ALBANIA: Interviene l'Ue, ma Berisha minaccia: "nessuna amnistia per Rama"

di Geri Zheji Ballo


DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE A TIRANA: Oggi a Tirana le accuse reciproche tra il governo e l’opposizione continuano a tenere banco. Ma ad udirsi sono finalmente anche le voci dei mediatori di questa crisi.
L’inviato speciale UE, Miroslav Lajcak, giunto stamattina nella capitale albanese, incontra in prima battuta il Presidente della Repubblica Bamir Topi e a seguire il capo del governo Berisha e quello dell’opposizione Rama.
“Noi siamo con voi. Vogliamo che l’Albania abbia una chiara prospettiva europea” sono le sue parole. Ma aggiunge che “il modo europeo di risolvere le dispute politiche non è quello violento che abbiamo visto venerdì scorso”. E indica i passi da fare ora per uscire dalla crisi: “Portare i responsabili delle uccisioni alla giustizia ed evitare altre azioni che possano alzare ulteriormente il livello della confrontazione”. E aggiunge che “il rispetto delle istituzioni dello Stato è fondamentale perchè nessuno sta al di sopra di esse”, per poi concludere affermando che “il futuro europeo dell’Albania dipende moltissimo da come si comporteranno i leader politici, se faranno ciò che noi chiediamo loro di fare e se lo faranno subito.”

Tocca poi al Presidente della Repubblica Topi chiedere ad entrambe le parti di fermare le proteste e ristabilire il dialogo per permettere il tranquillo svolgimento delle indagini, essenziali per chiarire i fatti del 21 gennaio.

La reazione del premier si è avuta nel corso del Consiglio dei Ministri svolto davanti alla stampa, dove Berisha ha dichiarato la sua decisione di annullare la contro-manifestazione indetta per sabato 29 gennaio.”E’ stata una richiesta giusta e logica dei partner internazionali che seguono attentamente la situazione in Albania. Lo scopo di questa manifestazione sarebbe stato solo quello di dichiarare la nostra opposizione alla violenza, ma rischiava di sembrare una dimostrazione di forza” ha commentato il premier a proposito delle motivazioni che l’hanno spinto all’annullamento.
Mentre il leader dell’opposizione Edi Rama continua a invitare i cittadini albanesi ad unirsi alla manifestazione di venerdì 28 in memoria delle vittime del 21 gennaio.
“Chi desidera onorare le vittime con fiori e candele tra le mani è invitato a partecipare agli omaggi che renderemo il 28 gennaio. Per dimostrare al mondo che gli albanesi vengono uccisi, ma non si arrendono alla violenza”.

Per quanto riguarda invece lo scontro istituzionale tra il Primo Ministro e il Procuratore generale della Repubblica Ina Rama, quest’ultima è riuscita ad incassare nella giornata di ieri l’appoggio degli Stati Uniti per bocca dell’ambasciatore a Tirana, Aleksandër Arvizu, il quale in una conferenza stampa congiunta ha annunciato l’arrivo di esperti americani che aiuteranno nelle indagini sul 21 gennaio. La Rama da parte sua afferma che continuerà le indagini per chiarire i fatti del 21 gennaio, indipendentemente dall’istituzione della Commissione d’inchiesta parlamentare decisa dalla maggioranza in Parlamento due giorni fa.

In tutta risposta, Berisha l’accusa oggi di aver mentito pubblicamente e ordina in diretta tv al Ministro delle Finanze di istituire un fondo speciale per ricompensare tutti i cittadini che daranno informazioni utili per fare luce sul tentativo di golpe. “Il secondo tentativo di circondare un’istituzione costituzionale, sarà fatale solamente per Edi Rama e per nessun altro. A tutti gli altri sarà concessa l’amnistia tranne che a lui” sono le parole finali del primo ministro.

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