Elezioni ucraine/3 – Il favorito è Viktor Yanukovyc

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Viktor Yanukovyč nacque in un quartiere operaio; il padre era un macchinista bielorusso che proveniva da Yanuki mentre la madre era una bambinaia ucraina, e morì quando Viktor aveva appena due anni. Giunto all’adolescenza perse anche il padre, e fu quindi allevato dalla nonna.  Per due volte, nel 1968 e nel 1970, Janukovyč fu imprigionato per furto e per ingiurie. Durante le elezioni presidenziali del 2004, annunciò la sua assoluzione del 1978. La mancanza di documentazione, tuttavia, creò sospetti di frode.

Il Presidente Leonid Kucma nominò Viktor Yanukovyč come Primo Ministro nel novembre 2002.  Nel 2004, da Primo Ministro, Janukovyč partecipò alle controverse elezioni presidenziali, quelle della diossina e della rivoluzione arancione, come candidato del Partito delle Regioni. La sua principale fonte di sostegno proveniva dalle parti meridionali e orientali dell’Ucraina, che tradizionalmente sono a favore di stretti legami con la vicina Russia anche per questino etniche. Nel gennaio 2006, il Ministro degli Interni, Jurij Lucenko, diede inizio ad un’investigazione ufficiale riguardo alla presunta assoluzione per i reati commessi da Yanukovyč in gioventù e annunciò infine che i testi forensi provavano la mancanza di assoluzione, e sostenne inizialmente che questo fatto impediva formalmente a Janukovyč di candidarsi per le elezioni parlamentari. Tuttavia, quest’ultima affermazione fu poi corretta qualche giorno dopo la Lucenko stesso, che affermò che il risultato dell’investigazione non impediva l’eleggibilità di Yanukovyč, dato che la privazione dei diritti civili a causa delle passate condanne era già comunque scaduta a causa della prescrizione.

Il 25 maggio 2007 fu assegnata a Viktor Yanukovyč la carica di Presidente del Consiglio dei Capi di Governo della Comunità Stati Indipendenti (CSI), l’organizzazione sovranazionale che dal 1991 raccoglie gli stati ex memebri dell’Urss, pur con significative defezioni. Tra queste, oltre alle repubbliche baltiche e recentemente alla Georgia, c’è l’Ucraina che non ha mai ratificato il suo ingresso e che vede nella CSI l’espressione di una volontà accentratrice da parte della Russia.

Yanukovyc esce dal primo turno delle elzioni presidenziali 2010 con più del 30% delle preferenze. Il contro-rivoluzionario approfitta delle divisioni interne degli arancioni superando di ben otto punti percentuali l’altra candidata presidente Timoshenko. Deciderà il ballottaggio del 7 febbraio.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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