MOLDAVIA: Elezioni parlamentari. Quello comunista è il primo partito, ma forte è la coalizione europeista

Domenica 28 Novembre 2010 si sono tenute in Moldova le elezioni parlamentari. In lista c’erano 20 partiti e 19 candidati indipendenti. L’affluenza alle urne si è attestata intorno al 59,10%. Ancora una volta è stato il Partito Comunista ad avere la meglio, conquistando ben 44 seggi. I partiti della coalizione “Alleanza per l’Integrazione Europea” si sono aggiudicati, invece, 57 seggi. La coalizione europeista riunisce il partito liberal-democratico guidato da Vlad Filat, il Partito Democratico di Marian Lupu e il Partito Liberale del Presidente ad interim Mihai Ghimpu.

Non si è raggiunta, così, la soglia minima dei 61 seggi su 101 utili alla coalizione per eleggere il Presidente della Repubblica. Un ulteriore nulla di fatto dunque sull’impasse istituzionale di questo Paese, che colleziona tre sconfitte elettorali in meno di due anni. Le precedenti elezioni, infatti, si sono svolte ad aprile e a luglio del 2009 ed hanno ottenuto esito insufficiente.

Stando al rapporto steso dall’OSCE all’indomani degli exit pools, le elezioni sono state amministrate dal CEC in modo trasparente e imparziale, in un clima rilassato. Il rapporto sottolinea inoltre come il 28% dei candidati alle elezioni erano donne. Nonostante la visibilità delle candidate in campagna elettorale sia stata ristretta, si tratta di un bel passo avanti per la parità dei diritti in Moldova.

Numerosi, poi, i moldavi all’estero che hanno accolto l’invito a recarsi alle urne, i quali hanno espresso voti a favore della coalizione europeista. Il contributo degli emigrati, tuttavia, non è stato sufficiente a dare una spinta decisiva ai risultati elettorali. Ci si chiede se ora la popolazione, frustrata da continue incognite politiche, si troverà a dover affrontare ulteriori elezioni. Certo è che la scommessa di stabilità politica è un traguardo quanto mai necessario oggi per la Moldova.

Chi è Silvia Biasutti

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