BOSNIA: Donne indomite, il futuro di una società

Durante la guerra nella ex Jugoslavia, le donne bosniache furono i capri espiatori prediletti, subendo ogni tipo di vessazione e violenza fisica e psicologica. Come se questo non bastasse, il loro ruolo nella società post-bellica è stato notevolmente ridotto, soprattutto nella comunità musulmana, protagonista di un revival religioso ortodosso. Ma molte donne non si sono date per vinte, non hanno accettato limitazioni della propria sfera di indipendenza e hanno costituito associazioni nel settore del microcredito, dell’imprenditoria “in rosa”, dell’emancipazione femminile e dell’assistenza sociale.

Partendo dal microcredito, uno degli esempi più importanti è l’organizzazione Mi-BosPo, che opera a Tuzla. Mi-BosPo, dal 1996 a oggi, ha finanziato migliaia di progetti con lo scopo di sostenere l’accesso femminile nel mondo dell’economia. Il tipo di servizio che viene concesso è quello del prestito d’onore. Gli ideatori di Mi- BosPo sostengono che, grazie agli incentivi alle piccole imprese femminili, si possa realizzare un tangibile miglioramento della società bosniaca: le donne non vengono più viste solo come mogli e madri ma come attori di successo del mercato economico. Questo fa sì che il loro peso nel tessuto civile aumenti e che ci sia un notevole sviluppo della loro qualità della vita.

Rimanendo a Tuzla ci imbattiamo in un’altra influente associazione femminile, Vive Žene, specializzata nel supporto psicologico a donne e bambini colpiti da traumi di guerra.
Vive Žene articola la propria azione in un Centro Terapeutico volto alla riabilitazione dei pazienti, in un Punto d’ascolto e in una Comunità di base. Quest’ultima è diretta soprattutto verso l’esterno, verso gli abitanti di Tuzla, e cerca di ristabilire un rapporto di fiducia tra i vari gruppi etnici.

Al di fuori della realtà di Tuzla è da notare l’attività dell’ Unione delle donne di Banja Luka, in Republika Srpska. L’organizzazione gestisce un telefono rosa, alcuni corsi di educazione civica e sessuale e fornisce assistenza legale gratuita alle donne che hanno subito violenza domestica.
E proprio la violenza domestica è uno dei problemi più sentiti tra la comunità delle serbe di Bosnia: i casi sono molti ma spesso non vengono denunciati per paura e omertà.

L’attuale presa di coscienza dei propri diritti da parte delle donne bosniache è testimoniata anche dal film “Il segreto di Esma” della regista Jasmila Zbanic, Orso d’oro al Festival di Berlino 2006. La pellicola affronta il tema delle donne vittime di violenza durante la guerra civile e, in Bosnia come in Serbia, è stato aspramente criticato per il semplice motivo di essere un primo atto d’accusa dall’eco internazionale.

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2 commenti

  1. Queste di Tuzla sono associazioni che andrebbero supportate direttamente.

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