LITUANIA: Polemica tra il governo e la minoranza russa

Nuove polemiche sotto l’albero di Natale tra il governo lituano e le minoranze presenti nella Repubblica. Il terreno di scontro ovviamente si è giocato sotto l’ombrello dell’istruzione pubblica e delle scuole che forniscono insegnamento nelle lingue madri delle varie minoranze etniche presenti nella Repubblica. La miccia è esplosa dopo che Gediminas Grina, ex Capo del VSD (il Dipartimento per la sicurezza dello Stato) ha attaccato, tramite un post Facebook, le scuole per la minoranza etnica russa, le quali fornirebbero un’educazione ghettizzata, costituendo una grave minaccia per la sicurezza nazionale in quanto al loro interno si svolgerebbero azioni di propaganda nei confronti degli studenti, coadiuvate dagli stessi docenti. La soluzione illustrata da Grina sarebbe chiara e drastica: chiudere una volta per tutte questi istituti e riorganizzare definitivamente, in chiave nazionale, il sistema scolastico lituano.

La risposta alle dichiarazioni di Grina non si è fatta attendere ed è arrivata per bocca di Svetlana Vasichkina, insegnante alla scuola “Žaliakalnis” di Klaipeda, istituto nella quale frequentano lezioni numerosi studenti provenienti dalla larga comunità russofona della città portuale baltica. La docente, responsabile anche della comunità russa della città, ha definito “totalmente ingiustificate” le accuse mosse contro le scuole per le minoranze etniche. Secondo la Vasichkina, le parole dell’ex responsabile per la sicurezza della Repubblica “sono dolorose in quanto potrebbero spingere molte persone, in preda alla sfiducia, ad attuare azioni contro la scuola, dimenticandosi immediatamente della cose buone che sono state realizzate”. Tra questi, la docente cita con orgoglio i progetti portati avanti dall’istituto, volti a promuovere lo spirito civico e l’integrazione dei giovani nella società, attraverso un alto livello di formazione che possa aprire loro, in futuro, le porte delle più prestigiose università del paese. E attraverso l’apprendimento in maniera avanzata della stessa lingua lituana, come richiede anche la Legge sull’Istruzione in vigore dal 2011.

La tensione e il clima di sfiducia tra i rappresentanti delle istituzioni e le scuole della minoranza russa, esasperata dopo lo scoppio del conflitto armato nel Donbass nel 2014 e i timori di nuove mire egemoniche del Cremlino nei confronti delle ex Repubbliche sovietiche affacciate sul mar Baltico, vede in un settore essenziale come quello dell’educazione un terreno di scontro per una partita molto tesa. Numerosi analisti politici e militari hanno messo in guardia la politica dalle possibili penetrazioni di Mosca all’interno delle comunità etniche di Lituania, sia attraverso la crescita notevole dei canali tv in lingua russa, sia attraverso operazioni di “brainwashing” e propaganda all’interno degli istituti scolastici. Le preoccupazioni sia dell’esecutivo che dell’intelligence sono cresciute a seguito dei casi di alcuni studenti provenienti da due differenti scuole di Vilnius portati in alcuni campi militari in Russia, chiamati “Sojuz”, da alcuni dei loro insegnanti; iniziativa della quale però entrambi i direttori scolastici sembravano non saperne assolutamente nulla. Polemica riesplosa quando un gruppo di boy scout di Visaginas, cittadina nell’est della Lituania a maggioranza russofona, sembrerebbe aver frequentato un’altra di queste strutture. Numerosi esponenti del Partito Conservatore hanno chiesto l’apertura di commissioni d’inchiesta parlamentari (poi risoltesi con un nulla di fatto), e Grina ha suonato l’allarme su possibile flussi di denaro dall’est verso le scuole, quando però la stesse legge già citata afferma che è competenza del governo nazionale provvedere al finanziamento del sistema d’istruzione pubblico.

Un’altra protesta avente per sfondo le minoranze e il loro ruolo nella scuola pubblica aveva anticipato le tensioni tra professori e classe dirigente: a settembre era stato il turno delle scuole polacche di proclamare uno sciopero contro l’obbligo di stabilire 800 ore in più per lo studio del lituano a scuola, in vista del test finale previsto ad ogni fine anno scolastico.

Chi è Mattia Temporin

Nato a Rovigo, adottato da Bologna, ho conseguito la laurea triennale in Scienze storiche e quella magistrale in Relazioni Internazionali presso l'Alma Mater Studiorum. Ho vissuto 9 mesi a Tallinn, dove ho svolto lo SVE ( Servizio volontario europeo) in un Istituto comprensivo per bambini di lingua russa. Tra le altre esperienze all'estero, non posso dimenticare il mio soggiorno a Wroclaw, in Polonia, di 5 mesi. Attualmente vivo e lavoro a Vilnius.

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