GRECIA: Le isole greche e i privilegi perduti. Reportage da Naxos

di Henri Kociu

I ristoranti sono pieni, gli alberghi pieni, le case e le navi sono colme di gente. Turisti da ogni parte del mondo. Così si presenta Naxos ad agosto, la più grande isola dell’arcipelago delle Cicladi dell’Egeo. Un’apparenza fuorviante, da far credere che la crisi non c’è, non è sentita, né dai turisti, né dai greci. Non possono bastare gli avvisi da parte di giornali ed istituzioni (Farnesina e omologhe internazionali) sulla serie di problematiche che il turista medio dovrà affrontare, ma ci si ritrova nel bel mezzo dell’Egeo, come se nulla fosse successo, nessuna traccia di referendum o disastri economici imminenti. Com’è possibile, l’abbiamo voluto chiedere al vicesindaco, Dimitrios Lianos (eletto per la seconda volta nel 2014 con un partito multicolore “Ritorno al futuro”, n.d.t.), il quale ci risponde “che il governo ha volutamente abbassato la tassa sugli alloggi dal 5% al 4%”.

Nulla di sbagliato per i turisti e per un’economia in rovina, eppure a Lianos questa strategia non convince: “in un periodo di maggior flusso turistico è da stupidi [in verità utilizza il termine assholes] che al governo prendano decisioni del genere”. Al contrario di Lianos, che oltre ad essere assessore al turismo e alla cultura è anche proprietario di un albergo sull’isola, altra posizione mantiene Georgos, proprietario di un bar sulla spiaggia. Ci confessa che lui quest’anno ha deciso di non alzare i prezzi “come hanno fatto tanti altri ristoranti e bar”, in seguito all’aumento dell’IVA. Una scelta personale insomma e ci spiega, inoltre, che di sicuro l’anno prossimo sarà costretto ad alzarli, visto che dal giugno del 2016 l’IVA sarà ancora più alta.

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Capire la nuova tassazione greca non è semplice. Soprattutto se prendiamo come riferimento le isole, che fino a poco tempo fa godevano di importanti agevolazioni fiscali fino al 30% rispetto al resto della Grecia continentale. Bisogna far notare che persino il vicesindaco ha dovuto alzare la cornetta e farsi dettare la nuova normativa delle imposte: i generi alimentari dal 9% al 16%, mentre per il settore alberghiero un’imposta che dal 1° ottobre sarà aumentata dall’attuale 4% al 9% e dal 1° giugno 2016 salirà al 13%. Molti esercenti quindi hanno cominciato ad adeguare i prezzi alle nuove imposte e questo creerà diversi problemi a chi risiede nell’isola tutto l’anno. “Gli isolani avranno enormi difficoltà perché non avranno le stesse abitudini di consumo. Finora nessun problema”, dice Lianos, “ma sicuramente il prossimo anno sarà più problematico: molti esercizi commerciali e alberghieri aumenteranno i prezzi.”

La stretta della politica economica greca, dettata principalmente dai creditori internazionali, ha comportato un abbassamento dei salari e in modo inversamente proporzionale un incremento delle imposte. Una politica di austerity di questo tipo comporta inevitabilmente un crollo del potere d’acquisto ed è qui che temono che si inceppi il meccanismo. “Questo è il capitalismo e il sistema fondante dell’Unione Europea”, afferma Iannis, simpatizzante del KKE (il Partito Comunista greco) durante un evento organizzato dal partito nella piazzetta accanto al Municipio. Residente ad Atene ma “di Naxos da diverse generazioni”,  dice con un certo orgoglio. “Noi siamo contrari a tutta la politica imposta dall’UE, bisogna uscire dall’eurozona” e alla domanda se rimanere nell’UE sia un bene comunque, risponde secco “che bisogna uscire anche dall’UE”.

Come semplice cittadino Iannis vede nell’agricoltura una fonte economica importante per l’isola: “i contadini, qui, non avranno problemi se poi ognuno ha il suo pezzetto di terra. I problemi saranno nelle grandi città, come Atene e Salonicco, che dovranno importare i prodotti agricoli.” Eppure, la situazione non sembra così semplice e Lianos chiarisce: “Naxos, è vero, ha un’agricoltura più sviluppata rispetto alle altre isole grazie, soprattutto, alle sorgenti d’acqua. Esporta diversi prodotti agricoli e latticini”, e continua “però, il problema è che nel nuovo programma fiscale è previsto l’incremento delle tasse nel settore agricolo”. E non tarda ad arrivare: le nuove tasse sul gasolio per gli agricoltori che vanno “da 66 euro per 1.000 litri a 200 euro per 1.000 litri dal primo ottobre 2015 e passeranno a 330 euro, sempre per 1.000 litri, dal primo ottobre 2016. La tassa sul reddito degli agricoltori da versare in anticipo passerà dal 27,5% al 55%, mentre l’imposta complessiva sul reddito della stessa categoria è destinata a salire dal 13 al 20% nel 2016 e al 26% nel 2017”.

Nell’incertezza di un futuro dettato da nuove imposte, l’unica certezza è che le isole greche sanno che lo standard di vita finora acquisito cambierà. Il trasporto, il turismo, l’agricoltura sono alcuni tra i settori che intaccano direttamente la vita degli isolani. Perderanno l’agevolazione del 30% sull’IVA e avranno un aumento di imposta dal 26% al 33% per le attività produttive. Lianos parla di una non meglio precisata legge greca che garantisce dei privilegi alle isole con meno di tremila abitanti; privilegi che si estendono dal trasporto gratuito (come nel caso delle piccole Cicladi), al diritto di studiare nella propria isola per tutto il ciclo scolastico obbligatorio, dalla previdenza sociale alle tasse sul reddito. “Nessuno, comunque, finora si è espresso riguardo a questi casi particolari, visto che il governo paga da sempre”, dice il vicesindaco.

Una volta entrate in vigore le nuove misure finanziarie, sarà difficile avere una risposta se questi privilegi verranno conservati. Di sicuro, però, è alla popolazione, isolani e continentali, che viene riservata la facoltà di azione. “Il consumatore non è tenuto a pagare se la notifica del pagamento non è stata consegnata (scontrino – fattura)” è un affisso obbligatorio (in greco e in inglese) nei bar, ristoranti ed esercizi commerciali dove è obbligatorio battere lo scontrino. Un provvedimento tramite una circolare ministeriale 4/28.11.2012 che ha l’aria da lotta all’evasione fiscale tramite un incentivo al consumatore stesso, quasi a insegnargli che è sempre lui il primo ad essere avvantaggiato o svantaggiato se le tasse vengono pagate o meno.

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