UNGHERIA: Ergastolo per tre serial killer di rom

La Corte Metropolitana di Budapest ha confermato in secondo grado la sentenza di condanna all’ergastolo di Árpád Kiss, suo fratello István Kiss e Pető Zsolt, e a tredici anni di István Csontos, giudicati colpevoli della morte di sei persone, compreso un bambino, membri della comunità rom. Gli atti di cui si sono resi protagonisti i condannati sono nove attacchi armati ad abitazioni di rom tra l’estate del 2008 e quella del 2009. Secondo la ricostruzione processuale, nelle incursioni sono stati sparati 78 colpi, lanciate 11 bottiglie molotov, e messe a rischio la vita di un totale di 55 persone.

La situazione dei rom in Ungheria

I rom sono uno delle principali comunità della popolazione di lingua romaní che oggi vive principalmente tra l’Europea centro-orientale e i Balcani. In Ungheria i rom sono una presenza consistente. La popolazione ungherese è di circa 10.045.000 persone, mentre la minoranza rom si attesta intorno ai 620.000 individui, pari, quindi, a circa il 6% del totale. I rom fanno parte della fascia più povera della società ungherese, abitano principalmente nelle zone rurali del nord, hanno bassi livelli di istruzione e alti di disoccupazione. In queste circostanze di emarginazione il livello di discriminazione all’interno della società è sempre stato elevato.

Secondo uno studio del 2006, circa il 62% della popolazione ungherese era completamente o parzialmente d’accordo con l’affermazione secondo la quale la tendenza a commettere crimini fosse parte della natura stessa dei rom. Lo stesso sondaggio ripetuto nel 2011 ha dato un risultato del tutto analogo, con il 60% degli intervistati d’accordo. La discriminazione dei rom, quindi, trascende l’appartenenza politica, e non c’è da stupirsi dato il sempre maggiore utilizzo dell’espressione “criminalità zingara” da parte dei media e della politica.

La “criminalità zingara” e i suoi effetti

L’espressione è entrata in voga a partire dal 2006, quando un insegnante che stava attraversando in macchina con le figlie il paese di Olaszliszka ha involontariamente investito una bambina rom che stava attraversando la strada. La bambina se l’è cavata con ferite superficiali, ma l’insegnante è stato linciato a morte da un gruppo di rom accorso a soccorrere la bambina. Il caso ha creato grosso scalpore nei media e nell’opinione pubblica, tanto da scatenare ritorsioni ai danni della comunità rom locale, compreso l’incendio di una delle loro case.

L’eco di questo evento è stato tale per cui, le organizzazioni di estrema destra hanno deciso di costituire un’organizzazione paramilitare a difesa dei cittadini ungheresi. Così, nel 2007, è nata la Guardia Ungherese, un gruppo di cittadini in uniforme – di cui molti già membri del partito di estrema destra Jobbik. La Guardia Ungherese è stata ufficialmente registrata come organizzazione culturale preposta alla “preparazione fisica e spirituale dei giovani in vista di situazioni straordinarie che richiedano necessaria la mobilitazione di persone”. Nel 2009 la Guardia contava 1.300 persone in uniforme e tra i 5.000 e i 6.000 sostenitori.

Le ronde della Guardia Ungherese che dovevano avere come obiettivo la protezione dei concittadini si sono trasformate in un’occasione di vendetta nei confronti di un’intera comunità. Nel 2008, nel paese di Kiskulacháza, due furti ai danni di adolescenti ungheresi da parte di giovani rom sono diventati la miccia per l’innesco della violenza: il 21 luglio 2008 è stato dato fuoco a tre case a Galgagyorők; l’8 agosto, a Piricse, bottiglie molotov sono state lanciate contro due case e una donna è stata colpita da un proiettile a una gamba; il 5 settembre a Nyíradony sono stati sparati proiettili su case; il 29 settembre altre molotov sono state lanciate contro case a Tarnabod; il 3 novembre a Nagycsécs un uomo e una donna sono stati uccisi da colpi di pistola; altre persone sono state uccise e case bruciate fino all’estate del 2009 nelle località Tatárszentgyörgy, Tiszalök e Kisléta. È esattamente in questi episodi che si collocano le responsabilità dei recenti condannati.

La Guardia Ungherese è stata sciolta dal giudizio di una corte nel 2009 perché ritenuta responsabile della creazione di un clima di terrore. Ciononostante il gruppo è riapparso spesso negli anni sotto varie denominazioni, e una branca è addirittura sopravvissuta con il nome di Rongyos (gli straccioni). Sebbene con la dissoluzione del gruppo gli attacchi razzisti si siano placati, la crescente forza di Jobbik nei sondaggi, specialmente nelle zone con maggiore densità di popolazione rom, testimonia tensioni non sopite.

Chi è Gian Marco Moisé

Dottorando alla scuola di Law and Government della Dublin City University, ha conseguito una magistrale in ricerca e studi interdisciplinari sull'Europa orientale e un master di secondo livello in diritti umani nei Balcani occidentali. Ha vissuto a Dublino, Budapest, Sarajevo e Pristina. Parla inglese e francese, e di se stesso in terza persona.

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2 commenti

  1. Cinzia Franchi

    Il termine ‘serial-killer’ nel titolo rischia addirittura di ‘nobilitare’ facendo virare alla psicopatia atti che sono solo razzisti e criminali. Sarebbe possibile toglierlo? Grazie e buon lavoro.

    • non credo che “serial killer” abbia una connotazione di psicopatia. In ogni caso, quale termine alternativo suggerirebbe? ne terremo conto.

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