BULGARIA: Senza Censura, la sfida elettorale

da SOFIA – Giunte le dimissioni del primo ministro Oresharski e di Sergej Stanishev, da leader del Partito Socialista Bulgaro, si apre nel paese balcanico un’estate di trattative e pubbliche accuse. La sonora sconfitta del BSP (Partito Socialista) alle elezioni europee e il crack bancario della Corporate Commercial Bank e First Investment Bank, hanno segnato il definitivo collasso dell’esecutivo. La formazione di governo scioltasi recentemente comprendeva inoltre l’appoggio di PSD (Partito della minoranza Turca) e Ataka (partito ultranzionalista) da esterno.

Una fase di “stallo”, quindi, vedrà a breve in carica un nuovo consiglio dei ministri di tipo tecnico, nominato dal presidente della Repubblica Plevnieliev. Una crisi di governo, inoltre, di portata storica che nasconde probabili nuove alleanze e assetti politico-parlamentari.

La partita si giocherà sino al 5 ottobre, data in cui sarà deciso chi guiderà realmente il paese in futuro. Pedine fondamentali di tale stagione di campagna elettorale risultano essere gli schieramenti minoritari che, a meno di una vittoria schiacciante del centro destra del GERB (Cittadini per lo sviluppo europeo della Bulgaria) o centro sinistra (BSP), faranno valere il loro “modesto” bacino di elettori nel sostenere il partito predominante.

La sorpresa tuttavia arriva da un movimento di recente costituzione, già forte di un’ottima esperienza in Europa: Bulgaria Senza Censura. Questa compagine ha ottenuto il 10% alle elezioni europee e ben due seggi a Bruxelles. Il risultato lo colloca come quarta forza della politica bulgara.

Il 29 luglio scorso diversi suoi sostenitori si sono ritrovati in piazza Narodno Sebranie, a Sofia, di fronte al parlamento e a pochi passi dalla cattedrale Alexander Nevskij. La protesta ha visto coinvolti un largo numero di studenti, inferociti contro le malefatte delle istituzioni ed i suoi rappresentanti. Tuttavia le discriminanti principali risultano essere: l’avversione verso il nuovo leader del BSP Mikov, il quale non garantirebbe stabilità politica, e il problema del debito pubblico dato dalla corruzione. Quest’ultimo tema appare come il più turbolento.

La disputa vede coinvolte le maggiori forze politiche, in una battaglia mediatica senza esclusione di colpi. Attualmente il nocciolo del discorso si concentra sulla questione del budget destinato agli ospedali, e quindi alla sanità e l’utilizzo illegittimo di questi fondi. In breve i socialisti preferiscono che il budget non sia più modificato, mentre il centro destra insiste per un ritocco delle casse a fronte delle gravi perdite.

Nikolay Barekov, uomo di TVNews e TV7, è il leader di Bulgaria Senza Censura ed in questa gara elettorale non può che inserirsi con forza e tecnica. Le capacità comunicative e il linguaggio a dir poco populista hanno di fatto conquistato un buona fetta di popolazione. Il malcontento si è cristallizzato all’interno di questa fresca compagine politica, tuttavia è ancora lontana dal divenire il motore del rinnovamento.

Di fronte al parlamento il 29 Luglio, volavano urla quali “Boycot Euro!” o “Turkish away!”, insomma facili accuse contro i soliti “nemici”. Mentre, infine, la figura del leader è ancora circondata da ombre e sospetti.

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