RUSSIA: E il partito di Putin si divide in tre, per piacere di più

di Giovanni Bensi

“Russia Unita”, almeno formalmente, sembra aver passato indenne le elezioni, se si esludono le perdite alle parlamentari del 4 dicembre. Non vi  è stata una scissione del partito, vivacemente preconizzata dai media, tuttavia vi è una discussione interna su come il partito dovrà svilupparsi in futuro. Lo ha dichiarato il vicesegretario del Presidium del Consiglio Generale (ah, questi titoli bizantini!) Jurij Šuvalov. Egli non ha escluso che proprio questa discussione abbia dato occasione ai giornalisti di scrivere che vi sarebbe una scissione all’interno del partito. “Non vi è nessuna scissione, vi è solo una discussione nel corso della quale si manifestano diversi punti di vista”, – ha sottolineato Šuvalov. Ricordiamo che il telecanale “Dožd’” recentemente, richiamandosi a sue fonti, aveva affermato che già in un futuro assai prossimo “Russia Unita” potrebbe scindersi in tre frazioni di diverso orientamento politico: liberale, conservatore e patriottico, cioè filo-occidentale, anticapitalista e neoimperiale. Il “club liberale” guidato da Ol’ga Kryštanovskaja si sarebbe fuso con il “club liberal-conservatore di azione politica 4 ottobre” del deputato Vladimir Pligin. La piattaforma politica conservatrice sarebbe stata creata sulla base del “club social-conservatore”, curato appunto dallo stesso deputato Jurij Šuvalov, e quella patriottica sulla base del club ‘statualista-patriottico’ guidato da Irina Jarovaja.

Adesso Šuvalov ha voluto fornire dei chiarimenti. Egli suppone che le nuove realtà politiche costringano il partito a cambiare, fra l’altro a rinunciare alla definizione di “partito del potere”. “Credo che ‘partito del potere’ sia un posizionamento pericoloso, e noi dobbiamo rinunciarvi”, – ha detto Šuvalov. A suo modo di vedere, oggi sarebbe giusto parlare di “Russia Unita” semplicemente come di un „partito di governo” che „ha la maggioranza in parlamento”. Secondo il ragionamento di Šuvalov, benché la maggioranza permetta agli edinorossy di far passare alla Duma delle decisioni, anche nel caso che non le appoggino le altre tre frazioni, il partito oggi non interessato a raggiungere risultati in questo modo. “Noi siamo interessati a che le decisioni siano prese in alleanza con gli altri partiti, e non solo con i voti di Russia Unita”, – ha dichiarato.

Secondo le parole di Šuvalov, si tratta di una situazione nuova, creatasi solo nella nuova Duma eletta sulla base dei voti ottenuti alle elezioni parlamentari di dicembre. Questa situazione spinge anche lo stesso partito al rinnovamento; e già è in corso una discussione interna, soprattutto nei club di partito, sul tema: “che cosa deve essere Russia Unita, un partito di ideologia, o a suo modo un partito popolare che si appoggia su ampi strati della popolazione” – ha rilevato il dirigente.

Come ha riferito Šuvalov, vengono espressi diversi punti di vista: i sostenitori del consolidamento nel partito dell’ideologia conservatrice argomentano che “una rinnovata ‘Russia Unita’ deve formarsi sulla base dei ‘veterani’ del partito, il Centro per una politica social-conservatrice ed il club 4 novembre; ve ne sono anche altri: coloro che tendono all’idea di un ampio partito popolare”.

“La discussione prosegue”, ha osservato l’uomo politico. Egli ha fatto sapere di essere favorevole ad “uno sviluppo della piattaforma conservatrice”. Infatti, ritiene Šuvalov, “essa può riflettere gli interessi di una grande quantità di cittadini russi”.

Chi è Giovanni Bensi

Nato a Piacenza nel 1938, giornalista, ha studiato lingua e letteratura russa all'Università "Ca' Foscari" di Venezia e all'Università "Lomonosov" di Mosca. Dal 1964 è redattore del quotidiano "L'Italia" e collaboratore di diverse pubblicazioni. Dal 1972 è redattore e poi commentatore capo della redazione in lingua russa della radio americana "Radio Free Europe/Radio Liberty" prima a Monaco di Baviera e poi a Praga. Dal 1991 è corrispondente per la Russia e la CSI del quotidiano "Avvenire" di Milano. Collabora con il quotidiano russo "Nezavisimaja gazeta”. Autore di: "Le religioni dell’Azerbaigian”, "Allah contro Gorbaciov”, "L’Afghanistan in lotta”, "La Cecenia e la polveriera del Caucaso”. E' un esperto di questioni religiose, soprattutto dell'Islam nei territori dell'ex URSS.

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