POLONIA: Sabato di sangue a Varsavia

di Davide Denti

Sabato di sangue a Varsavia; mentre tutto il paese celebrava la Giornata dell’Indipendenza, così come in altre nazioni si celebra il giorno dell’Armistizio del 1918, estremisti di destra e di sinistra si davano appuntamento per una giornata di violenza all’ombra del Palazzo della Cultura.

Da una parte, la Gioventù Pan-polacca (Młodzież Wszechpolska) e il Campo Nazional-radicale (Obóz Narodowo-Radykalny), dall’altro, il raggruppamento antifascista “Accordo 11 Novembre”, che include anarchici, femministe e gruppi ebraici progressisti. I due campi si erano già scontrati violentemente un anno fa, quando 33 persone erano state arrestate; per il 2011, l’ambasciata americana aveva raccomandato ai suoi cittadini di evitare l’area delle dimostrazioni (1).

La polizia si attendeva l’afflusso di circa 20.000 manifestanti, gli organizzatori dei due campi puntavano alla soglia dei 60.000. Tra questi, grazie allo spazio Schengen, gruppi nazionalisti dalla Gran Bretagna, Serbia e Repubblica Ceca, e gruppi antifascisti dalla Germania e dal Belgio (2).

I gruppi nazionalisti avevano annunciato una “Marcia dell’Indipendenza” attraverso il centro di Varsavia, e i militanti antifascisti avevano indicato la volontà di impedirla. Già da un paio di settimane, la città era tappezzata dai manifesti delle due opposte fazioni.

Gli scontri sono avvenuti principalmente tra le 15 e le 16 nell’area di plac Konstytucij, a sud del centro. I nazionalisti hanno iniziato a lanciare bottiglie e cassonetti contro le forze di polizia, che hanno risposto con lacrimogeni e cannoni ad acqua. I militanti antifascisti hanno quindi bloccato l’uscita dei nazionalisti dalla piazza verso il centro, mentre la polizia cercava di tenere separati i due campi. I nazionalisti hanno ripiegato verso sud, mentre la polizia ha intimato agli antifascisti di sgomberare la piazza. Verso le 17, diversi gruppi sparsi di nazionalisti si sono scontrati con la polizia su ulica Emilii Platter, all’ombra del Palac Kultur. Anche i giornalisti sono stati presi di mira: una camionetta di TVN è stata incendiata. (3) (4)

Al termine della giornata, si contano 210 fermati, di cui la metà stranieri; 40 poliziotti feriti; e 29 manifestanti ricoverati in pronto soccorso.

Chi è Davide Denti

Dottore di ricerca in Studi Internazionali presso l’Università di Trento, si occupa di integrazione europea dei Balcani occidentali, specialmente Bosnia-Erzegovina.

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6 commenti

  1. claudio vito buttazzo

    Estremisti di desta ed “estremisti” antifascisti: tutti pari sono, signor Denti? Dunque, è normale che organizzazioni nazifasciste possano liberare sfilare in un paese democratico? Nessuna critica da muovere alle istituzioni che lasciano scorazzare “democraticamente” i nazifascisti per le vie di Varsavia, magari per poi teorizzare gli opposti estremismi e mettere sullo stesso piano fascisti e antifascisti? Gli antifascisti hanno semplicemente fatto quello che avrebbero dovuto fare le istituzioni, se davvero fossero democratiche: vietare le manifestazioni fasciste.

  2. commento assurdo, gli antifa sono uguali da tutte le parti. parlate di democrazia e volete sempre tappare la bocca a chiunque dica qualcosa di diverso dal vostro pensiero. Siete voi e sempre e solo voi che avevte un nemico da abbattere; nella vostra paranoia antifascista affibbiate etichette sbagliate a qualcunque gruppo vi possa ostacolare. Che siano neofascisiti, neonazisiti, cattolici, autonomisti, liberali, chiunque vi si opponga si becca le vostre minacce. Vi squalificate da soli.

  3. in Europa sta rinascendo il nazionalismo, per buona pace degli antifa

    • claudio vito buttazzo

      Rinasce il nazionalismo? Auguri! Dopo che vi sarete scannati tra nazionalisti, entreremo in scena noi, come Lenin in Russia.

  4. Sono stato venerdì 11 (e non sabato!) al presidio antifascista che si è opposto con successo alla marcia ultranazionalista e apertamente xenofoba, razzista, omofoba deviandola verso un percorso secondario.
    Questo anno le organizzazioni di estrema destra hanno cambiato nome alla manifestazione (cercando di mascherare il lupo in agnello) chiamandola “Marcia dell’indipendenza” al grido “Polska Cala tylko biala” ossia tutta la Polonia solo bianca….
    Nel 2009 e 2010 sono stati respinti da una mobilitazione maggiore (Gazeta Wiborcza regalava fischietti per coprire di ridicolo la marcetta)
    Di sangue ne ho visto poco al presidio. Donne, bambine, intelletuali, artisti e parlamentari (SLD e RP) in un numero non ancora sufficiente ma grande, considerando l’isolamento in cui si è lasciato il movimento antifascista. Per maggiori, complete, dettagiate info: http://www.11listopada.org

  5. claudio vito buttazzo

    Grazie, Marco, di averci dato una testimonianza diretta e veritiera della vicenda. Anche a Praga, dove io sono, ieri 17 novembre in occasione del 22mo della Rivoluzione di Velluto, c’è stata una grande manifestazione, stavolta con le bandiere rosse: contro le politiche antipopolari e neoliberiste del governo e per denunciare il tradimento nelle speranze democratiche del 1989. Naturalmente, nessuno dei grandi media occidentali ne ha riportato notizia. I popoli dell’est si stanno risvegliando. I nazionalfascisti cercano di sfruttare il malcontento popolare aizzando la guerra razzista tra poveri. Ma non vi riusciranno. La gente non è stupida.

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