RUSSIA: Il “Resoconto dell’Anno” di Putin

Come ogni dicembre, il presidente Putin ha organizzato la conferenza stampa “Resoconto dell’Anno”. Quest’anno ha risposto per oltre tre ore a 44 domande dei 1390 giornalisti presenti. Il contenuto delle risposte del presidente è stato trascritto in diretta dal giornale Nezavisimaja Gazeta. Gli argomenti toccati passano dall’economia, alla crisi siriana, alla questione dei gasdotti South/Nord/Turkish Stream, all’Ucraina.

Economia

La crisi economica sarà superabile in tempi brevi? Certo, la caduta del prezzo del petrolio ha avuto i suoi effetti sul PIL, sull’inflazione, sul reddito reale dei lavoratori; eppure già quest’anno, ha affermato ottimisticamente Putin, “si sono osservati segnali di una stabilizzazione dell’economia, e vi è una piccola ricrescita del PIL”. Da maggio la produzione industriale ha ricominciato a crescere, e lo stesso si è registrato nel settore agricolo, sebbene l’export si sia ridotto. La disoccupazione è attorno al 5,6%. Si è anche ridotto il debito verso i paesi stranieri ed anche il deflusso di capitali. “Tutto sommato questo è il risultato del buon operato del governo”, di cui il presidente si dice “soddisfatto”.

Si stima una crescita dello 0,7% per il 2016, che arriverà all’1% nel 2017 e al 2,8% nel 2018. Alla domanda sull’abbassamento dei tassi di interesse, Putin ha risposto che “non dobbiamo mettere a tacere la Banca Centrale come faceva l’URSS con la sua economia pianificata, ma dobbiamo se mai favorire la riduzione dell’inflazione e dei rischi; poi i tassi si ridurranno da sé”. Le operazioni militari poi intraprese ora in Siria, stando al presidente, “non determinano un peso serio sul budget statale”, in quanto sono finanziate da fondi riconvertiti che erano inizialmente stati stanziati per gli istituti militari.

Gasdotti

Per quanto riguarda il Nord Stream, “molti stati – ha affermato Putin – si sono opposti al progetto”, mentre invece “non ci è stata data la possibilità di realizzare il South Stream, prima dal Parlamento Europeo, poi dalla Commissione UE che ha preteso dalla Bulgaria l’interruzione dei lavori, poi dal moderatore olandese”. Infine, “il Turkish Stream non dipende da noi”, ma dalle garanzie e dal supporto che la Commissione Europea saprà dare. Il transito di gas attraverso l’Ucraina poi “non deve venire sospeso”, secondo il presidente russo.

Turchia

“Le azioni da parte del governo turco non sono amichevoli, ma ostili. Ci hanno colpito alla schiena senza ragioni comprensibili. Invece che chiamarci dopo l’abbattimento dell’aereo militare, sono corsi a nascondersi dietro la NATO. Pensavano che così ce ne saremmo andati? La Russia non è fatta così. Abbiamo rinforzato la nostra presenza con i C-400”. Inoltre, Putin ha espresso timore per l’islamizzazione dell’area turca e caucasica, di diretto interesse russo.

Siria e Assad

Putin ha nuovamente ribadito la sua opposizione alla destituzione di Assad, questione che dovrà essere a suo parere decisa dalla popolazione siriana “stando al buon senso e al diritto internazionale”, una volta che il conflitto sarà risolto. Sarà allora necessaria una nuova Costituzione e un meccanismo di controllo democratico sulle elezioni, e su questo “il nostro piano coincide con quello americano”. “L’ISIS è una minaccia per tutti”, ha poi affermato, ma l’alleanza formata dall’Arabia Saudita contro questo nemico comune non lo convince: “perchè hanno trovato necessaria una nuova alleanza, se ve ne è già una creata dagli USA?”. Per quanto riguarda la base russa in Siria a Latakia, Putin ha espresso perplessità sulla sua reale utilità: “è una spesa”.

Ucraina

Putin ha affermato di non aver mai detto “che nel Dombass non ci sono uomini impegnati nella causa, anche dal punto di vista militare”, ma “non vi sono truppe regolari”. Si è anche detto pronto ad accettare gli accordi di Minsk, ma non prima che la Costituzione ucraina introduca delle modifiche sullo status speciale dell’area. Inoltre ha criticato gli organi di governo ucraino per la loro dipendenza dall’estero: “come a dire che gli ucraini da soli non sono capaci di governarsi bene”. Alla domanda sul ruolo che assumerà Sebastopoli per la Russia, Putin ha risposto che “dire che sarà unicamente una base marittima non è esatto”, ma che lascerà agli organi di governo e ai cittadini della città decidere come essa si dovrà sviluppare.

Georgia

Il presidente russo si è detto “pronto a ristabilire i rapporti con la Georgia”, soprattutto per motivi economici (ha ricordato le ingenti importazioni di vino ad esempio). Si è rifiutato comunque di assumere la responsabilità per le tensioni che dal 2008 continuano ad esserci tra Tbilisi e Mosca: “la colpa è sulle spalle dei precedenti governi georgiani”.

Doping

Sul recente scandalo, Putin si è espresso amaramente, condannando il doping come “veleno per le persone, che inoltre lede al principio dell’onesta concorrenza sportiva”. Ha inoltre aggiunto che “se all’atleta servono dei preparati per raggiungere un buono stato di salute, allora vada pure a gareggiare in qualche sport paraolimpico”.

Delitto Nemtsov

“Lo conoscevo e tale delitto deve essere punito. Non ho mai discusso con il governo ceceno su questa questione e non ne ho intenzione”, ha risposto Putin a chi gli ha domandato se ne avesse parlato con Kadyrov.

Chi è Martina Napolitano

Dottoressa di ricerca in Slavistica presso l'Università di Udine, è direttrice editoriale di East Journal e scrive principalmente di Russia.

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