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ESTREMA DESTRA: Più nero del nero, il neo-nazismo russo e la sua missione

Affrontare il tema della galassia neonazista russa non è impresa agevole date le dimensioni del fenomeno. Secondo il Nucleo Antiterrorismo Russo gli appartententi a movimenti di estrema destra sono oltre 200.000, articolati in bande che possono contare anche solo 4 o 5 membri; tuttavia sul numero reale non vi è certezza ed appare largamente sottostimato dalla maggior parte delle associazioni che si occupano di monitorare il problema.

Il neonazismo russo appare poco legato a grossi movimenti o partiti, tra i quali il maggiore è ancora il Partito Nazional Socialista Russo (Russkaja Nacional’naja Socialističeskaja Partija, RNSP), del quale East Journal si è già occupato. Il RNSP, nato nel 1998 dalla frantumazione dell’organizzazione Pamyat, è sempre stato una sorta di punto di riferimento per i vari gruppi minori ed ha introdotto nella destra radicale un’ideologia che si rifà esplicitamente al nazismo hitleriano ma con una riformulazione non priva di conseguenze. I nazional socialisti russi pongono infatti, in nome del più acceso nazionalismo, i popoli slavi sullo stesso piano degli ariani, identificando inoltre il nemico non più negli ebrei ma nei “negri”, ossia nei popoli caucasici e dell’Asia Centrale.

Questo aspetto è al centro dell’evoluzione del modus operandi dei neonazisti russi. I gruppi della destra radicale vedono infatti la presenza al loro interno di molti reduci dalla guerra in Cecenia che, nel corso della loro esperienza nel Caucaso, si sono identificati come i difensori della Russia dal pericolo musulmano. E il concetto di guerra è sempre più presente nel movimento neonazista russo, come dimostrato dalla marcata militarizzazione tale da trasformare i gruppi in vere e proprie bande paramilitari. In un delirio di odio il nemico “al fronte”, il guerrigliero ceceno musulmano, si fonde con il nemico “in patria”, l’immigrato accusato di rubare lavoro, creando una situazione assolutamente esplosiva dove chiunque non sia bianco e russo deve essere eliminato.

Questa weltanschau nazista è ben rappresentata da quello che è stato uno dei gruppi più temuti e pericolosi dell’intera Russia: gli schulz88. Fondati a Pietroburgo da Dmitri Bobrov, un militare il cui servizio di leva si è svolto nel Caucaso del nord, si sono resi colpevoli di numerosi omicidi di immigrati, al punto da diventare un vero e proprio problema d’ordine pubblico. Bobrov, intervistato dal Time dichiarò di rifarsi alle tecniche di guerriglia di Al Qaeda, ammirandone la mobilità e la struttura in “cellule”. L’ex-militare fece di una banda di teppisti naziskin una vera e propria macchina da guerra arrivando a cambiarne anche l’abbigliamento e lo stile di vita per essere meno visibili.

Proprio a causa degli schulz88 le autorità russe sono state costrette a dover abbandonare una certa “compiacenza” per adottare una politica che fosse più repressiva. Il punto di svolta fu l’omicidio, avvenuto nel 2004, di Nikolai Girenko, etnografo, antropologo ed attivista difensore dei diritti delle minoranze etniche. Grienko fu promotore di diversi processi contro gruppi neonazisti, ed in particolare contro quello di Bobrov, riuscendo a far condannare gli imputati non come teppisti ma come motivati da odio razziale: questo gli costò la vita. Gli schulz88 arrivarono a terrorizzare Pietroburgo con una campagna di attentati a locali e treni finché non furono arrestati, leader compreso, dai servizi di sicurezza russi (FSB).

Quello dei rapporti tra l’universo neonazista e le autorità russe è questione complessa e delicata. Putin utilizzò questi movimenti in occasione del lancio della campagna cecena, ma col tempo queste bande di teppisti, ultras e naziskin sono sfuggite di mano alle autorità diventando un vero e proprio pericolo sociale. Per arginare l’afflusso di giovani nella nebulosa neonazista il governo russo favorì, nel 2007, la nascita del movimento giovanile nashi caratterizzato da un forte nazionalismo e dall’antifascismo. Tuttavia questo movimento non è riuscito nel suo scopo, che non fosse il sostegno a Putin, a causa della propria estrazione sociale che non riesce a fare presa su realtà di strada, quali sono invece le bande neonaziste.

L’estrema destra radicale russa, almeno la componente più “politica”, la si può trovare anche nelle manifestazioni anti-Putin, le cosiddette “marce russe”, a fianco di movimenti i più svariati quali ecologisti e addirittura dei democratici filo-occidentali. In realtà si tratta di pressioni per negoziare il proprio potere in una società che sembra più andare verso una deriva nazionalista. Il 61% dei russi condivide infatti lo slogan “la russia ai russi” e buona parte di essi vedono nell’immigrazione un problema verso il quale, pur non approvando i metodi dei gruppi neonazisti, sono sempre più insofferenti. La società russa sembra intrisa di nazionalismo, tanto che la xenofobia è cavalcata anche dal partito comunista, che propone di inserire l’etnia nei passaporti, e dal blogger anticorruzione Aleksej Navalnyj, che riconosce la validità di alcune posizioni della destra radicale.

Sono i naziskin la nuova avanguardia del proletariato?

Chi è Pietro Acquistapace

Laureato in storia, bibliofilo, blogger e appassionato di geopolitica, scrive per East Journal di Asia Centrale. Da sempre controcorrente, durante la pandemia è diventato accompagnatore turistico. Viaggia da anni tra Europa ed Asia alla ricerca di storie e contatti locali. Scrive contenuti per un'infinità di siti e per il suo blog Farfalle e Trincee. Costantemente in fuga, lo fregano i sentimenti.

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9 commenti

  1. non so se vi è stato già segnalato. ma quando mandate le news via mail le mandate doppie. ci sono sempre due copie. non è una cosa fastidiosa… ma mi sembrava giusto segnalarla

    • grazie! non lo sapevamo. E’ un sistema automatico, cercheremo di capire dove sta la magagna…

  2. Nazisti e comunisti in fin dei conti sono uguali:entrambi sono figli del socialismo autoritario.Un pò come in Italia tanti che si definiscono neofascisti/neonazisti e tanti che si definiscono antifascisti(penso sopratutto a quelli “militanti”):idee magari non del tutto uguali ma stessi metodi:teppismo,violenze,attacchi a proprietà e persone,odio verso i pacifisti ecc.L’antidoto credo che sia in un sistema basato sulla democrazia diretta e su un liberalismo libertario sociale(ispirato al socialismo libertario e al mutualismo anarchico x intenderci)basato sulla pace,la libertà,il rispetto e la solidarietà.Meno Stato,più potere agli individui!

  3. Vinzenz Solomon

    “Weltanschaung”(=visione del mondo, cultura), bitte!

  4. Il “nazional-socialismo” lo si può (e lo si deve) considerare come il fratello minore dell’ “internazional-socialismo” ossia del marxismo non-anarchico, non-utopistico. I tre “grandi mali” partoriti tra ottocento e novecento ossia liberismo, comunismo e nazismo (con buona pace per tutti coloro i quali non li ritengono dei mali!) continuano a mietere numerose vittime, sia in modo diretto che in modo indiretto. E lo fanno ancora sia da un punto di vista materiale che intellettivo. A questo terzetto di follia, si sono aggiunti di recente anche altri due protagonisti “generatori di sofferenza”: la globalizzazione ed il fondamentalismo islamico.
    Per i neonazisti russi, il pericolo non è rappresentato tanto dall’islam in sé, quanto piuttosto da tutte quelle fonti di potere eversivo straniero di stampo islamista, in grado di infiammare ulteriormente quella parte di Caucaso, scossa ormai da tempo da guerre e guerriglie separatiste. E’ in gioco infatti (anche se si tratta di un pericolo alquanto modesto) la stabilità e l’assetto statale unitario di tutta quella parte meridionale della Federazione Russa. Va ricordato comunque, che le repubbliche autonome del Nord Caucaso (che sono Russia!) non vanno mai considerate come delle enclave di ex popoli selvaggi, conquistate ed assoggettate da Mosca al solo scopo di avere delle “vedute” sulle alte cime caucasiche! La Russia, nella sua unica, inestricabile e mastodontica macro composizione etnico-territoriale, si è ingigantita “anche”, con il contributo, seppure esiguo, di molti piccoli popoli islamici, russificati e divenuti essi stessi Russia.
    L’islam caucasico (diverso da popolo a popolo, da territorio a territorio) è spesso molto arabizzato. Ma talvolta è anche paradossalmente molto culturale e poco religioso! Es. L’islam circasso è molto diverso da quello ceceno; l’islam tartaro è molto molto diverso da quello inguscio . Per finire…concordo pienamente con quanto sopra esplicitato dall’autore: i neonazisti russi sono poco cibernetici e forse poco hi-tech; ripopolano piazze e strade con bandiere e cortei vecchio stile. Sono per lo più un fenomeno metropolitano, ma di frontiera !!

  5. I neonazisti russi sono soprattutto un fenomeno di devianza giovanile, l’età media degli skin russi è 19 anni ! Per quel che vedo io in Russia è un fenomeno in regressione, col migliorare delle condizioni di vita si riduce il serbatoio sociale per i reclutatori (questi si adulti !) di ragazzotti sbandati. Anche le aggressioni a immigrati sono diminuite, soprattutto perchè le autorità hanno smesso di tollerare il fenomeno (prima facevano come le tre scimmiette). Riguardo all’islam russo, il wahabismo arabo è un fenomeno tutto di importazione ed è arrivato in Russia sulla scia della prima guerra cecena. I ceceni fra l’altro aderiscono al sufismo, una corrente mistica dell’islam che è lontana anni luce dalla “guerra santa”. Comunque non vedo “derive nazionaliste” nella società russa (che ha invece una gran voglia di apertura e cambiamento). Vedo solo una forte xenofobia, ma non diversa da quella di qualsiasi paese europeo. In ogni caso i partiti anti-stranieri in Russia non vanno oltre il 7-8 percento, in Francia Le Pen ha rischiati di diventare presidente, in Olanda gli xenofobi sono al governo e in Italia la Lega in certe regioni supera il 30 percento.

    • che i russi abbiano una gran voglia di apertura e cambiamento, l’hai sparata grossa….troppo grossa! 🙂

      • i russi che conosco io si, e sono molti. Il tuo nick del resto denota qualche “problemino” (soldatino arancione?)

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