L’Ungheria non può stare in Europa

22 dicembre 2010, da Il Fatto Quotidiano

Questa volta non è uno scherzo. In Ungheria da sei mesi governa il centro-destra. Ha il 70% dei seggi in Parlamento: la Costituzione non è più un problema! “Il popolo ha parlato: è la democrazia, bellezza!

E così, il governo ha fatto una nuova legge sull’informazione.

  • Ha soppresso tutte le redazioni che producono o diffondono informazione nelle radio e nelle televisioni: resta solo l’Agenzia di stampa governativa, che centralizzerà tutte le informazioni e le distribuirà personalmente ai media.
  • Sono previste multe salate per chi scrive articoli “non equilibrati politicamente”. L’equilibrio sarà valutato dal Garante per l’informazione. Il Garante per l’informazione sarà nominato dal Governo, sì.
  • E poi ci saranno altre multe per chi pubblica “informazioni contrarie agli interessi nazionali” (non si dice quali sono), o “lesive della dignità umana” (idem). Decide il Garante di cui sopra.
  • I giornalisti hanno, da ora in poi, l’obbligo di rivelare le loro fonti, pena sanzioni penali, quando ci sono “questioni legate alla sicurezza nazionale”, devono consegnare tutti i loro documenti e supporti elettronici su semplice richiesta del potere esecutivo. Anche se nessuno là fuori ha commesso un reato.

Mi fermo qui. Avete capito. Noto solo che da noi c’è un’arietta… come di gente che avrebbe tanto voluto fare come gli ungheresi… Andiamo al dunque.

Signor Ambasciatore della Repubblica Ungherese. Immagino che ci spiegherà che non abbiamo capito… Che è tutto un equivoco… Che il Suo Governo vuole solo razionalizzare, prevenire il terrorismo, garantire l’ordine pubblico… Ci spieghi! Qualche volta è duro persino fare il diplomatico. Qualche volta è duro essere Uomini.

Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana, on. Frattini. Lei crede che un paese che si dà queste leggi sulla stampa e l’informazione possa rimanere in Europa? E assumerne addirittura la Presidenza nel primo semestre 2011? Pensa che i cittadini Europei possano accettare di essere rappresentati da un governo del genere, che ha dimostrato chiaramente in patria che cosa ha in mente per loro? Intende prendere una posizione dignitosa e ferma, a parole e nei fatti? Oppure non trova poi così male il nuovo modello ungherese di “libertà di stampa”?

Onorevole Bossi: Lei crede che la gente del posto (molto incazzata per la crisi economica e per i comportamenti della “casta” dei politici ungheresi) abbia fatto bene a mandare al governo con una valanga di voti uno che aveva dichiarato: “Preferisco fare gli interessi del popolo ungherese piuttosto che quelli dei rom, e degli ebrei che cospirano per mandare a fondo tutto il mondo e anche il mio paese”, e “Anche oggi, a Gerusalemme, si insegna l’ungherese ai bambini, dicendogli che è la lingua della loro prossima patria!”. Non è che per caso, per questi signori che si apprestano a guidare l’Europa, ha in serbo una delle Sue colorite espressioni?

Aspettiamo di sapere.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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3 commenti

  1. perfetto.
    non è ammissibile in europa uno stato con una legge così.
    o la cambiano o se ne vanno.

    • Filippo Marchini

      Certo da progressisti che si sono fatti governare per anni da un piccolo despota delle televisioni e che adesso sono sotto il torchio di un governo che non hanno eletto si giudica bene..Bisognerebbe fare alcuni sforzi culturali per capire come un paese così pieno di europa e nel cuore dell’europa prenda certe derive. Bisongerebbe leggere nelle delusioni di un amaro passato irrisolto, in cui gli ungheresi avrebbero voluto semplicemente essere nè di quà, nedi là..capire perchè le librerie sono zeppe di trattati sul Trianon, perchè sono stufi di essere considerati meno dei rumeni nei paesi dove emigrano solo perchè sono in meno dei rumeni..E valutare se essere europei significa oggi farsi dettare legge da un francese (che però nasconde le origini magiare..)come nel primo dopo guerra e dover mandare soldati a morire in giro per il mondo. Insomma è terribile scoprire che un populista sia popolare, ma ancor peggio vedere che i primi a vacillare nelle warranties europee sono gli stati mafia come il nostro che con guerre umanitarie hanno fatto nascere altri stati mafia. Lo dico con amarezza e preoccupazione visto che mio figlio è cittadino italiano ed ungherese.
      Filippo

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