UCRAINA: Illegale la detenzione della Tymoshenko, lo dice Strasburgo

La Corte europea dei diritti umani ritiene illegale e arbitraria la decisione delle autorità ucraine di sottoporre Yulia Timoshenko al carcere preventivo. Si sostiene infatti che non vi erano sufficienti motivi per rinchiudere in carcere prima del processo l’ex premier ucraina e leader della Rivoluzione Arancione, condannata a sette anni di reclusione lo scorso agosto. Il processo alla Timoshenko è di fatto un processo politico, benché non manchino i fondamenti per le accuse di corruzione e abuso di potere: negli anni della Rivoluzione, ma soprattutto in quelli precedenti, la Timoshenko è stata protagonista di numerosi torbidi. Ciò non toglie che l’attuale semi-dittatura ucraina, imposta da Victor Yanuchovyc, mal digerisca l’opposizione della “zarina del gas” e stia facendo di tutto per eliminarla.

Il carcere preventivo in una colonia penale nei pressi di Kharkiv ha notevolmente influito sulle condizioni di salute della Timoshenko e oggi la Corte europea dice che quella detenzione era illegale. «La corte ha già sancito che la detenzione di Tymoshenko è servita principalmente per punirla per una mancanza di rispetto per il tribunale e quindi ha concluso che la restrizione della sua libertà non è servita allo scopo di trattenerla di fronte a una autorità competente legalmente per il legittimo sospetto di un suo reato, ma per altre ragioni», si legge nella sentenza.

La figlia della leader dell’opposizione ucraina, Ievghenia, ha definito «una prima vittoria» la decisione della corte di Strasburgo.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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12 commenti

  1. sappiamo tutti bene come funzionano certe cose…

  2. Ma chi è Strasburgo per sentenziare sulla legittimità delle decisione dei tribunali di paesi sovrani ? Neanche l’URSS si permetteva ingerenze simili, siamo al delirio. La guerra di mafia tra le cosche ucraine è meglio lasciarla combattere ai diretti interessati, l’Europa quando si muove non fà che danni.

    • L’Ucraina è tra i firmatari della Convenzione europea per i diritti dell’uomo, che istituisce la Corte Europea per i diritti dell’uomo, cui quindi l’Ucraina è soggetta. Non si tratta di ingerenze. L’Europa intesa come Unione Europea in questo caso non c’entra un tubo.

  3. Non ho nominato l’Unione Europea, a dire il vero. Comunque è una palese ingerenza politica, la carcerazione preventiva in tutti i paesi è un provvedimento discrezionale dei giudici e non è più di tanto regolamentato dalle leggi. Che vuol dire “non vi erano sufficienti motivi per rinchiudere in carcere prima del processo l’ex premier ucraina”, questo lo decidono i giudici ucraini (corrotti o meno, questo è un altro discorso). Nella carceri ucraine ci sono migliaia di poveracci che scontano anni di galera solo perchè non hanno i soldi per l’avvocato o per comprare i giudici, e la corte europea non si interessa minimamente di loro.

    • No, non ha menzionato l’UE ma è l’unica “Europa” che può fare danni, la Corte europea non può fare nulla se non monitorare sui sistema giudiziari che hanno firmato la Convenzione. Esiste un uso della giustizia corretto ed esistono gli abusi del sistema giudiziario, soprattutto esiste l’indipendenza del potere giudiziario da quello dell’esecutivo: in Ucraina non è così, e lo sappiamo tutti. La Cedu è intervenuta in quel contesto. Che poi sia intervenuta per la Timoshenko e non per altri è discorso diverso dall’ingerenza.

    • Ecco l’articolo della CEDU di cui l’Ucraina è stata dichiarata in violazione nel caso Tymoshenko (http://www.duitbase.it/database/sentenze-corte-europea-dei-diritti-delluomo/85-Articolo-5-Diritto-alla-liberta-e-alla-sicurezza):

      Articolo 5 – Diritto alla libertà e alla sicurezza
      1. Ogni persona ha diritto alla libertà e alla sicurezza. Nessuno può essere privato della libertà, se non nei casi seguenti e nei modi previsti dalla legge:
      a) se è detenuto regolarmente in seguito a condanna da parte di un tribunale competente;
      b) se si trova in regolare stato di arresto o di detenzione per violazione di un provvedimento emesso, conformemente alla legge, da un tribunale o allo scopo di garantire l’esecuzione di un obbligo prescritto dalla legge;
      c) se è stato arrestato o detenuto per essere tradotto dinanzi all’autorità giudiziaria competente, quando vi sono motivi plausibili di sospettare che egli abbia commesso un reato o vi sono motivi fondati di ritenere che sia necessario impedirgli di commettere un reato o di darsi alla fuga dopo averlo commesso;
      d) se si tratta della detenzione regolare di un minore decisa allo scopo di sorvegliare la sua educazione oppure della sua detenzione regolare al fine di tradurlo dinanzi all’autorità competente;
      e) se si tratta della detenzione regolare di una persona suscettibile di propagare una malattia contagiosa, di un alienato, di un alcolizzato, di un tossicomane o di un vagabondo;
      f) se si tratta dell’arresto o della detenzione regolari di una persona per impedirle di entrare illegalmente nel territorio, oppure di una persona contro la quale è in corso un procedimento d’espulsione o d’estradizione.
      2. Ogni persona arrestata deve essere informata, al più presto e in una lingua a lei comprensibile, dei motivi dell’arresto e di ogni accusa formulata a suo carico.
      3. Ogni persona arrestata o detenuta, conformemente alle condizioni previste dal paragrafo 1 c del presente articolo, deve essere tradotta al più presto dinanzi a un giudice o a un altro magistrato autorizzato dalla legge a esercitare funzioni giudiziarie e ha diritto di essere giudicata entro un termine ragionevole o di essere messa in libertà durante la procedura. La scarcerazione può essere subordinata a garanzie che assicurino la comparizione dell’interessato all’udienza.
      4. Ogni persona privata della libertà mediante arresto o detenzione ha il diritto di presentare un ricorso a un tribunale, affinché decida entro breve termine sulla legittimità della sua detenzione e ne ordini la scarcerazione se la detenzione è illegittima.
      5. Ogni persona vittima di arresto o di detenzione in violazione di una delle disposizioni del presente articolo ha diritto a una riparazione.

      “la Corte europea dei diritti dell’uomo ha concluso all’unanimità per la violazione dell’Articolo 5 § 1 (diritto alla libertà e alla sicurezza) della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, per la violazione dell’Articolo 5 § 4 (diritto di ottenere entro breve termine una decisione giudiziaria sulla regolarità della detenzione); alla violazione dell’Articolo 5 § 5 (diritto a ottenere riparazione per detenzione illegale), nonché alla violazione dell’Articolo 18 (limite all’applicazione delle restrizioni ai diritti), esaminato in combinato disposto con l’Articolo 5.
      La Corte ha concluso a maggioranza che non c’è stata violazione dell’Articolo 3 (divieto di trattamenti o pene inumani o degradanti) rispetto ai presunti maltrattamenti subiti dalla Sig.ra Tymoshenko durante il suo trasferimento all’ospedale il 20 aprile 2012 e all’efficacia dell’indagine condotta a seguito delle sue lagnanze.”
      http://hub.coe.int/it/web/coe-portal/press/newsroom?p_p_id=newsroom&_newsroom_articleId=1430540&_newsroom_groupId=10226&_newsroom_tabs=newsroom-topnews&pager.offset=0

      • Ah, “all’unanimità” vuol dire che tra i sette giudici della Corte ha votato per la constatazione di violazione anche il giudice ucraino, Ganna Yudkivska

  4. In America, Bernard Maddoff che non è peggio della Julietta si è beccato quasi un secolo di galera senza che da Strasburgo si sia levato un gemito….quando si dice la sudditanza psicologica di certi arbitri.

    • ma se è una Convenzione europea non ha mica giurisdizione negli Stati Uniti!

      • Si ma i diritti umani non dovrebbero conoscere confini giurisdizionali, la corte europea potrebbe emettere almeno una condanna morale (non per Maddoff oviamente, ma per tutte le infamie che commettono gli USA in casa e fuori). E comunque il punto non è neppure questo, ma è l’uso politico che viene fatto della corte. Tutta la mobilitazione occidentale per la Timoshenko non c’entra nulla coi diritti umani. La Julietta era “il nostro uomo” a Kiev (o il nostro figlio di.., come più efficacemente dicono gli americani). La sua missione era portare l’Ucraina nella NATO e per mandarla al potere sono stati investiti miliardi di dollari (più di 20 a quanto pare). Adesso è caduta in disgrazia e ormai non è più utile alla causa, ma l’occidente non può ugualmente abbandonarla la suo destino, altrimenti tutte le marionette moldave, georgiane, estoni ecc. se la darebbero a gambe. Devono salvare il soldato Julia, anche se ormai non serve più.

        • Certo, se esistesse un governo mondiale, ci sarebbero anche corti di diritti umani senza confini giurisdizionali. Ma non c’è. Quindi dobbiamo accontentarci. Le “condanne morali” degli USA vanno cercare nel lavoro delle ONG (Amnesty, etc), non in quello di corti internazionali che comunque devono rispondere del proprio operato agli stati membri del Consiglio d’Europa.
          Sul resto, c’è tanta gente che cerca di usare le sentenze CEDU per fini politici (come avviene ugualmente per l’ONU, ICTY, etc) ma la Corte in sè non emette sentenze politiche. Se lo facesse, non avrebbe nulla da invidiare ai tribunali ucraini del caso.

    • Vlad, se la CEDU fosse competente anche negli USA, questi avrebbero dovuto già da tempo rinunciare alla pena di morte 🙂

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