Roman Giertych, fondatore della Lega delle Famiglie

La Lega delle Famiglie polacche, estrema destra clericale

Il caso polacco è assai delicato, qui l’estrema destra non ha aquile nere sulle insegne ma si caratterizza piuttosto per un antisemitismo di matrice cattolica. Vittime della discriminazione non solo gli ebrei, anche la minoranza omosessuale non se la passa bene e persino gli artisti sono vittime di rappresaglie in nome dei “valori cristiani”.

Ciò si spiega con la peculiare storia del Paese “martire d’Europa” e della retorica messianica della “Polonia redentrice d’Europa”. Il cattolicesimo in Polonia è l’elemento cardine dell’identità nazionale, insieme alla lingua della grande letteratura è ciò che ha tenuto la Polonia “viva” anche nei lunghi secoli di vessazione e occupazione straniera. La redenzione infatti avviene attraverso il martirio: dalle spartizioni del Sette e Ottocento (con relative persecuzioni) alla Seconda Guerra mondiale, alla dittatura comunista. La “cattolicissima” Polonia è –nella rappresentazione iconica e nel sentimento più profondo dei suoi cittadini- estremo baluardo contro la barbarie (tartara, russa, ma anche ortodossa e islamica: fu infatti Jan Sobieski a cacciare i turchi da Vienna). Questo melange di tradizione e messianismo ha effetti reali e tangibili sulla società. Il partito della Lega delle Famiglie polacche (Liga Polskich Rodzin, LPR) e la Grande Gioventù Polacca ne sono espressione.

LA STORIA

La Lega delle Famiglie polacche è un partito politico conservatore ed euroscettico. È stato fondato nel 2001 da Roman Giertych (foto), figlio e nipote di deputati della destra polacca. L’accezione di destra polacca è però assai ampia: a tutt’oggi la sinistra polacca è minoritaria, divisa tra neocomunismo e socialdemocraziza. Esistono però due destre che polarizzano la vita politica in Polonia: una cattolico moderata ed europeista (la Piattaforma Civica di cui è espressione il Primo Ministro Donald Tusk) e una radicale, ultracattolica, antisemita (il partito Diritto e Giustizia di cui era espressione il presidente Lech Kaczynski). Alle elezioni parlamentari del 2001, la LPR ottenne l’8% dei voti e 38 seggi. Nello stesso anno di fondazione, però, il partito perse alcuni deputati che fondarono due movimenti di destra il “Circolo Polacco” ed il “Movimento nazionale cattolico”.

Alle elezioni europee la Lega raddoppiò i propri consensi giungendo al 16% dei voti, conquistando 15 seggi e divenendo il secondo partito polacco dietro alla Piattaforma Civica. Il risultato, però, fu in buona parte dovuto alla scarsa affluenza al voto ed alle posizioni euroscettiche del partito, che lo posero all’attenzione di cittadini, visto il tipo di consultazione. Alle politiche del 2005, infatti, il partito è tornato all’8% dei voti ed ha ridotto i deputati da 38 a 34. Pur non avendo condotto una comune campagna elettorale con il partito di destra Diritto e Giustizia, ha deciso di fornire allo stesso un sostegno esterno pur di assicurare al paese un governo conservatore. Così, dal 2005 al 2007 la Lega delle Famiglie è entrata nella coalizione di governo.

Alle politiche del 2007, dopo la caduta del governo di Jaroslaw Kaczynski, LPR è stato fortemente penalizzato dalla polarizzazione del voto tra i nazionalisti del PiS ed i liberali di PO. La Lega, infatti, è crollata dall’8% all’1,3%, non eleggendo alcun deputato in parlamento, raccogliendo, così, il peggior risultato dal 1993.
Alle elezioni parlamentari del 2011 decide di non presentarsi, preferendo appoggiare il Partito Popolare Polacco.

La Lega è un partito socio-conservatore che raccoglie l’eredità politica di Narodowa Demokracja, partito cristiano nazionalista della Polonia nato in seguito al fallimento dell’insurrezione antizarista del 1863 e attivo fino all’invasione tedesca del 1939. La Lega delle Famiglie è sostenitore di posizioni cristiano conservatrici. Si oppone, infatti, alla legalizzazione delle droghe leggere, al riconoscimento delle unioni omosessuali, all’aborto, all’eutanasia. Ciò gli assicura il sostegno della potente radio della destra cattolica, Radio Maryja, misconosciuta dallo stesso Papa Wojtyla per le sue posizioni estremiste. Ha proposto lo scioglimento del Parlamento Europeo, dopo che l’esponente politico italiano Rocco Buttiglione è stato escluso dal ruolo di commissario europeo alla giustizia per le sue posizioni contro l’omosessualità, da lui definita in quell’occasione “un peccato, ma non un crimine” e un indice di “disordine morale”.

In ambito europeo il partito è membro di Indipendenza-Democrazia, il gruppo del Parlamento europeo composto da partiti euroscettici e nazionalisti. Di questo gruppo fa parte anche la Lega Nord. Significativo è che i partiti che appartengono a questo gruppo dell’euroParlamento erano affiliati a Libertas, un movimento euroscettico transeuropeo, fondato dal miliardario irlandese Declan Ganley.

Come si diceva all’inizio, è questo un tema delicato. Associare estremismo di destra a cattolicesimo è operazione che può urtare le sensibilità di molti. Eppure la Lega delle Famiglie è un esempio di come il fondamentalismo religioso -qualunque sia la religione in questione- non favorisce lo sviluppo democratico di un Paese ma anzi ne esacerba i vizi peggiori. Uno su tutti: l’intolleranza, con buona pace di Voltaire.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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7 commenti

  1. , ce poco da dire– in uno scenario di una parte del mondo c.è poco da dire noi nazioni in prossimita della fascia europea possiamo solo dire chi si sente forte nel nome del cattolicesimo facciano una unificazione nella contestazione nella disgregazione nella difesa delle popolazioni a cui l,euro a distrutto intere famiglie cacciondoli nella miseria nelle separazioni disaccordi e quant,altro—-appunto dicevo una ynificazione di quei paesi i cui esponenti politici hanno la determinazione di unire il popolo con il fine dare fastidio ai massoni disonesti sfruttatori dirigenti banchieri finanzieri e quant,altro i quali hanno –e dirigono l,europa—chi non fa questo movimento– chi non lo appoggia è complice di quei massoni—-state tranquilli che in italia non fara nulla antonio

  2. posso dire di conoscere la polonia discretameente, questa nazione è antisemita fino al midollo. in genere il polacco/a generalmente tace sapendo che nel resto d’europa si vedono le cose diversamente, quando conosci un polacco, di qualsivoglia estrazione, dopo aver visto in te disponibilità attacca a parlare di ebrei prendendola alla larga. e poi dare l’affondo. casalinghe, operai, commessi…
    sono ipercattolici e di un’ignoranza più unica che rara.
    non faranno mai un’autocritica come hanno fatto i tedeschi e questo peserà molto su di loro.

    • Mi sa che quello che dici e una grandissima cavolata,e stai dimostrando di non conoscere per niente “discretamente” la Polonia,come hai affermato prima. 1.Si,siamo molto cattolici,ma hai torto se dici che siamo tutti anti semiti(quelli gli trovi dappertutto,pure in Italia). 2.Non so che gente conoscevi,ma la maggior parte della gente,inclusa la mia famiglia,non ha mai avuto qualsivoglia pretese contro gli Ebrei. 3.Ignoranza unica che rara?Cara signora,la stai dimostrando pienamente,tu. Spero che hai capito che diffondere “calugnate” su altre nazioni non e molto corretto.Grazie

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