ALBANIA: Fuori i pregiudicati dalle istituzioni, trovato l’accordo


La maggioranza e l’opposizione albanese hanno raggiunto un primo accordo per estromettere dalle istituzioni i pregiudicati. Nelle ultime elezioni amministrative del 21 giugno scorso le liste dei partiti politici avevano dei candidati sospettati di collegamenti con la criminalità organizzata e la mafia. La società civile, i media, l’ ambasciata Usa e l’Ue avevano reagito in diverse forme. L’opposizione albanese guidata da Lulzim Basha aveva organizzato precedentemente una serie di manifestazioni chiedendo al premier socialista Edi Rama la rimozione dei criminali dal Parlamento, dove alcuni deputati della maggioranza avevano delle condanne a loro carico fuori dall’Albania. Due deputati della maggioranza sono finiti in prigione e un terzo ha dato le dimissioni per le gravi accuse.

Tuttavia una legge che impedisse l’infiltrazione diretta della criminalità organizzata e della mafia è stata intesa come necessaria. La creazione di una commissione parlamentare ad hoc per “de-criminalizzare” il parlamento e le istituzioni ha raggiunto in questi ultimi giorni una conclusione felice dopo mesi di tentativi e richieste giudicate incostituzionali. L’opposizione di centro-destra del partito democratico ha richiesto che ai candidati per le elezioni future vengano prese e verificate entro una settimana le impronte digitali e fatto il test della droga. Ma se la prima è stata accettata in quanto in Albania ogni cittadino fornisce le proprie impronte digitali quando prende il passaporto o un carta di identità; la seconda, il test della droga, non è stata accettata.

Nel progetto-legge approvato dalla commissione parlamentare c’è una lista di 79 reati previsti dal Codice penale, e si rileva che coloro che hanno commesso questi atti non possono essere eletti come deputati, sindaci o dirigere le istituzioni pubbliche. Una volta approvata la legge tutte le cariche pubbliche saranno oggetto di verifica.

L’espressione albanese dekriminizalizim i politikes”, fuori i pregiudicati, è stata articolata per la prima volta da parte dell’opposizione dopo le elezioni del 2013, dove, si riteneva che in Parlamento fossero stati elette alcune persone con un passato criminale e si è resa necessaria una “pulizia” non solo del Parlamento, ma anche dell’amministrazione pubblica di questi individui.

Da parte sua, la maggioranza inizialmente aveva dichiarato come infondate le affermazioni dell’opposizione. Ma la situazione sarebbe diventata tesa, giorno dopo giorno, fino al mese di luglio 2014, quando dopo un attacco da parte del deputato socialista Arben Ndoka e Pjerin Ndreu al collega Gent Strazimiri nei locali del Parlamento, l’opposizione aveva deciso di boicottare il Parlamento, cercando come unica soluzione la rimozione di alcuni elementi da parte del parlamento. La polemica continuò per mesi con accuse e contro accuse, fino all’intervento della comunità internazionale per mettere entrambe le parti a confronto.

Chi è Lavdrim Lita

Giornalista albanese, classe 1985, per East Journal si occupa di Albania, Kosovo, Macedonia e Montenegro. Cofondatore di #ZeriIntegrimit, piattaforma sull'Integrazione Europea. Policy analyst, PR e editorialista con varie testate nei Balcani. Per 4 anni è stato direttore del Centro Pubblicazioni del Ministero della Difesa Albanese. MA in giornalismo alla Sapienza e Alti Studi Europei al Collegio Europeo di Parma.

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