POLONIA: Focus elezioni/3 – Il reuccio Jaroslaw Kaczynski

di Matteo Zola

La vita politica di Jaroslaw Kaczynski è coincisa, fino all’aprile di quest’anno, con quella del fratello gemello Lech, morto nell’ormai noto (e discusso) incidente aereo di Smolensk.

Quando Lech fu eletto Presidente della Repubblica nel 2005, Jaroslaw -alla

guida del Partito “Legge e Giustizia” (fondato nel 2001 col fratello) vince le elezioni politiche e Lech lo nomina Primo Ministro.  Di qui nasce la polemica definizione della Polonia come “repubblica monozigote“. I gemelli Kaczynski, prima piccole star cinematografiche (a tredici anni interpretano in coppia un film per ragazzi), poi veterani delle lotte contro il regime comunista devoto a Mosca e importanti esponenti di Solidarnosc, sono fin dai primi anni Novanta tra i protagonisti della rinata democrazia polacca. Così mentre Lech è un consigliere dell’ex leader di Solidarnosc Lech Walesa, Jaroslaw guida un partito democristiano, il Prozumienie Centrum.

Ma soltanto con la fondazione del partito di destra Diritto e Giustizia (Prawo i Sprawiedliwosc) i gemelli Kaczinski pongono le basi per la scalata alle massime cariche istituzionali. Capaci di raccogliere vasto consenso, nei due anni in cui occupano i due posti più importanti, la presidenza e la premiership, Lech e Jaroslaw divengono molto noti anche all’estero per le loro posizioni politiche intransigenti. Populismo, cattolicesimo radicale, antieuropeismo e alleanze politiche con partiti accusati antisemiti, li rendono noti in tutta Europa. Persino il Vaticano censura il loro estremismo.

Jarosław Kaczyński fu il candidato Primo Ministro del partito “Diritto e Giustizia” alle politiche del 2005. Quando il partito vinse le elezioni, Jarosław inizialmente cercò di sminuire le sue probabilità di divenire Primo Ministro, temendo che tale nomina avrebbe ridotto le possibilità del fratello Lech di divenire Presidente della Polonia. Fu allora nominato premier un altro uomo di “Diritto e Giustizia”, Kazimierz Marcinkiewicz.

Fu proprio Jarosław l’artefice della coalizione populista tra l'”Autodifesa della Repubblica Polacca” (“Samoobrona“) e un partito conservatore cattolico di destra “Lega delle Famiglie Polacche“. Quando il fratello Lech vinse le elezioni presidenziali, il ruolo di Jaroslaw in Parlamento si fece di primo piano, tale da oscurare il premier Marcinkiewicz. Quest’ultimo si dimise il 7 luglio 2006 e Jaroslaw divenne Primo Ministro. L’avventura però durò poco: a seguito della sconfitta alle elezioni parlamentari polacche del 2007, tenutesi il 21 ottobre, ha rassegnato le dimissioni ed è stato sostituito da Donald Tusk il 16 novembre 2007.

Jaroslaw ha condiviso col gemello Lech la responsabilità della Lustratja: decisi a concludere, forse un po’ fuori tempo massimo, la loro battaglia contro il regime comunista, nel 2007 Lech e Jaroslaw cavalcano il sentimento anti-comunista: 700 mila polacchi, tra professori, giornalisti, avvocati, politici hanno l’obbligo di rispondere a un formulario riguardo a loro eventuali collaborazioni con il regime. E’ il tentativo, in parte riuscito, di colpire l’opposizione. Il giornalista Rysziard Kapuscinski è una delle vittime più note di quelle “liste di proscrizione” volute dai gemelli, ma non la sola. Anche il famoso storico Bronislaw Geremek, tra le prime lame di Solidarnosc, poi ministro degli Esteri ed eurodeputato. La Lustratja trova anche oppositori “interni” ed è fortemente criticata da  Gazeta Wyborcza, prestigioso quotidiano diretto da Adam Michnik, uno dei più noti dissidenti anticomunisti.

L’era Kaczynski tragicamente e bruscamente interrotta dall’incidente aereo che ha ucciso Lech Kaczynski, la moglie, e altri esponenti dell’establishment polacco. Ora la Polonia è chiamata a scegliere se proseguire sulla linea tracciata dai gemelli Kaczynski -una linea che, qualcuno dice, è stata “punita” a Smolensk con un golpe bianco– o mutare rotta verso orizzonti in ogni caso nebulosi.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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