TURCHIA: Addio alle scale arcobaleno di Istanbul

Erano diventate un simbolo della protesta di Gezi Park, quelle scale arcobaleno rappresentavano la voglia di cambiamento di parte della società turca che non si sentiva rappresentata dalla politica “neo-ottomanista” dell’allora premier Erdogan. Migliaia di giovani scesero allora in piazza chiedendo maggiore libertà di espressione e di assemblea. Quelle scale nacquero però dal gesto di un anziano, Hüeyin Cetinel, un uomo di 64 anni, ingegnere in pensione che viveva nel quartiere.

Una notte, era il 27 agosto del 2013, col suo carico di barattoli di vernice, dipinse la grigia scalinata con i colori dell’arcobaleno. Non c’era niente di politico, disse, non c’entravano nulla i diritti gay, ma per le autorità cittadine quelle scale dovevano tornare al loro colore naturale, il grigio. E così fu. Con rapidità anatolica, due giorni dopo le scale erano nuovamente color cemento armato. La reazione della cittadinanza fu però decisa, e gli abitanti del quartiere Findikli manifestarono perché venisse dato loro il diritto di ridipingere la scalinata con i colori dell’arcobaleno e il sindaco di Istanbul, “erdoganiano” di ferro, cedette.

Dopo che i muri della città furono ritinteggiati dell’amato grigio, quella scala restava l’ultima testimonianza di una protesta che le autorità turche non vogliono si ripeta. Meglio cancellarne ogni traccia. Così la scala è stata distrutta. Hüeyin Cetinel ha dichiarato che si tratta di un accordo preso con le autorità, “è già accaduto, e tutto tornerà come prima” ha dichiarato al quotidiano turco Hurriyet. Voci critiche si levano da Istanbul Revolution, comunità sorta all’indomani delle proteste di Gezi: “Le autorità locali dichiarano che le scale verranno ricostruite com’erano. Siccome stiamo parlando del partito di governo, nutriamo sospetti sulle reali intenzioni. Non possiamo che sperare che stiano dicendo la verità”. Le autorità cittadine confermano che la scalinata è stata distrutta “per ragioni di sicurezza”, e già ci si interroga perché – con tante scalinate pericolanti – si sia deciso di cominciare proprio da quella, “ma la distruzione è temporanea”, assicurano, spiegando che la scala verrà ricostruita più bella e colorata di prima. Forse con i colori arancio e blu dell’AKP, il partito di governo?

 

 

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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Un commento

  1. nell’intervista fatta ieri da Bianet a Huseyin Cetinel egli stesso dice che si tratta di unìazione di tecnica e le scale saranno ricostruire dopo i lavori e lui le ridinpgerà e gli abitanti non devono preoccuparsi: http://bianet.org/bianet/kent/166347-gokkusagi-merdivenlere-altyapi-yikimi

    informarsi per evitare la disinformazione 😉

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