Un Parlamento per gli ebrei d’Europa?

di Davide Denti

Si è riunita per la prima volta il 17 febbraio 2012 a Bruxelles, nei locali del Parlamento Europeo, l’assemblea dello European Jewish Parliament (EJP): 120 membri, eletti tramite internet e rappresentativi delle diverse comunità ebraiche di 54 paesi del continente allargato, da Monaco all’Uzbekistan. L’iniziativa è della European Jewish Union (EJU), con l’intento di rappresentare i due milioni di ebrei in Europa e creare uno spazio di dibattito a livello continentale e di  rappresentazione nei confronti dell’Unione Europea.

La European Jewish Union è una ONG fondata nella primavera 2011 da due milionari ucraini di origini ebraiche, Vadim Rabinovich e Ihor Kolomoyskyi. Kolomoyskyi aveva tentato di essere eletto presidente del European Council of Jewish Communities (ECJC) – un’organizzazione fondata 40 anni fa – promettendo una donazione di 14 milioni di dollari in cinque anni; Rabinovitch era già vicepresidente dell’ECJC. Fallita la scalata, i due decisero di mettersi in proprio con la EJU.

Il progetto di Parlamento ebraico europeo era partito in maniera semi-seria: le nomine dei candidati erano avvenute all’insaputa dei candidati stessi, e includevano personalità quantomeno controverse, quali Sacha Baron Cohen (l’attore di Borat), oltre a David Beckham e Stella McCartney. I voti via internet sono stati circa 400.000; tuttavia non è certificato che i votanti abbiano votato una sola volta, o solo per i candidati del proprio paese.

Nella lista dei membri eletti all’EJP, appaiono nomi noti: il primo l’ambasciatore Jakob Finci, delegato per la Bosnia-Erzegovina, e noto per aver vinto contro il proprio paese un caso alla Corte Europea dei Diritti Umani per avere la possibilità di presentarsi alle elezioni presidenziali (da più di due anni la Bosnia è in violazione per non aver ancora riformato la costituzione di Dayton a questo proposito).

L’Italia sarebbe rappresentata da Vittorio Pavoncello, consigliere dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, e da Roger Coianiz – lettore di lingua inglese all’Università di Udine. Per la Francia risulta eletto Pierre Besnainou, presidente della fondazione del giudaismo francese; per la Gran Bretagna Oliver Mishcon, giurista; per il Belgio, Joel Rubinfeld, intellettuale.

Resta da chiarire se effettivamente Finci, Besnainou e gli altri erano al corrente della propria candidatura, e se vorranno ricoprire il posto loro riservato a Bruxelles.

Chi è Davide Denti

Dottore di ricerca in Studi Internazionali presso l’Università di Trento, si occupa di integrazione europea dei Balcani occidentali, specialmente Bosnia-Erzegovina.

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9 commenti

  1. …e perchè allora non un parlamento per i musulmani d’Europa? Pare che siano 17 milioni in UE… se si decide di rappresentare le confessioni, validi motivi per la rappresentanza musulmana ci sono, eccome.

    • Sono tutte iniziative di organizzazioni private: se lo European Muslims Network o altri volessero fare lo stesso, perché no! 🙂
      Peraltro, lo EMN sostiene il progetto di “Brussels 2014 Parliament of the World’s Religions”

  2. claudio vito buttazzo

    Un parlamento sionista anche in Europa? Mamma mia, mi si raggela il sangue. Dovremo aspettarci bombardamenti a tappeto anche sull’Europa oltre che sulla Palestina? E poi: perchè un parlamento per i sionisti e non anche per i rom, che ne avrebbero molto più diritto?

    • Antonio Bombi Calò

      Non tutti gli ebrei sono sionisti. Mi sembra un po’ un pregiudizio questo…

    • esatto, non tutti gli ebrei sono sionisti.
      sicuramente sono organizzatissimi nel creare ong e gruppi di pressione, cosa che altri gruppi come musulmani e rom non fanno in modo cosí sistematico.
      nessuno vieta di creare qualsivoglia tipo di ONG anche agli altri gruppi religiosi, no?
      da atea e pro-palestinese, rimango comunque colpita dalla capacitá ebraica di creare iniziative a supporto di se stessa, cosa – in qualche modo – da ammirare.

  3. Perchè non controllano già da ora i vari parlamenti nazionali? Chiedere alla Nirenstein cosa ci sta a fare nel parlamento italiano. A difendere la causa sionista, punto e basta!

  4. Bonaiti Emilio

    Buttazzo mi ricorda il ragionamento di chi, purtroppo non ricordo il nome, sosteneva che non tutti gli islamici sono integralisti, che non tutti gli integralisti sono terroristi ma che tutti i terroristi sono integralisti e islamici. Ergo secondo Buttazzo tutti gli ebrei sono sionisti.

    • Bonaiti Emilio

      Caaro Avalon nel Parlamento italiano fino a non molti anni fa, sembra passato un secolo, c’erano onorevoli che curavano gli interessi so vieetici.Punto e basta!

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