Budapest, viaggio attraverso l’ottavo distretto

Don’t simply be a tourist: experience! Questa è l’accattivante réclame di “Budapest beyond sightseeing”, un originale progetto turistico nato nel 2007 nella capitale magiara dalla mente di Gyuri Baglyas e sua moglie Manó Domján.

La sfida lanciata da questo tour alternativo di Budapest è quella di rendere il più malfamato quartiere della capitale un polo d’attrazione turistica. Stiamo parlando dell’ottavo distretto di Budapest, da sempre considerata un’area dal tessuto sociale e infrastrutturale degradato, dove si concentrano le famiglie di etnia rom, i nuovi arrivati e più in generale i ceti bassi della società.

“Un quartiere – come si legge sul sito del progetto – considerato l’incubo dei turisti e degli ungheresi, un’area considerata pericolosa e fortemente sconsigliata”. Per quali ragioni pertanto si dovrebbe valorizzare un quartiere così connotato? Ecco la risposta: l’ottavo distretto è un incubatore di fermento sociale per antonomasia, dove il viaggiatore può rintracciare nelle trame delle sue vie e dei suoi edifici elementi paradigmatici della storia dell’intera città. Il quartiere, infatti, si snoda a pochi metri dal sontuoso Palazzo Nazionale e non distante dal salotto buono della città.

Il walking tour, della durata di tre ore, si propone come un’esperienza turistica dinamica nella quale confluiscono elementi di animazione e di partecipazione attiva dei viaggiatori, come il riconoscimento di segni e significati dell’architettura e del decoro urbano a partire da alcune figure, oppure la scoperta di frammenti di storia locale mediante il riconoscimento di manufatti. Piccole tracce come targhe, segni di mitragliate sui muri e ornamenti liberty svelano storie sepolte e conoscenze dimenticate di una città tra le più sfaccettate della Mitteleuropa.

Il valore aggiunto di Budapest beyond sightseeing è l’opportunità di entrare in contatto con cittadini che vivono e lavorano all’interno dell’ottavo distretto di Budapest. Il tour è concepito attraverso un approccio fortemente sociale e muove dall’idea prima che siano le singole persone a costituire l’anima di un quartiere e ad alimentarne il suo genius loci. Durante la passeggiata itinerante potreste capitare nello studio di un artigiano ungherese intento nella creazione di giochi in legno di alta qualità per bambini, oppure venire accolti nella dimora di una affabile coppia di musicisti rom.

La passeggiata turistica di Budapest beyond sightseeing accompagna i più curiosi in piccoli gruppi di cinque persone, viene proposta sia in ungherese che in inglese ed è rivolta a chiunque voglia chiudere la guida turistica portata da casa e sfatare il tabù che aleggia attorno all’ottavo distretto, per assaporare personalmente le anime multiformi e l’atmosfera piacevolmente decadente delle sue vie.
L’esperienza di Budapest rivela interessanti contraddizioni sociali, inedite informazioni sulle vicende locali e nuove modalità di valorizzazione turistica basate sulla rivitalizzazione di ciò che è peculiare e autentico, lontano dalle logiche di maquillage dell’immagine turistica dei grandi flussi. Un progetto che per alcuni versi ricorda esperienze come la rivalutazione in chiave turistica dei docks inglesi ed è segno di mutati criteri nel fare turismo oggi, un turismo basato sulla qualità e sui piccoli numeri, una carta che potrebbe trasformarsi in asso vincente per molte realtà dell’Europa orientale.

Foto: Tutuka

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