TAGIKISTAN: Come far fruttare il buco nero afghano

La capitale del Tagikistan ultimamente e’ al centro di un gioco diplomatico che si svolge su diversi tavoli, e Dushanbe sembra voler giocare la parte del baro.

In Tagikistan infatti nell’arco di breve tempo si sono susseguite visite ufficiali di delegazioni russe, statunitensi ed indiane, tutte aventi come obiettivo la ricerca di accordi in vista dell’annunciato ritiro americano dall’Afghanistan previsto per il 2014, salvo possibili anticipazioni.Tale ritiro, del quale East Journal ha gia’ parlato sta scatenando in Asia Centrale una serie di azioni e reazioni diplomatiche che rischiano di mutare sensibilmente la geopolitica dell’area.

La Russia sta insistentemente richiedendo al Tagikistan il rinnovo della base militare 201, la cui scadenza è prevista proprio per il 2014. L’apertura di tale struttura risale al 2004 ed è la più grossa base russa all’estero per quanto riguarda le forze di terra, avendo in servizio attivo circa 7000 militari. Finora per l’affitto del complesso non era stato dato alcun compenso monetario, ma bensì corrisposta assistenza tecnica e militare al montagnoso paese centroasiatico. Il governo di Dushanbe ha invece fissato le proprie richieste in 250 milioni di dollari annui ed in una serie di 20 misteriose (non essendo stato reso noto il contenuto) domande alla Russia che le autorita’ moscovite hanno definito “non chiare e comunque inaccettabili”. Le pressioni russe verso il governo tagiko possono essere riassunte nelle parole del Premier russo, Dmitry Rogozin, che, riferendosi all’Asia Centrale, ha recentemente affermato: ”le forze NATO in Afghanistan non sono eterne, ma la Russia sara’ un eterno partner di questi paesi”

Dushanbe ha visto anche la prima visita ufficiale del Ministro degli Esteri indiano Krishna. L’India sta cercando infatti di accrescere la propria influenza in Asia Centrale per creare un “fronte” interno alla SCO (Shanghai Cooperation Organisation) alternativo a Russia e Cina. Negli ultimi anni si sono susseguite visite diplomatiche incrociate tra India, Uzbekistan, Tagikistan e Kazakistan ed in Kirghizistan e’ stata organizzata una conferenza dedicata al possibile ruolo dell’India nell’area. L’India ha quindi offerto al Tagikistan l’intensificazione dei rapporti commerciali, compresa la possibilita’ di rotte aeree dirette tra i due paesi, ed un impegno per lo sviluppo della rete idroelettrica tagika, per il quale sono gia’ al lavoro anche Russia, Iran e Cina. Il Tagikistan infatti pur essendo potenzionalmente un buon produttore di energia elettrica si trova costretto ad importare energia dall’Uzbekistan.
L’India e’ inoltre assolutamente interessata ad assicurarsi accordi con il Tagikistan per via della lunghezza, e della porosita’, del confine afghano-tagiko. Infatti le preoccupazioni che il ritiro NATO possano portare ad un aumento dei traffici di droga nella regione, nonché al proliferare di movimenti estremisti, turbano le notti di New Dehli che ha recentemente firmato l’accordo per la costruzione dell’importante gasdotto Trans-Afghano (TAPI) ed ha quindi tutto l’interesse alla stabilità della regione.

Stesso interesse che hanno gli Stati Uniti, come recentemente dichiarato da Dan Burton, membro del congresso statunitense, durante una visita ufficiale a Dushanbe. Gli USA sono infatti alla ricerca di alternative vista la scadenza, sempre nel 2014, del contratto d’affitto della base miltare di Manas, in Kirghizistan. Al governo del Tagikistan Burton in cambio della concessione di una base ha proposto aiuti militari ed economici.

E nel frattempo Dushanbe fa i suoi conti

Chi è Pietro Acquistapace

Laureato in storia, bibliofilo, blogger e appassionato di geopolitica, scrive per East Journal di Asia Centrale. Da sempre controcorrente, durante la pandemia è diventato accompagnatore turistico. Viaggia da anni tra Europa ed Asia alla ricerca di storie e contatti locali. Scrive contenuti per un'infinità di siti e per il suo blog Farfalle e Trincee. Costantemente in fuga, lo fregano i sentimenti.

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