SERBIA: Vojislav Seselj accusa la Del Ponte

”Privazione del sonno durante gli interrogatori, pressioni psicologiche, minacce, ricatti e tentativi di comprare testimonianze favorevoli alle tesi dell’accusa. Qualcuno ha addirittura denunciato di essere stato avvelenato”.

Queste sono alcune delle accuse che un numero imprecisato di testimoni ha mosso allo staff dell’ex procuratore Carla del Ponte durante il processo che si sta celebrando al Tribunale Penale Internazionale per la ex-Jugoslavia (Tpi), che ha sede all’Aja, in Olanda, contro il leader nazionalista serbo Vojislav Seselj.

Lo ha reso noto il 18 agosto 2010, in una nota, Christian Chartier, portavoce del Tpi. ”La corte, nel minor tempo possibile, nominerà un incaricato per verificare queste accuse”, ha fatto sapere Chartier. Seselj, fondatore del Partito Radicale Serbo (Srs), è accusato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità dal Tpi, dove il suo processo ha avuto inizio a novembre 2007. Secondo le accuse, Seselj alla testa di paramilitari serbi avrebbe ucciso e costretto alla fuga centinaia di croati e bosniaci durante il conflitto nella ex-Jugoslavia, dal 1992 al 1995.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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Un commento

  1. Poverino! Lui parla solo per i suoi che lo considerano un eroe mitico. Intanto si è consegnato per non fare la fine del collega…

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