UCRAINA: Diario dalla Galizia, dove il voto è una festa

Da LVIVOsservatore elettorale, questo è il modo in cui chiamano chi va a spiare le elezioni di un paese esprimendo giudizi, spesso in termini diplomatici di difficile comprensione. Partecipare in queste missioni permette di farsi un’idea, giusta o sbagliata che sia, sul processo elettorale e di monitorare zone solitamente poco conosciute per cercare di capire se tutto sia gestito in maniera appropriata e corretta.

Tra l’essere inviato ad ovest o ad est la differenza è notevole: da una parte molta più tranquillità e rischi quasi assenti, mentre ad oriente la guerra, mai ufficialmente iniziata e mai realmente terminata. Sapere di essere inviato ad occidente non può quindi che portare serenità.
Alla stazione di Kiev, in un freddo pungente che promette neve, il treno diretto a Lviv stride fortemente rispetto al contesto. E’ un treno nuovo, di produzione giapponese, che collega la capitale con la città vicino alla Polonia in circa 5 ore: una media di oltre 100 km all’ora è una rarità da queste parti. Ciò toglie tuttavia un po’ di fascino a questo viaggio, che su un treno di origine sovietica avrebbe immerso maggiormente nel contesto, probabilmente obbligando a passare la notte con qualche viaggiatore odorante di aglio e con in mano una piccola bottiglietta di birra se non di vodka. La matrona che su quei treni presidia lo scompartimento, spesso spadroneggiando a piacimento e gestendo quasi l’intera carrozza come fosse di sua proprietà, è in questo caso sostituita da un ragazzo, simile a quelli che si trovano sui nostri treni veloci, che offre tè, caffè e vari prodotti alimentari di marca a prezzi un po’ cari nel contesto ucraino. Il samovar, i bicchieri di vetro con il supporto in ferro per renderli più stabili ed i prodotti tipicamente locali offerti dalla controllora-maitresse del vagone, quali salo, il lardo locale, pane con affettati o semplici bignè stranamente con crema sempre fresca nonostante l’assenza di frigoriferi appaiono un lontanissimo ricordo. Il treno è eredità dei campionati europei di calcio del 2012, quando a Donetsk, così come a Kiev, Kharkiv e Leopoli, si giocava a calcio invece di combattere.
Leopoli, con le sue chiese meravigliose, la piazza principale che merita di essere visitata, l’Opera, di stile viennese, che non passa certo inosservata, alcune caffetterie-pasticcerie che non sfigurerebbero nella capitale austriaca, la via e la statua dedicate a Stepan Bandera, controverso personaggio politico ucraino considerato eroe nell’ovest e un collaborazionista dei nazisti ad est,  è solo un passaggio: la meta è Sokal, ridente cittadina a metà strada tra Leopoli e Lutsk, “capitale” della Volinia.
Vagare per i seggi elettorali è una gioia: ovunque gli osservatori internazionali sono accolti con gioia, quasi siano loro stessi parte di questo processo e tutta la popolazione vive l’evento con emozione. Vedere molte persone anziane vestite di tutto punto quasi andassero ad una festa e giovani emozionati (meno delle persone di una certa età a dire il vero) fa capire il valore che la consultazione porta con sé.
Far parte di queste missioni permette di avere accesso a strutture che non potrebbero mai essere visitate. Il carcere di massima sicurezza di Sokal sorge all’interno di un ex complesso benedettino, con tanto di chiesa del XVII secolo bruciata nel 2012. La corrente elettrica funziona a singhiozzo, la struttura è decadente e soldati e detenuti sembrano non sapere cosa significhi sorridere. Il voto rappresenta un modo per evadere, per quanto possibile, dalla routine quotidiana, ma a detta dei responsabili della struttura rappresenta un momento di estrema importanza per ognuno di loro. Sarà, ma ci si crede poco. Colpiscono invece i dati raccontati con estrema serietà dal comandante militare della prigione, un maggiore dall’aria vissuta, che srotola numeri e dati e che non smette di sottolineare il nuovo codice di comportamento nelle strutture penitenziarie che permette ai detenuti di utilizzare internet, di vedere i parenti spesso e non più una sola volta ogni tre mesi e che soprattutto dà la possibilità a coloro che sono sposati di passare, in strutture all’interno del carcere e a proprie spese, fino a tre giorni con le mogli. Naturalmente tale particolare è accompagnato da un risolino che appare un chiaro riferimento sessuale.
La chiusura delle votazioni in un seggio ordinario avviene con una standing ovation di tutti i componenti del seggio, spesso in tenuta tradizionale, che cantano a squarciagola l’inno nazionale. Ad ovest funziona così, ma difficilmente la stessa scena si potrebbe vedere nelle regioni orientali.
Il conteggio, già visto in altre situazioni, avviene con rapidità e serietà ed i commenti in italiano del presidente del seggio, a cui manca la moglie che vive e lavora in Calabria, e che esalta il processo elettorale italiano a discapito di quello ucraino non fanno altro che portare ad imbarazzo pensando che invece da quanto visto al livello più basso il processo nostrano non ha molto di diverso da quello ucraino quanto a genuinità. Tutto cambia però al passaggio alla commissione distrettuale. In Ucraina dopo i conteggi i membri della commissione devono ricevere l’approvazione della commissione distrettuale ed è per questo motivo che i dati ufficiali giungono a rilento e richiedono alcuni giorni prima di essere completi. Tale procedura dimostra tutte le sue falla a vista d’occhio. Alcuni membri della commissione elettorale portano tutto il materiale, schede incluse, alla commissione distrettuale scortati dalla polizia. Una volta là devono aspettare di essere ricevuti dalla commissione distrettuale, che legge i verbali ad alta voce in una sessione pubblica che assume caratteristiche quasi comiche, e qualora tutto sia a posto i dati sono inseriti online. Una procedura che appare semplice, ma che in realtà richiede più giorni, lasso di tempo in cui i membri delle commissioni elettorali locali non dormono… o lo fanno violando la normativa. Ed è questa la pazzia, perché persone spesso anziane e comunque sveglie da più di venti ore sono obbligate ad aspettare in piedi a lungo, spesso al freddo ed al gelo, ma nella maggior parte dei casi con senso del dovere e senza lamentele.
Un modo come altri di dire che la democrazia ed i beni che ne derivano non dispiacciono poi così tanto.

Chi è Pietro Rizzi

Dottorando in Relazioni Industriali presso l’Università degli Studi di Bergamo, collabora con l’OSCE/ODIHR come osservatore elettorale durante le missioni di monitoraggio in Est Europa. Redattore per East Journal, dove si occupa di Ucraina, Est Europa e Caucaso in generale. In passato è stato redattore ed art director del periodico LiberaMente, e si è a lungo occupato di politica come assistente parlamentare e consulente giuridico per comitati referendari. Ha risieduto, per lavoro e ricerca, a Kiev e Tbilisi.

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Un commento

  1. 13 novembre – La sera del 12 novembre la nave da guerra del Servizio di Intelligence militare della Russia è stata avvistata nella zona economica esclusiva della Lettonia.

    13 novembre – Il confine russo-ucraino nel corso della scorsa settimana è stato attraversato da un numero record di persone in veste militare, – relazione della missione di monitoraggio dell’OSCE.

    13 novembre – Dei nazionalisti russi hanno cercato di dare fuoco ad una moschea a Soniachna Dolyna nella zona di Sudak in Crimea, – comunica il servizio stampa dell’Amministrazione spirituale dei musulmani in Crimea.

    13 novembre – L’Ucraina non intende violare gli accordi di Minsk e si atterrà al cessate il fuoco, – ha detto il portavoce del Centro Informazioni del Consiglio di Sicurezza e di Difesa Nazionale Andrii Lysenko. Intanto i russi continueranno a sparare.

    13 novembre – Il presidente Petro Poroshenko ha firmato i decreti sulla celebrazione annuale del 21 novembre come Festa della Dignità e della Libertà (anniversario dell’inizio di Maidan) e del 22 gennaio come Festa dell’Unità dell’Ucraina (anniversario dell’unità della Repubblica Popolare dell’Ucraina e della Repubblica Popolare dell’Ucraina occidentale nel 1919).

    13 novembre – 154 mila cittadini russi hanno espresso il desiderio di vivere in Ucraina e sono stati ufficialmente registrati, – ha detto il capo di uno dei dipartimenti del Servizio Statale della Migrazione Natalia Naumenko.

    13 novembre – Il Ministero della Difesa sta verificando le informazioni su un possibile attacco dei militanti e si sta preparando per ogni tipo di azione, – ha detto il ministro della Difesa Stepan Poltorak.

    13 novembre – La Russia ritiene che le relazioni della missione di osservazione dell’OSCE in Ucraina siano di parte e poco obiettive, – ha detto il portavoce del Ministero degli Esteri russo Alexandr Lukashevich. A quanto pare, alla Russia da fastidio il fatto che l’OSCE non creda alle favole di Putin che l’esercito russo non abbia occupato la Crimea e il Donbas.

    13 novembre – Il prezzo del petrolio Brent è sceso al minimo in questi 4 anni: all’ICE Futures di Londra i prezzi sono scesi a 78,9 dollari al barile, il punteggio minimo dal settembre 2010. Complimenti al budget della Russia.

    12 novembre – “Nel corso degli ultimi due giorni osserviamo la stessa cosa che è constatata nei rapporti dell’OSCE. Abbiamo colonne di veicoli russi: carri armati, artiglieria, sistemi di difesa antiaerea e unità militari che entrano in Ucraina”, – ha detto il comandante delle forze NATO in Europa, Philip Breedlove.

    12 novembre – Martedì dall’Ucraina sono stati portati verso la Russia 5 camion con i cadaveri dei soldati russi, – ha detto il portavoce del Centro Informazioni del Consiglio di Sicurezza e di Difesa Nazionale Andrii Lysenko.

    12 novembre – In Ucraina è giunta la delegazione del Tribunale dell’Aia per confermare le accuse riguardanti gli alti funzionari dell’Ucraina dei tempi di Ianukovych per ciò che è avvenuto sul Maidan e per portarli a rispondere per i loro crimini davanti a tale corte, – ha comunicato il servizio stampa del Procuratore generale dell’Ucraina. Il capo del Dipartimento dell’analisi delle situazioni Emerik Roger ha detto che l’obiettivo principale della missione è quello di capire se i crimini commessi sul Maidan rientrano nella giurisdizione della Corte penale internazionale.

    12 novembre – I terroristi russi stanno portando le attrezzature militari nella zona di Iasynuvata; l’artiglieria spara contro le posizioni delle truppe ucraine e contro gli obiettivi civili nella zona di Avdiivka, – ha detto l’organizzatore del gruppo “Informatsijnyi Sprotyv” Dmytro Tymchuk. – Intanto nella zona di Novoazovs’k (Russia) è arrivato il gruppo tattico della Flotta del Nord della Marina russa. “Si prevede che questo gruppo entrerà a far parte del gruppo d’attacco delle forze russo-terroristiche operante nella fascia vicino al mare. Il gruppo è formato da unità di Marines della Flotta del Nord”, – ha detto Tymchuk.

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