CIPRO: Il business dei matrimoni esplode nell'isola di Afrodite

È un fiorire di agenzie. Risorsa e delizia dei fiorai e dei catering dell’isola, il consistente giro d’affari dei matrimoni di Nicosia è sempre in crescita, grazie alla legge che consente di contrarre matrimonio civile sin dal 1923. I matrimoni stranieri, circa 7.500 all’anno, costituiscono circa il 20% del turismo dell’isola. La terra che fu culla di Afrodite, è oggi il luogo che ospita il coronamento d’amore di coppie provenienti da tutto il mondo, ma soprattutto dal Libano e da Israele.

Le ragioni dietro un viaggio di coppia a Cipro sono evidenti. In Libano, nonostante la variegata composizione etnica e religiosa della società, non esistono matrimoni (religiosamente) misti.  Ma questa è solo una conseguenza di qualcos’altro. Il vero problema è che i matrimoni civili nel paese del cedro sono proibiti, specchio di un Libano che è rimasto fortemente confessionale. Il cittadino libanese, infatti, è tale in quanto appartenente a uno dei 18 gruppi confessionali presenti, non in quanto individuo dotato di diritti imprescindibili. Esiste, in sostanza, uno statuto diverso per ciascun gruppo confessionale. La società civile di uno dei paesi più “illuminati” del medio oriente chiede da anni a gran voce una reale laicità dello Stato che si rifletta nelle questioni di quotidiano interesse per la cittadinanza. Una di queste è  il diritto matrimoniale. In Israele, la stessa situazione si ripete. Illegali i matrimoni civili, (quasi) impossibili i matrimoni tra due persone di confessione diversa.

Ognuna delle coppie che arriva sull’isola con il vestito bianco nella valigia può raccontare una storia diversa. In linea generale, per qualsiasi donna musulmana  è vietato contrarre matrimonio con un uomo di fede diversa dall’islam, quindi il futuro sposo dovrà scegliere tra la conversione e un pratico pacchetto “all-inclusive” per un matrimonio civile. Altrettanto, gli ebrei israeliani che desiderano sposare un partner non ebreo non possono farlo serenamente nella propria città o villaggio, ma dovranno espatriare per poi fare ritorno con l’agognato certificato matrimoniale. Ci sono poi le persone in attesa di un divorzio che non arriva mai, e le coppie libanesi che condividono un progetto di vita ma non la fede religiosa sono altrettanto propense alla forzata fuga d’amore. E i casi non finiscono certo qui: il vasto numero di etnie e fedi presenti nell’area mediorientale e le diverse restrizioni in materia di matrimonio pongono le basi per questa singolare diaspora degli innamorati.

La comodità di unire matrimonio e viaggio di nozze in uno scenario suggestivo è complice della scelta dei futuri coniugi, e lo sono anche i prezzi per il matrimonio, accessibili per tutte le tasche. Le agenzie propongono pacchetti che includono davvero tutto, dal make-up della sposa alle spese per le pratiche matrimoniali. Per diventare marito e moglie si può spendere dai mille fino ai trentamila euro tramite una delle numerose agenzie reperibili on-line, ma se si opta per un matrimonio ancora più “minimal” le spese scendono ulteriormente. Per le sole formalità burocratiche si spendono circa duecento euro e si deve rimanere sull’isola per circa venti giorni. Se però si desidera una “fuitina” ancora più rapida, basta aggiungere circa settanta euro e le autorità cipriote vi lasceranno partire felicemente accasati nel giro di due o tre giorni.

Al momento il mercato è in piena espansione e starà certamente accontentando le bramosie di qualche ricco impresario ma è un triste sintomo della mancanza di alternative per chi si vuole sposare e non può farlo nel proprio paese. In Israele la questione è sotto i riflettori dall’anno scorso anche grazie all’attenzione del quotidiano Haaretz e si attende un’apertura nei confronti dei matrimoni misti. Per quanto riguarda il Libano, il paese deve affrontare i molti nodi che minano le basi stesse dello Stato e la possibilità di sposarsi tra persone di fede diversa sarà semplicemente una felice eco di una maggiore libertà per tutti.

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