BALTICO: La sfida di Mosca. La Duma rimette in discussione le indipendenze baltiche

#Russia: La Procura generale accoglie la richiesta della Duma di valutare la legittimità del decreto del 1991 che ha riconosciuto l’indipendenza di Lituania, Lettonia, Estonia. Dure reazioni dei baltici.

Da RIGA – La Procura generale russa ha accolto la richiesta del parlamento russo di rivedere la legittimità del decreto con cui il 24 agosto 1991 il Consiglio di Stato dell’Urss ha riconosciuto a nome della Russia l’indipendenza delle repubbliche baltiche, che tre giorni prima avevano proclamato la loro indipendenza ed ottenuto già il riconoscimento della gran parte della comunità internazionale.

La mossa del parlamento russo e l’accoglimento dell’istanza di revisione da parte della Procura generale fa parte di un progetto generale e di ampio raggio da parte del Cremlino, secondo il politologo lituano Nerijus Maliukevičius, esperto nel campo della guerra di informazione condotta da Mosca.

La decisione della Procura generale russa ha ovviamente scatenato fortissime reazioni politiche da parte dei paesi baltici. Il ministro degli esteri lettone Edgars Rinkēvičs su twitter ha affermato che “la decisione della Procura è assurda e inaccettabile, i paesi baltici non sono mai stati de iure all’interno dell’Urss, sono stati dei paesi occupati dall’Urss in modo illegale”.

Il presidente lettone Andris Bērziņš e il ministero degli esteri ritengono fra l’altro che questa iniziativa della Duma russa comporti anche la messa in discussione della stessa indipendenza della Federazione russa. “Questa iniziativa della Duma russa è assurda – afferma il portavoce del ministero degli esteri Ivars Lasis. L’indipendenza della Lettonia è stata proclamata il 18 novembre 1918, ed è stata interrotta dall’occupazione illegittima del paese da parte dell’Urss, mai riconosciuta de iure”.

La sovranità e l’indipendenza della Lettonia sono state poi ripristinate il 21 agosto del 1991, e riconosciute dalla comunità internazionale, a cui è seguito il 24 agosto il decreto di riconoscimento della Lettonia indipendente da parte della Russia di Boris Eltsin. Per diversi analisti la decisione di rivedere la legittimità del decreto di riconoscimento dell’indipendenza dei paesi baltici, mina alla base anche le fondamenta costituzionali dell’indipendenza della Federazione Russa dall’Urss.

Per il politologo lituano Maliukevičius un’eventuale dichiarazione di illegittimità del decreto di riconoscimento dell’indipendenza dei baltici metterebbe anche in discussione anche la legittimità dell’adesione di questi paesi alla Nato e all’Unione Europea. Lo scopo è quello di inserire idealmente un vulnus nella partecipazione e nell’integrazione dei paesi baltici all’interno delle istituzioni europee e occidentali. Per Maliukevičius  questa iniziativa fa parte di un piano complessivo di espansione della Russia, che da una parte in Ucraina usa le armi, dall’altra nei baltici utilizza strumenti ideologici e di lotta di informazione.

Per il politologo lituano la Lituania e gli altri paesi baltici dovrebbero rispondere con fermezza di fronte ad un passo così aggressivo da parte del Cremlino. Del resto non si è fatta attendere anche la forte presa di posizione della presidente lituana Dalia Grybauskaitė che sempre su twitter ha ricordato come l’indipendenza del paese sia stata ottenuta con il sangue dei cittadini lituani e nessuno ha il diritto di metterla in discussione.

L’iniziativa parlamentare che ha portato alla richiesta alla Procura generale russa proviene direttamente da “Russia Unita” il partito di Putin. I deputati Jevgenij Fjodorov e Anton Romanov hanno chiesto alla Procura generale di “valutare la legittimità del decreto di riconoscimento di indipendenza dei paesi baltici del 1991″, da parte del Consiglio di Stato dell’Urss nel 1991, sostenendo che tale atto, insieme ad altri dello stesso organo abbiano causato gravi danni alla sovranità nazionale e alla sicurezza e difesa della Russia.

Chi è Paolo Pantaleo

Giornalista e traduttore, Firenze-Riga. Jau rīt es aiziešu vārdos kā mežā iet mežabrāļi

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