tra cui rapimenti, torture ed esecuzioni sommarie. Cecenia a parte, ultimamente in Russia è generalmente aumentata la pressione nei confronti delle forze d’opposizione, soprattutto in seguito alla violenta repressione delle proteste di piazza Bolotnaya del 2012, definita proprio di recente una grave violazione dei diritti umani da una sentenza della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo.

Chi è Emanuele Cassano

Ha studiato Scienze Internazionali, con specializzazione in Studi Europei. Per East Journal si occupa di Caucaso, regione a cui si dedica da anni e dove ha trascorso numerosi soggiorni di studio e ricerca. Dal 2016 collabora con la rivista Osservatorio Balcani e Caucaso.

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