UZBEKISTAN: Il fashion che non ci piace

di Pietro Acquistapace

Gulnara Karimova mentre prepara una sfilata

Come si può leggere sul sito di Human Rights Watch, una campagna di mobilitazione è riuscita a far cancellare dal programma della settimana della moda di New York (che si terrà nella primavera 2012) la prevista sfilata della linea di abbigliamento di proprietà di Gulnara Karimova, primogenita del dittatore uzbeko Islam Karimov.

Gulnara, 32 anni, è ambasciatrice uzbeka in Spagna e rappresentate del suo paese presso le Nazioni Unite. Nel suo curriculum studi in economia e scienze politiche in patria nonché corsi di Arte e design del gioiello a New York. Lo stile di vita di Gulnara sembra essere decisamente distante da quello del suo popolo. La figlia di Karimov è infatti ben inserita nel jet-set internazionale con interessi poliedrici che vanno dalla musica (compreso un video con Julio Iglesias) alla moda (sua la linea di gioielli ed abiti GULI) ed all’economia (di fatto la Karimova è padrona del sistema di telecomunicazioni uzbeko).

Il fatto che la figlia del dittatore di un paese dove lo sfruttamento minorile, connesso alla raccolta del cotone, sia una piaga sociale non può che porre dei dubbi sull’eticità del personaggio in questione.

Degno di nota è anche il fatto che nel corso del divorzio dal suo precedente marito, Mansur Maqsudi (un uomo d’affari Afghano) Gulnara abbia lasciato gli Usa, dove la coppia viveva, portandosi dietro i due figli e facendo arrestare il marito al ritorno di questi in Uzbekistan, incamerandone i beni (tra i quali una lucrosa Joint Venture con Coca-Cola). Oltre a Mansur finirono in prigione alcuni familiari del businessman afghano, mentre altri furono semplicemente portati alla frontiera con l’Afghanistan ed espulsi.

Ma le innumerevoli attività di Gulnara vedono anche la gestione di una rete di Ong uzbeke e la promozione di attività giovanili in Uzbekistan, con testimonial del calibro di Eto’o e Cristiano Ronaldo.
Human Right Watch ha quindi denunciato presso gli organizzatori, e gli sponsor, della settimana della moda newyorkese come la Karimova fosse rappresentante di un paese dove il rispetto dei diritti umani è di fatto inesistente, come testimoniato dalla chiusura forzata delle sedi di diverse Ong internazionali, tra cui la stessa Human Right Watch, arrivando di fatto alla cancellazione (in realtà una rilocazione con minore visibilità) della prevista sfilata della “stilista” uzbeka.

Evidentemente la minaccia di un negativo ritorno di immagine ha convinto gli organizzatori che non tutto il fashion è fashion.

Chi è Pietro Acquistapace

Laureato in storia, bibliofilo, blogger e appassionato di geopolitica, scrive per East Journal di Asia Centrale. Da sempre controcorrente, durante la pandemia è diventato accompagnatore turistico. Viaggia da anni tra Europa ed Asia alla ricerca di storie e contatti locali. Scrive contenuti per un'infinità di siti e per il suo blog Farfalle e Trincee. Costantemente in fuga, lo fregano i sentimenti.

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