ROMANIA: Il mercato … va in fumo

In Romania l’evoluzione del contrabbando di sigarette è spettacolare: considerando i circa 37 miliardi di pezzi venduti ogni anno nel paese, è stato calcolato che la quota di tabacco illegale presente sul mercato rumeno è passata dal 17,6% del 2008 (circa 6,5 miliardi di sigarette) al 36% del 2010 (oltre 13 miliardi). Secondo il servizio doganale l’aumento di questi dati sarebbe collegato alla maggiore attenzione prestata dalle autorità durante i controlli alle frontiere, ma potrebbe esserci anche un’altra spiegazione: l’eccessivo peso delle accise sulle sigarette imposto da Bucarest, che ha spianato la strada all’assalto dei trafficanti del fumo, soprattutto moldavi.

Oggi in Romania il prezzo di un pacchetto di Doina, Plugarul o MT è di 3-5 volte superiore di quello che è possibile trovare in Moldavia (9,9 Ron contro circa 41 Lei). Questa differenza è il principale fattore che stimola il contrabbando di sigarette dalla Moldavia, la miccia che ha trasformato la Romania nel principale mercato per i tabacco-trafficanti moldavi. A questo proposito uno studio commissionato da tre grandi produttori di tabacco ha rilevato che al maggiore aumento dei prezzi nelle aree a nord e a ovest di Bucarest corrisponde una maggiore presenza di sigarette “moldave”, circa il 50% di quelle presenti sul mercato nero. Per la Romania ciò si traduce in una perdita pari a un miliardo di euro di entrate statali e il fumo, in questo caso, fa male anche al bilancio.

Affari in fumo

I moldavi lo sanno: vendendo fumo di contrabbando si guadagnano circa 300 euro al giorno, e con un solo camion di sigarette fatto entrare segretamente in Romania ci si può addirittura comprare una casa. Il profitto ricavato dalla vendita di una stecca sul mercato nero è triplice rispetto al normale, la posta in gioco è alta, quindi in molti si improvvisano trafficanti. Ci hanno provato gli sconosciuti che nella notte tra il 4 e il 5 marzo volevano passare la dogana di Albita con un tir carico con 694.000 pacchetti di sigarette, e ci ha provato addirittura un parlamentare moldavo che nel 2006 ha cercato di entrare in Romania con un’auto coi vetri oscurati piena di stecche di Pall Mall e Plugarul per un valore di oltre 8.000 euro.

Attualmente, nonostante i tagli di bilancio, il 40% delle auto che transitano dalle frontiere romene viene ispezionato con lo scanner a infrarossi, così non non mancano i casi di contrabbandieri particolarmente inventivi che sconfinano volando di notte a bordo di deltaplani zeppi di stecche.La preoccupante crescita del mercato nero del tabacco ha inoltre generato nell’opinione pubblica la percezione che i traffici illeciti continuino grazie all’esistenza di reti criminali che godono di rapporti di complicità con gli stessi rappresentanti dello stato. Sullo sfondo c’è poi sempre lo spettro dell’aeroporto militare di Tiraspol, capitale della chiacchierata e mai riconosciuta Repubblica Moldava di Transnistria, che si dice sia divenuto negli anni un importante “hub” per il contrabbando. Tante voci, pochi fatti.

Forse il nemico si annida dove meno te lo aspetti, cioè ai vertici delle grandi compagnie internazionali del tabacco che si dice giochino in questo business un ruolo non proprio trascurabile. Alcune indagini giornalistiche hanno dimostrato come dopo il crollo del Muro di Berlino gli stati dell’Europa dell’est abbiano subito una vera e propria invasione delle sigarette di contrabbando. A metterla in atto sono state le multinazionali occidentali per conquistare velocemente il mercato, facendo fallire i produttori locali; dopo averne assunto il controllo, le strategie dei Giganti del Fumo sono cambiate. Tuttavia, per una serie di curiose circostanze, dalla Moldavia continuano ad arrivare ancora oggi grossi autoarticolati carichi di sigarette Plugarul e Doina, e solo raramente di Marlboro e Camel.

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