POLONIA: Il discorso di Sikorski. La nuova politica estera di Varsavia

Il Ministro degli Esteri polacco pone l’UE, il Gruppo di Vysegrad e la Trojka di Weimar come priorità della diplomazia polacca, e relega ai margini della strategia di Varsavia l’Ucraina e i paesi dell’Europa orientale, tradizionalmente visti come fondamentali per la garanzia dell’interesse nazionale. Importante il sostegno alla cooperazione transatlantica, e al riconoscimento della Cina come superpotenza mondiale

Unione Europea, Stati Uniti d’America, ma anche NATO e Cina in un discorso destinato a fare la storia per avere mutato l’orientamento geopolitico della Polonia. Nella giornata di martedì, 20 Marzo, il Ministro degli Esteri, Radoslaw Sikorski, ha riferito in Parlamento in merito al nuovo corso della politica estera della Polonia per l’anno 2013. Obiettivo principale della politica estera di Varsavia è l’Unione Europea, in quanto, secondo il Ministro Sikorski, l’integrazione interna dell’UE è l’unico rimedio che i Paesi del Vecchio Continente hanno per rispondere alla crisi.

Come già affermato in molte altre occasioni, il Ministro degli Esteri ha ribadito la necessità da parte di Varsavia di adottare l’euro nel più breve tempo possibile. “Il permanere al di fuori dello spazio della moneta unica riduce notevolmente il margine di manovra della Polonia in ambito europeo” ha argomentato Sikorski.

Particolare importanza è stata dedicata anche al ruolo che la Polonia ricoprirà nel Gruppo di Vysegrad, che il Ministro degli Esteri polacco ha ritenuto necessario rafforzare, in quanto Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia ed Ungheria sono Paesi la cui crescita economica negli ultimi anni ha superato la media UE.

Sikorski ha inoltre ritenuto necessario integrare il Gruppo di Vysegrad con la Trojka di Weimar, composta da Germania, Francia e Polonia. In particolare, il Ministro degli Esteri ha rivendicato come un successo le oramai affiatate relazioni tra Polonia e Germania, ed ha evidenziato l’importante intesa stipulata con la Francia per creare un fronte forte e compatto in difesa della Politica Agricola Comune e della politica di coesione dell’UE.

Importante è stato il passaggio del discorso dedicato alla Lituania, con cui Sikorski ha dichiarato l’intenzione di superare le tensioni di carattere culturale e linguistico che, da due anni, hanno congelato le relazioni sull’asse Varsavia-Vilna. Nello specifico, il Ministro egli Esteri ha fatto riferimento all’obbligo imposto alla minoranza polacca in Lituania di utilizzare la lingua lituana: una questione spinosa, che Sikorski ha confidato di poter risolvere con il Governo appena insediato del Premier socialdemocratico Algirdas Butkevicius.

L’Atlantismo necessario tra l’UE e gli Stati Uniti di Obama

Oltre all’Unione Europea, obiettivo di importanza strategica per la Polonia sono gli Stati Uniti d’America. “Abbiamo bisogno dell’accordo sul varo di una Zona di Libero Scambio Transatlantica tra Unione Europea e USA, che permetta all’UE di avere una posizione più forte in ambito internazionale” ha dichiarato Sikorski.

Di recente, il Presidente democratico USA, Barack Obama, il Presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, e il Presidente del Consiglio Europeo, Hermann Van Rompuy, hanno concordato l’abbattimento delle barriere doganali per permettere un’integrazione transatlantica dei mercati del lavoro e delle economie di Washington e Bruxelles.

Il Ministro degli Esteri ha inoltre evidenziato l’importante ruolo che la NATO sarà chiamata a svolgere, soprattutto in missioni di peacekeeping, in diverse aree del pianeta, tra cui Afganistan e Caucaso, in cui sono dislocati continenti militari polacchi.

Il gelo nei confronti dell’Ucraina autoritaria

La vera novità del discorso di Sikorski sulla politica estera della Polonia per il 2013 è legato alla notevole diminuzione di interesse nei confronti dell’Europa Orientale, in particolare dell’Ucraina. Tradizionalmente, Varsavia ha sempre caldeggiato l’integrazione nelle strutture euro-atlantiche di Kyiv, ritenuta una priorità strategica per l’interesse nazionale dei polacchi, prima ancora che di quello degli stessi ucraini.

Sikorski ha invitato l’Unione Europea a firmare al più presto con gli Stati del Partenariato Orientale – Ucraina, Moldova, Georgia, Armenia e Azerbaijan – l’Accordo di Associazione: documento che rende possibile l’integrazione delle economie dei Paesi firmatari con il mercato unico UE.

Tuttavia, il Ministro degli Esteri polacco ha ritenuto poco probabile la firma del Documento per l’Ucraina: Paese che in seguito al regresso democratico impresso dal Presidente, Viktor Yanukovych, deve ora scegliere in maniera chiara se optare per l’associazione nell’UE, o finire per essere integrata nell’Unione Doganale Eurasiatica.

Questo progetto di integrazione sovranazionale, a cui appartengono Russia, Bielorussia e Kazakhstan, è stato concepito da Mosca a immagine e somiglianza dell’Unione Europea per imporre l’egemonia politica ed economica del Cremlino nello Spazio ex-Sovietico.

Russia, Italia, Vaticano e Cina

A proposito della Russia, Sikorski ha contestato il mancato rispetto dei Diritti Umani da parte delle Autorità di Mosca, ma ha auspicato il rafforzamento dei legami commerciali e della cooperazione a livello regionale, come dimostrato dal varo di una zona di libero scambio tra le provincie polacche della regione del Baltico e l’enclave russa di Kaliningrad.

Dopo avere criticato la Gran Bretagna per la posizione di ostilità nei confronti dell’integrazione europea, ed avere sottolineato l’importanza di intrattenere buoni rapporti con Estonia, Lettonia, Svezia, Norvegia, Spagna, Italia e Santa Sede, soprattutto dopo l’elezione al Soglio Pontificio di Papa Francesco, Sikorski ha citato l’importanza della Cina. “Riteniamo Pechino una potenza sovra regionale che deve sempre più attivarsi per risolvere questioni di carattere globale –ha dichiarato il Ministro degli Esteri – con la Cina ci lega una partnership strategica”.

L’importanza dell’indipendenza energetica

Nel suo discorso, Sikorski ha anche fatto riferimento alla questione energetica, particolarmente importante per un Paese, come la Polonia, che importa l’82% del gas necessario a soddisfare il fabbisogno nazionale dalla Russia, il 13% dalla Germania, e il 6% dalla Repubblica Ceca.

Il Ministro degli Esteri ha sostenuto la necessità di costruire rigassificatori, come indicato da una direttiva della Commissione Europea, per diversificare le importazioni di gas attingendo anche da Qatar, Norvegia, Egitto e Stati Uniti d’America.

Proprio a proposito degli USA, Sikorski ha illustrato l’importanza da parte della Polonia di avviare lo sfruttamento dei giacimenti domestici di shale: gas non convenzionale ubicato in rocce porose di bassa profondità che, secondo le stime, è presente nel sottosuolo polacco per una quantità di 5,7 trilioni di metri cubi.

Con l’avvio dello sfruttamento dei giacimenti domestici di shale, gli USA hanno incrementato notevolmente le loro esportazioni, e si sono affermati nel mercato dell’Asia, soprattutto in Corea del Sud, India, Singapore e Indonesia.

Sikorski ha dichiarato di voler intraprendere la medesima strada degli USA, e di avviare una cooperazione per lo sfruttamento dello shale anche con il Canada – che insieme con gli Stati Uniti d’America è l’unico Paese al Mondo che ha avviato lo sfruttamento di gas non convenzionale.

Infine, il Ministro degli Esteri ha illustrato la necessità di implementare la messa in comunicazione dei gasdotti della Polonia con quelli di Repubblica Ceca e Slovacchia: un’operazione già iniziata, prevista sempre dalla Commissione Europea per creare un mercato integrato del gas interno all’UE.

Pilsudski e Giedroyc superati

Il nuovo orientamento della politica estera della Polonia enunciato in Parlamento dal Ministro Sikorski è destinato a scrivere una delle pagine della geopolitica dell’Unione Europea e dell’Europa Centro-Orientale. Per la prima volta è stata infatti negata e contrastata apertamente l’idea Jagellonica, secondo la quale alla Polonia spetta di diritto un ruolo egemone in Europa Centro-Orientale finalizzato alla creazione di una Federazione di Stati dell’Europa Centro-Orientale per bilanciare lo strapotere geopolitico della Russia e della Germania.

Oltre all’idea Jagellonica, che ha visto nel Maresciallo Jozef Pilsudski e nell’ex-Presidente conservatore Lech Kaczynski i principali artefici, il Ministro Sikorski – che è esponente di un Governo cristiano democratico – è il primo tra i Ministri della storia della Polonia che ha negato anche l’insegnamento di Jerzy Giedroyc.

Il Redattore della rivista Kultura dell’emigrazione polacca ‘liberale’ di Parigi – distinta da quella londinese fortemente conservatrice – nel Secondo Dopoguerra, in maniera quasi profetica, ha postulato la necessità per la Polonia di stabilire buone relazioni con l’Ucraina, ed anche con la Bielorussia e la Lituania, per rafforzare la sua posizione in ambito internazionale.

A estromettere dalla strategia di politica estera il pensiero di Gierdoyc, che finora è stato considerato come un dogma da parte di tutti i Ministri degli Esteri, sia cristiano-democratici che conservatori che socialdemocratici, sono state le parole dello stesso Sikorski. “Tanto più sono forti i legami con Francia e Germania, tanto più la Polonia è forte in Europa – ha dichiarato il ministro egli esteri – tanto più è forte la cooperazione regionale [nel Gruppo di Vysegrad, n.d.r.] tanto più la Polonia ha la forza di rappresentare i suoi interessi”.

Foto: PlatformaRP, Flickr

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