"C'è Putin: pensare non serve"

RUSSIA: L'ennesimo trionfo del partito del presidente

Da MOSCA – Lunedì 15 settembre sono stati resi noti i dati da parte del ministero russo sulle elezioni dei consigli di amministrazione dei trenta governatorati della federazione e della Duma della città di Mosca. L’unica sorpresa risultata da questa chiamata alle urne è stato il record (in negativo) dell’affluenza degli elettori: 21,04 % a Mosca, il dato più basso degli ultimi 25 anni (fonte AiF, giornale del Consiglio della città di Mosca). La Russia non conosce una grande tradizione in materia di elezioni, i lunghi anni di regime sovietico (e prima ancora di governo zarista) hanno disabituato la popolazione alla scelta libera e autonoma dei propri rappresentanti alla guida del Paese, ma un dato così basso è segnale di qualcosa che non funziona, di un disinteresse troppo diffuso.

Il trionfo, largamente preannunciato, del partito Edinaja Rossija (Russia Unita) – quello di Putin per intenderci – ha giocato molto su diversi fattori: oltre che sulla già citata disabitudine russa al voto, sicuramente la debolezza dei partiti di opposizione, incapaci di rappresentare una reale alternativa al partito di maggioranza (come ricorda anche un articolo pubblicato sulla Nezavisimaja Gazeta) e l’attenzione rivolta alla crisi internazionale, in particolare nella vicina Ucraina (tesi sostenuta anche da Novye Izvestija), hanno allontanato l’opinione pubblica dalla questione “elezioni”. Molti reali candidati dell’opposizione, continua lo stesso articolo di Novye Izvestija, sono stati esclusi dalla corsa alle elezioni da Putin in persona, come Oksana Dmitrieva dalla lista di San Pietroburgo e Nikolaj Denin, governatore della regione di Brjansk, allontanato per “mancanza di fiducia” (parole del presidente). Inoltre in maggio, un mese prima la presentazione delle candidature, la soglia di firme da raccogliere per candidarsi è stata alzata al 3% della popolazione della propria circoscrizione, impedendo l’entrata di nuovi volti tra le solite liste. Risultato: in 28 governatorati su 30 ha vinto Edinaja Rossija, in media con il 65% dei voti; a Mosca i 45 nuovi membri della Duma della città saranno composti da 28 di Edinaja Rossija, 10 indipendenti (che di regola cercheranno una coalizione con Edinaja Rossija), 5 del Partito Comunista, 1 di Rodina (Patria, partito della sinistra conservatrice), 1 liberal-democratico. Tra questi, 17 sono stati riconfermati dal precedente mandato: la Duma era composta fino a queste nuove elezioni da 35 deputati (32 di Edinaja Rossija e 3 del partito comunista), quindi circa la metà resterà al suo posto.

Un dato interessante è il risultato invece delle elezioni in Crimea, tenute lo stesso giorno di quelle russe (domenica 14 settembre) e con gli stessi partiti russi tra i candidati. La popolazione della Crimea doveva scegliere se riconfermare il ruolo di Aksenov come capo del governo ed inoltre eleggere i nuovi ministri. Con una super affluenza alle urne (dopo due ore dall’apertura, aveva votato già il 14% degli elettori), Edinaja Rossija, il partito del presidente che li ha riportati alla “madre Russia”, ha trionfato con oltre il 70% dei voti (il partito liberal-democratico ha ricevuto il 9% delle scelte, quello comunista il 6%) (fonte Dni.ru). Il primo ministro russo Medvedev, intervenuto all’evento “Mediaforum” a Mosca, ha commentato questi risultati, sostenendo che confermano la legittimità della posizione politica russa nella questione ucraina (fonte Moscovskij Komsomolec).

L’annessione della Crimea è stata proprio la fonte della diffusa popolarità della sua persona nell’opinione pubblica russa. Izvestija ha intervistato Kostin, deputato e presidente del fondo per le politiche interne: il politico sostiene che l’immagine forte che il presidente russo sta dando del suo Paese nel quadro mondiale ha attirato sulla sua figura un grado di sostegno popolare senza precedenti. Il capo dell’Associazione interregionale degli elettori Andrej Buzin ammette a Novye Izvestija: “La crisi russo-ucraina segna anche le elezioni. In una situazione in cui l’isteria della guerra pervade la società, le persone sono più inclini a votare per l’attuale governo”.

Chi è Martina Napolitano

Dottoressa di ricerca in Slavistica presso l'Università di Udine, è direttrice editoriale di East Journal e scrive principalmente di Russia.

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4 commenti

  1. Quando la smetteremo di prendere come oro colato la propaganda delle dittature? La soria non ci ha insegnato nulla. Chiudiamo un occhio di fronte all’evidenza e diffondiamo “verità” fondate sulla menzogna dando per scontate elezioni su cui il solo peso del rischio di brogli sarebbe già un servizio di informazione utile e obiettivo per i lettori. Salvo compensi pattuiti per scrivere articoli di parte.

  2. Sapevo di queste elezioni amministrative ma non ne conoscevo i risultati tranne che per la Crimea , direi che la bassa affluenza è tipica dei paesi ex sovietici e patto di Varsavia tanto che se uno guarda i dati di affluenza alle ultime europee di paesi come Rep.Ceca Slovacchia,Polonia Baltici ma anche il Slovenia e via discorrendo rispetto ai nostri sono drammaticamente bassi, ma questo avviene anche fuori europa e di pochi gg fa la notizia che in California si sta pensando di pagare gli elettori per mandarli a votare con una sorta di lotteria.
    Molto significativa la forte affluenza in Crimea dove la popolazione si sente rinata dopo il ritorno in patria atteso da 23 anni.
    Il fatto che vinca sempre Putin è dato da due fattori, primo Putin gode di una popolarità che è alle stelle, secondo non esiste un altro candidato valido come alternativa, questo secondo me alla lunga sarà un problema per la Russia, molti russi sono infatti preoccupati di cosa succederà quando Putin lascerà perché non esiste attualmente un personaggio politico valido e alla sua altezza.
    Anche perché la più forte formazione di opposizione è guidata dal nazionalista zhirinovsky che non è propriamente in grado di farlo per le sue bizzarrie e proposte al limite del decente.

  3. Ma quale isteria di guerra, è ora di finirla con queste manipolazioni. L’isteria di guerra c’è a Kiev, basta andare sui siti ucraini che sono tutto un delirio bellicistico anni ’40 ! Qui in Russia c’è solo tanta preoccupazione per gli amici e i parenti che ogni famiglia ha in Ucraina, e tanta pena per quello sventurato paese. Quanto a Nikolaj Denin, NON è un candidato di opposizione, ed è stato rimosso da governatore, non escluso dalle elezioni (alle quali non era neppure candidato). Oksana Dimitreva è stata esclusa dalla commissione elettorale , NON da Putin (che ha cose più importanti di cui occuparsi) per irregolarità nella raccolta delle firme. Cerchiamo di essere un pò meno faziosi. La tesi che Putin, con l’80 per cento di consensi, vinca perchè manipola le elezioni ormai non la bevono neppure i bambini

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