USA e UE verso il libero scambio transatlantico. E Putin resta al palo

Gli Stati Uniti d’America e l’Unione Europea avviano le trattative per il varo della Partnership Transatlantica per il Commercio e l’Investimento. La Zona di Libero Scambio USA-UE permetterà l’abbattimento delle barriere doganali, l’introduzione di standard condivisi tra le due sponde dell’Oceano Atlantico, l’erogazione di servizi congiunti, e la creazione di nuovi posti di lavoro.

L’”Unione transatlantica” come risposta alla concorrenza mondiale di Russia, Cina e India: nel commercio così come nel gas. Nella giornata di mercoledì, 13 Febbraio, gli Stati Uniti d’America e l’Unione Europea hanno avviato le trattative per il varo della Partnership Transatlantica per il Commercio e l’Investimento: progetto mirato alla creazione di una zona di libero scambio tra USA e UE nel giro di pochi anni.

Nello specifico, la Partnership Transatlantica punta ad eliminare le barriere doganali tra Bruxelles e Washington, e ad aprire i mercati di USA e UE alla libera concorrenza. In sostanza, si potrà acquistare la versione americana dell’ultimo cd di Madonna dall’Europa senza costi aggiuntivi, e i cittadini statunitensi saranno liberi di comprare l’opera omnia di Mickiewicz direttamente dai bookshop polacchi, senza costi aggiuntivi.

La Partnership Transatlantica comporta anche altri vantaggi, come l’introduzione di standard tecnici comuni tra Stati Uniti e Unione Europea, l’erogazione di servizi comuni, e la creazione di posti di lavoro favorita da una mobilita più fluida tra USA e UE.

In una dichiarazione congiunta, il Presidente USA, Barack Obama, il Presidente della Commissione Europea, Jose Manuel Barroso, e il Presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, hanno evidenziato come la Partnership Transatlantica per il Commercio e l’Investimento sia necessaria per rafforzare la cooperazione tra le due sponde dell’Oceano Atlantico in un mercato sempre più globalizzato, dove a giocare da protagonista oggi sono Cina e India.

Una risposta all’imperialismo del gas di Putin

Oltre che sul piano economico, il varo di una Zona di Libero Scambio USA-UE ha risvolti importanti anche per gli equilibri energetici, poiché permette a Washington di avviare l’esportazione di gas shale liquefatto in Europa.

Con l’avvio dello sfruttamento dello Shale – gas presente in rocce porose ubicate a bassa profondità estraibile mediante sofisticate tecniche di fracking ad oggi operate solo in Nordamerica- gli USA sono diventati leader dell’esportazione di gas in Asia, sottoscrivendo contratti con Corea del Sud, India, Singapore e Indonesia.

Oltre all’Asia, l’Amministrazione Presidenziale del democratico Obama, sostenuta dalla minoranza repubblicana, ha preventivato l’avvio delle esportazioni di Shale anche verso l’Europa per consentire all’UE di diversificare le fonti di approvvigionamento di gas dal monopolio di Russia e Algeria.

La Russia di Putin si avvale del gas per mantenere il Vecchio Continente dipendente da Mosca, ed impedire la creazione di un’UE forte e unita in campo estero ed energetico. La costruzione dei gasdotti NordStream e SouthStream -concepiti per aumentare le forniture di gas russo in Europa, isolare dai rifornimenti di gas i Paesi dell’Europa Centrale, e bloccare i progetti della Commissione Europea varati per importare direttamente gas dall’Azerbaijan- sono la dimostrazione di come Mosca consideri Bruxelles terra di conquista.

La creazione di una Zona di Libero Scambio, e sopratutto il venir meno delle barriere doganali, consentirà agli USA di avviare l’esportazione di gas liquefatto in Europa a prezzi concorrenziali. Secondo diversi studi, la presenza dello Shale statunitense nel mercato europeo rappresenta un’insidia, nonché una valida alternativa, all’oro blu con cui la Russia mantiene sotto scacco l’UE.

Foto: President of the European Council, Flickr

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Un commento

  1. Queste zone di “libero scambio” che dovrebbero essere la panacea di tutte le economie hanno già dimostrato la loro inutilità. L’UE stessa è una grande zona di libero scambio, e come funzioni lo sappiamo tutti. Fra l’altro il WTO è già di per se un mercato unico e aperto, e ha di fatto devastato le economie sviluppate consegnando il mondo ai cinesi. Questa nuova zona sarà ineffettiva come le altre, cosa ci vendiamo fra europei e americani se siamo tutti senza soldi ?? Quanto al gas shale, per molti esperti è un bluff, e comunque non esistono nè rigassificatori nè navi gasiere per trasferirlo in grandissime quantità, potrà avere solo una funzione complementare.

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