GEORGIA: Sentirsi europei a Tbilisi

Da TBILISI – Nove maggio: Giorno dell’Europa, ma anche Giorno della Vittoria nei paesi post-sovietici. Sebbene non più celebrato in Georgia dalla caduta dell’URSS e dall’indipendenza, questa giornata resta associata più alle vecchie tradizioni che alle nuove nella mente di molti georgiani. Ma non è così per tutti. Ani, 24 anni, di Tbilisi, scrive: “Ho capito che rappresento una nuova generazione di georgiani quando ho associato il 9 maggio al Giorno dell’Europa e non al Giorno della Vittoria”.  Una nuova generazione che sembra essere determinata a lasciarsi alle spalle ogni ricordo del passato sovietico e a guardare solamente verso l’Europa.

Si è così da poco conclusa l’edizione 2014 della “settimana europea” (5-14 Maggio) di Tbilisi, che ha visto un programma ricco di eventi e le visite del presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy, del presidente francese François Hollande e del ministro degli esteri inglese William Hague. Ognuna di queste importanti figure internazionali ha ribadito il sostegno del proprio paese o organizzazione al percorso euro-atlantico georgiano e alla firma dell’accordo d’associazione con l’UE, prevista entro la fine dell’estate.

Quale futuro per l’integrazione euro-atlantica di Tbilisi?

In particolare, Van Rompuy ha lodato il premier Garibashvili per gli sforzi compiuti nell’attuale le ambiziose riforme richieste per poter arrivare alla firma dell’accordo d’associazione, fra cui la legge anti-discriminazioni. La sua conversazione con il primo ministro georgiano è tuttavia inevitabilmente continuata su temi come l’integrità territoriale del paese, l’entrata nella NATO e la temuta interferenza russa, domande poste anche agli altri ospiti europei della settimana. Van Rompuy, così come Hollande e Hague, si sono mantenuti sul vago nella risposta, lasciando che sia il prossimo summit NATO in Galles a dipanare la questione.

Infatti, non vi è alcun consenso sull’estensione del MAP (Membership Action Plan) alla Georgia e la tematica sembra essere percepita dai rappresentanti europei come separata rispetto al processo di avvicinamento all’Unione. Eppure per i georgiani l’adesione a UE e NATO sembrano andare di pari passo fornendo a volte un’impressione di confusione fra i ruoli delle due organizzazioni.

Se la NATO è un’organizzazione militare, l’Unione europea usa meccanismi di soft power e può fornire una protezione relativa in caso di aggressione, come il caso ucraino ha dimostrato. I propositi dell’UE sono di garantire democrazia, diritti umani, sviluppo sociale ed economico attraverso riforme, accordi e cooperazione, non di assicurare aiuti militari. Ma l’entrata o associazione all’Unione sono quasi sempre presentate in simultanea con l’allargamento NATO e lo stesso ministero responsabile  è dedicato all'”integrazione europea e euro-atlantica”.

Tra ricerca dell’integrazione e paura dell’omologazione

Quest’ultimo ministero ha inaugurato il 25 marzo scorso le pubblicazioni del giornale ‘Georgia’s European way’ nell’ambito della strategia di comunicazione sviluppata per fornire ai georgiani informazioni veritiere ed esaustive sull’UE, sull’accordo d’associazione e sulla zona di libero scambio (Deep and Comprehensive Free Trade Area).

I malintesi sono infatti numerosi, così come le paure che un avvicinamento all’Europa porti la perdita di cultura e tradizioni locali. Lo stesso Commissario europeo per l’allargamento e la politica di vicinato Štefan Füle ha spiegato, nel suo discorso sulle prospettive georgiane di integrazione europea, di non aver bisogno di essere convinto che la Georgia possa diventare parte dell’Unione Europea mantenendo i propri valori: questo concetto è alla base dell’integrazione europea il cui motto rimane sempre ‘Uniti nella Diversità’.

E la diversità è stata la caratteristica principale dei festeggiamenti per il Giorno dell’Europa, con l’organizzazione di molteplici attività da parte di numerose ambasciate europee a Tbilisi. Fra mostre, gare canore e lezioni per adulti e bambini, sono stati in molti a partecipare e a sentirsi ancora più europei, anche in Georgia.

Foto: neiljs, flickr

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