LETTONIA: Il contributo baltico per il salvataggio della Grecia

Circa 240 milioni di euro: a tanto ammonterà il contributo della Lettonia per la nuova tranche di aiuti decisa dall’Unione Europea a favore della Grecia, secondo i calcoli del consigliere della Banca di Lettonia Andris Strazds. Per la Lettonia è una somma rilevante, e sono molti i lettoni che manifestano perplessità su questa decisione, che porterà i contribuenti del paese baltico, che godono di pensioni e stipendi medi decisamente inferiori a quelli greci, a pagare attraverso le proprie tasse soldi che, secondo vari economisti, difficilmente saranno rimborsati dalla Grecia.

La Lettonia non ha partecipato ai primi due programmi di finanziamento della Grecia, in quanto il paese baltico non si trovava ancora all’interno dell’eurozona. Questo terzo programma di aiuti alla Grecia invece chiama in causa, come paese membro dell’eurozona, anche la Lettonia.

“In totale la somma che la Lettonia deve garantire per il programma di prestiti alla Grecia ammonta a circa 240 milioni di euro – sostiene Andris Strazds, consigliere della Banca centrale lettone. Non è una piccola somma. Non è in discussione la solidarietà, ovviamente entrare nel club dell’euro comporta anche impegnarsi per aiutare i paesi partner in momenti di difficoltà. Personalmente però non credo, e mi è difficile immaginare che anche chi prenderà a livello di governo lettone questa decisione vi creda davvero, che la Grecia rimborserà mai alla Lettonia questi 240 milioni. Noi rischiamo davvero questi soldi, che sono versati dai contribuenti lettoni”.

Questi soldi non saranno versati direttamente dal budget nazionale, non avranno un impatto diretto sul bilancio dello stato, ma contribuiranno ad aumentare il debito pubblico lettone.

A differenza di altri stati del nord Europa, in Lettonia non è necessario un voto parlamentare per dare il via libera al piano di aiuti per la Grecia. E’ una decisione che è nelle mani direttamente del governo e del primo ministro Laimdota Straujuma, che però nei giorni scorsi non aveva escluso la possibilità di sottopore la decisione sui prestiti alla Grecia anche al parlamento lettone.

Con le pensioni ad un terzo dei livelli greci, i cittadini lettoni restano perplessi

L’opinione pubblica lettone, se da una parte vuole mantenere gli impegni che provengono dall’essere membro dell’eurozona, dall’altra è molto perplessa. La Lettonia ha vissuto negli anni scorsi una situazione simile a quella greca, ma i lettoni riuscirono a rispettare alla lettera gli impegni derivanti dal prestito di 4,4 miliardi di euro dei creditori internazionali, rimborsando le rate anche in anticipo, tramite riforme molto dure, che permiserò però al paese baltico di entrare nel 2014 nell’euro.

La Lettonia è un paese che ha un livello medio di stipendi e soprattutto pensioni decisamente inferiore rispetto alla Grecia. Un pensionato lettone prende in media intorno ai 290 euro al mese, mentre la pensione media dei greci supera gli 800 euro (Fonte Eurostat – The Guardian) . E’ difficile dunque convincere i lettoni della bontà della decisione di fornire 240 milioni alla Grecia per pagare i pensionati greci. Il governo Straujuma comunque non ha manifestato alcun segnale di opposizione al programma di prestiti appena deciso a Bruxelles, e non ci saranno sorprese nell’approvazione del piano di prestiti.

Non mancano in ogni caso voci fortemente contrarie. Lo stesso ministro delle finanze Jānis Reirs, durante i giorni della trattativa a Bruxelles ha spesso sottolineato la mancanza di fiducia nei confronti del governo greco e della sua capacità di onorare gli impegni presi in ambito europeo. Ma il commento più duro registrato in queste ultime ore in Lettonia è quello del banchiere Ģirts Rungainis, che ha affermato che “dare soldi ai greci è come darli ad un tossicodipendente o ad un alcolista, chiedendogli in cambio la promessa di smettere di bere o drogarsi”.

La questione del debito greco è solo rimandata, per il presidente uscente Bērziņš

“Tutti sanno che i debiti della Grecia non saranno rimborsati, e adesso siamo vicini all’insolvenza del debito greco”, è quanto ha affermato il presidente lettone Andris Bērziņš in relazione alla crisi fra Grecia e UE di questi giorni.

“A mio parere la situazione è del tutto chiara – ha proseguito il capo dello stato lettone. Questo debito è così grande, che tutti sanno bene che non potrà essere ripagato. Questa è in realtà solo una compravendita di tempo – dare qualcosa, parlare di qualcosa – semplicemente un prendere tempo. Non ci sono possibilità reali di ripagare quel debito”.

Bērziņš sostiene che anche se in realtà il denato è della Grecia, a perderci sono tutti gli altri. “Il default della Grecia costerà mille euro a testa ad ogni cittadino tedesco. Se la Grecia annuncerà il suo fallimento, questo di fatto porta alla cancellazione del debito greco. Credo che siamo molto vicini a questa eventualità. Nessuno pensa a come prima o poi riuscire a pagare quel debito. L’unico pensiero è prendere tempo”.

Il ministro delle finanze: l’impatto della crisi greca sarà inavvertibile per la Lettonia

Nel frattempo il ministro delle finanze lettone Jānis Reirs ha chiarito i termini dell’impatto della crisi greca nell’economia lettone. L’impatto diretto è molto basso: l’esportazione di beni e servizi della Lettonia in Grecia è molto ridotto, lo 0,2%. Per quanto riguarda le importazioni, quelle delle merci si attestano sullo 0,08%, i servizi sullo 0,45%.

“Dallo scorso febbraio la situazione in Grecia è solo peggiorata – sostiene Reirs – il comportamento irresponsabile dell’attuale governo ha completamente rovinato un’economia già di per sé fragile. Purtroppo il governo greco continua a non rendersi conto della gravità della situazione e sta conducendo il paese alla catastrofe. Sono i greci che ne soffriranno di più per questo comportamento”.

Reirs è convinto comunque che sia ancora possibile stabilizzare la situazione dell’economia greca. Il ministro delle finanze lettone conferma che l’impatto diretto della crisi greca sarà praticamente inavvertibile per la Lettonia, considerato il basso livello di scambio commerciale e finanziario fra Lettonia e Grecia. Le conseguenze maggiori l’economia lettone le subirà dall’impatto complessivo della crisi greca sull’economia dell’Unione Europea.

Chi è Paolo Pantaleo

Giornalista e traduttore, Firenze-Riga. Jau rīt es aiziešu vārdos kā mežā iet mežabrāļi

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Un commento

  1. Purtroppo i salvataggi delle banche franco-tedesche coi soldi dei contribuenti hanno portato a tutto ciò.
    È comprensibile che i Lettoni non vogliano prestare soldi a uno Stato piú ricco, d’altro canto la Grecia non voleva nuovi prestiti ma l’allungamento delle scadenze dei prestiti precedenti. Ma in tal modo non sarebbe possibile costringerli a svendere tutto il patrimonio statale.

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