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INTERVISTA: Kallipolis, un ponte tra Trieste e la Bosnia


Nel cuore dell’antica Tergeste, un gruppo di affiatati professionisti da anni promuove la cultura della partecipazione e dell’inclusione sociale attraverso progetti di riqualificazione urbana per e con la Bosnia Erzegovina. Nadia Vedova, ingegnere di Trieste e fondatrice dell’associazione Kallipolis, ci spiega la storia e i progetti di una tra le realtà più virtuose della cooperazione in Friuli-Venezia Giulia.

1. Quando e come nasce Kallipolis? Quali sono i suoi propositi?

Kallipolis nasce nel 2006 da un gruppo di persone che, dopo aver frequentato il Master in pianificazione urbana nei paesi in via di sviluppo all’università IUAV di Venezia, decidono di indirizzare la propria professionalità al miglioramento della vivibilità dei contesti urbani più critici e vulnerabili. Al gruppo originario si sono aggiunte, nel corso degli anni, molteplici figure che hanno reso l’associazione multidisciplinare. L’associazione, inoltre, si riconosce negli obiettivi dell’Agenda Habitat delle Nazioni Unite, che promuove politiche per lo sviluppo sostenibile degli insediamenti umani e per un alloggio adeguato per tutti, ponendo particolare attenzione al coinvolgimento delle comunità locali nei progetti che realizza.

2. Quali sono i progetti che avete attuato in Bosnia Erzegovina?

Operiamo attivamente in Bosnia Erzegovina dal 2007. Attualmente sono in corso tre progetti: People versus Borders, riguardante la riqualificazione urbana ed ambientale del corso d’acqua di Dobrinja a Sarajevo; ADD Albergo Diffuso Drina, progetto di sviluppo di un turismo sostenibile e promozione di sistemi di ospitalità diffusa nella Valle della Drina e BiH Bosnian intelligent Housing, con il quale ci stiamo occupando del miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici nel Cantone di Sarajevo.

3. Come è nata l’idea di realizzare i progetti in Bosnia Erzegovina?

Dalle relazioni tra le persone e dagli obiettivi comuni: la nascita di un progetto è anche una questione di empatia. Un’altra cosa da non sottovalutare, per una associazione piccola come la nostra, è la vicinanza ai paesi dove andiamo a realizzare i nostri progetti: una vicinanza che nel caso della Bosnia Erzegovina è fisica ma anche di prossimità storica e culturale. L’Est di un immaginario collettivo molto familiare.

4. Quanto la democrazia partecipativa sta portando una ventata di cambiamento a Sarajevo?

Quello che cerchiamo di realizzare con i nostri progetti è un piccolo tassello di un processo di cambiamento mentale che è molto faticoso, non solo a Sarajevo. Il fatto di lavorare sempre anche con gli enti locali e non solo con la società civile è sicuramente un valore aggiunto che cerchiamo di dare ai progetti che facciamo senza trascurare le grosse e sempre attuali problematiche politiche che la Bosnia Erzegovina continua a vivere.

5. Quali sono i progetti futuri di Kallipolis?

Per quanto riguarda i progetti di cooperazione internazionale e allo sviluppo continuiamo ad avere un occhio di riguardo per i Balcani, ma ci stiamo aprendo a progettualità nel Mediterraneo e in Asia. Anche in Italia promuoviamo e realizziamo progetti riguardanti le tematiche a noi care: i processi decisionali inclusivi, la qualità e sicurezza urbana e le politiche per l’abitare. Per chi avesse voglia di saperne di più, il nostro sito è: www.kallipolis.net. Ci trovate anche su Facebook e Twitter, attraverso i quali potrete sempre essere aggiornati sulle nostre iniziative.

Foto: Dobrinja, di Lee Bryant, Flickr

Chi è Silvia Biasutti

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