Si sono aperte le urne in Slovenia per il referedum sull’accordo siglato con la Croazia per la soluzione della crisi di Pirano che da diciott’anni opppone Lubiana a Zagabria. Si voterà per decidere se affidare o meno la soluzione della controversia a una commissione di arbitrato internazionale. Il referendum si potrebbe tradurre, in Slovenia, in una dichiarazione di consenso nei confronti della politica di Borut Pahor, in costante calo dei consensi. Il referendum è anche di cruciale importanza per la Croazia che punta all’adesione all’Ue nel 2012 e che finora si è trovata il cammino verso Bruxelles sbarrato dal veto sloveno. Le urne resteranno aperte fino alle 19, ora italiana.
Secondo gli ultimi sondaggi, la forbice degli indecisi oscilla tra il 16 e il 20% degli 1,7 milioni di sloveni convocati al voto. In base a quanto pubblicato dal quotidiano Dnevik, con il 37,6% i contrari alla ratifica dell’accordo supererebbero appena il 36% dei favorevoli. Il sondaggio del quotidiano Delo, invece, prevede il 50,7% dei si, contro 36,1% dei no. In caso di vittoria del fronte contrario, la legge slovena prevede un periodo di due mesi prima che il testo posta tornare in parlamento. Diversamente, entrerà in vigore l’accordo con cui i due paesi si vincolano a rispettare il futuro verdetto della Commissione d’arbitraggio internazionale.
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