POLONIA: Potenziato il sistema missilistico puntato verso la Russia, con l'aiuto di Washington

Rinverdite le vecchie intese “Kacynski – Bush”

Era il 2007, in piena presidenza Kaczynski e Bush Jr., quando la Polonia e gli Stati Uniti avviavano il dispiegamento di batterie di missili “Patriot” a meno di cento chilometri dal confine con la Russia, nella base di Morag, con l’intento di saldare la proiezione militare-offensiva ad est del dispositivo militare USA e NATO, tanto da far prospettare la possibilità di trasferire  in Polonia dei gruppi di volo con cacciabombardieri a capacità nucleare F-16.

Tale dimostrazione di forza  non fece attendere per non molto tempo le risposte del Cremlino e oggi, come rivelato dal quotidiano tedesco Bild, sarebbero dispiegate “un numero a due cifre” di batterie di missili Iskander-M, o Ss 26 nell’enclave russa di Kaliningrad, tra Polonia e Lituania.

Ministero della difesa all’opera

Dal 2007 la Polonia ha cambiato il governo ma i timori restano quelli di allora. Proprio sabato scorso, il ministro della difesa polacco, Tomasz Siemoniak ha dichiarato all’emittente radiofonica polacca RMF FM che gli Stati Uniti dovrebbero aumentare la propria presenza militare in Polonia e in altri paesi aderenti al patto Nord Atlantico presenti in Europa centro-orientale, vista la criticità del momento nei rapporti tra Russia e Ucraina .

“Sono felice che i rappresentanti degli Stati Uniti e il vice – presidente degli Stati Uniti siano aperti  a questi colloqui “, ha aggiunto  Siemoniak,  dimostrando entusiasmanti aspettative  davanti al  vicepresidente americano Joe Biden, in visita a Varsavia, riguardo all’intensificazione della presenza militare  degli Stati Uniti.

Nelle prossime settimane il ministero della Difesa avrà modo di determinare il fornitore del proprio sistema di difesa missilistica, programmato per il 2015, e anticipato dagli eventi della crisi in Ucraina. Al momento ci sono quattro offerenti: la francese Thales, in consorzio con il gruppo europeo MBDA e il gruppo di difesa dello stato polacco; il governo israeliano; Raytheon degli Stati Uniti, e il consorzio MEADS guidato da Lockheed Martin.

La prima fase sarà costituita dal rifornimento di otto gruppi di razzi intercettori a media gittata, seguita dalla consegna di uno scudo missilistico da parte degli Stati Uniti, come proseguimento dello scudo stellare inaugurato durante l’era Bush.

La Polonia, dunque, sembra abbia deciso di accelerare i suoi sforzi per acquisire un nuovo sistema di difesa missilistica di fronte all’escalation del  conflitto tra la vicina Ucraina e Russia, come fosse un richiamo a metà strada tra  il diritto d’autodifesa invocato dall’incertezza delle pericolose congiunture del momento, e il rinnovato entusiasmo verso la sua membership nella NATO.

foto: Linkiesta

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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Un commento

  1. Gli aggressori, intanto, sono sempre gli altri…. no? Che problema c’è? Si possono piantare basi ovunque in Europa, mettere militari nei punti strategici del continente, e poi trovare i megafoni che affermano che sia la Russia a lanciare politiche aggressive… fantastico!

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